Archive for Settembre, 2016

28 Settembre, 2016

Sigmund Freud, Il sogno dell’iniezione di Irma

by gabriella
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Freud nel 1890

L’autoanalisi di un sogno condotta da Freud ne L’interpretazione dei sogni (1900) è la prima applicazione della psicanalisi alla decifrazione del suo significato (il sogno è la soddisfazione allucinatoria di un desiderio) e della sua articolazione in contenuto latente e contenuto manifesto realizzata dal lavoro onirico.

Premessa

Durante l’estate del 1895 avevo curato con la psicoanalisi una gio­vane signora che era in rapporti di amicizia con me e la mia famiglia. Si può prontamente comprendere come una relazione mista di questo genere possa essere fonte di molti turbamenti per un medico e in par­ticolare per uno psicoterapeuta. Mentre l’interesse personale del me­dico è grande, la sua autorità è minore; qualsiasi fallimento sarebbe una minaccia per l’antica amicizia con la famiglia del paziente. Que­sta cura era finita con un successo parziale; la paziente era guarita della sua angoscia isterica, ma non aveva perso tutti i sintomi somati­ci del processo isterico, così le proposi una soluzione che sembrava non voler accettare. Mentre eravamo così in disaccordo, avevamo interrotto la cura per le vacanze estive. Un giorno venne a trovarmi un collega più giovane, uno dei miei più cari amici, che era stato con la mia paziente, Irma, e la sua famiglia nel luogo dove villeggiavano.

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27 Settembre, 2016

Il tuo cane si ricorda quello che fai

by gabriella

Fido ha una memoria episodica per certi versi simile a quella umana: è in grado di rievocare esperienze vissute in un passato recente, anche se non si aspetta di essere messo alla prova. Tratto da Focus.it.

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Attenti a quello che fate: se il vostro cane vi ha visto, se lo ricorderà, almeno per un po’. L’uomo non è il solo a poter vantare una memoria episodica (la capacità di ricordare eventi passati, anche se non particolarmente significativi). Secondo una ricerca pubblicata su Current Biology, anche i cani ne hanno una, per alcuni versi simili alla nostra.

I nostri amici a quattro zampe riescono a rievocare e ripetere un’azione che hanno visto fare all’uomo anche a distanza di un’ora, nonostante non gli sia stato espressamente richiesto di ricordarla. Lo prova un esperimento del MTA-ELTE Comparative Ethology Research Group di Budapest, Ungheria.

IMPRESA ARDUA. Dimostrare l’esistenza di una memoria episodica nel mondo animale è più difficile di quanto si pensi. Non è possibile infatti chiedere direttamente a un cane che cosa si ricordi, e se l’animale viene addestrato, biosogna saper distinguere la sua effettiva capacità di ricordare dalla semplice ripetizione di un’azione in cambio di una ricompensa.

DUE FASI. Per l’esperimento, i ricercatori hanno usato un “trucco” chiamato Do as I do (“fai come faccio io”). Hanno compiuto alcune azioni, come toccare con la mano la punta di un ombrello, e addestrato i cani a ripeterle al comando: Do it! (“fallo!”). Dopo aver addestrato 17 cani a Do as I do, gli scienziati li hanno abituati a guardare una serie di azioni umane e poi sedersi a terra, senza ripeterle e senza ricevere nuovi comandi.

Terminato anche il secondo addestramento, quando ormai i cani non si aspettavano più di dover ripetere l’azione, i ricercatori li hanno sorpresi con il comando: “Do it!”.

IMPRESSA. Gli animali hanno dimostrato di ricordare l’azione che avevano visto sia dopo un minuto, sia dopo un’ora dal suo svolgimento da parte dell’addestratore (anche se la loro memoria è sembrata affievolirsi con il passare del tempo). Il metodo potrebbe essere in futuro utilizzato per testare la memoria episodica di altri animali.

27 Settembre, 2016

Fiat Cassino e Fincantieri

by gabriella

Il lavoro disarticolato e senza diritti a Fincantieri, tra caporali e manodopera straniera a basso costo, dopo voucher e Jobs Act.

24 Settembre, 2016

Treccani, Le parole valgono

by gabriella

Due spot Treccani sull’importanza del codice linguistico come elemento costitutivo della personalità e fattore di distinzione sociale. Poiché le parole costituiscono il mondo, hanno anche il potere di cambiarlo, di qui la campagna di solidarietà promossa da Treccani e Croce Rossa #leparolevalgono.

I limiti del mio linguaggio sono i limiti del mio mondo

Ludwig Wittgenstein, Tractatus logico-philosophicus 5.6

21 Settembre, 2016

La polemica antiinnatista del saggio sull’intelletto umano

by gabriella

john_lockeIn polemica con i neoplatonici di Cambrige, in questo brano del Saggio sull’intelletto umano, Locke mostra che quanto si pretende posseduto universalmente dalla nascita, come i principi logici e le idee morali, è invece acquisito dall’esperienza.

Alcuni ritengono, come opinione incontestabile, che nell’intelligenza vi siano certi principi innati, certe nozioni pri­marie, altrimenti dette nozioni comuni, caratteri, per dir così, impressi nella nostra mente, che l’anima riceve fin dal primo momento della sua esistenza, portandoli con sé nel mondo.

Se i miei lettori fossero liberi da ogni pregiudizio, per con­vincerli della falsità di questa supposizione non avrei che a mostrar loro […] come gli uomini possano acquistare tutte le co­noscenze che hanno mediante il semplice uso delle loro fa­coltà naturali, senza il soccorso di alcuna nozione innata; e co­me possano raggiungere la certezza, senza aver bisogno di al­cuna di tali nozioni o principi originari.

Poiché, a mio avviso, ognuno converrà facilmente che sa­rebbe incongruo supporre le idee dei colori innate in una crea­tura, cui Dio ha dato la vista e il potere di ricevere queste idee mediante gli occhi dagli oggetti esterni. E non sarebbe meno irragionevole attribuire a delle impressioni naturali e a dei ca­ratteri innati la conoscenza che noi abbiamo di molte verità, quando possiamo osservare in noi stessi l’esistenza delle facoltà appropriate a farci conoscere quelle verità con altrettanta faci­lità e certezza come se impresse nella mente fin dall’origine […].

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20 Settembre, 2016

Il caso di Elizabeth von R.

by gabriella

elizabeth von rIl caso di Elizabeth von R. è interessante perché è il primo in cui Freud fa a meno dell’ipnosi e perché introduce al caso di Dora il cui approccio da parte di Freud può essere considerato un vero e proprio trattamento psicoanalitico. Tratto da Sublimazioni di Saverio Tomaselli con integrazioni e modifiche.

Freud prese in cura Elisabeth von R. per dei dolori alle gambe che le si erano presentati due anni prima. Anche se nella paziente non emerge il quadro clinico tipico dell’isteria, dopo alcune sedute Freud confermò la diagnosi d’isteria fatta dal collega che gli aveva inviato la paziente. L’anamnesi del caso aveva evidenziato una serie d’eventi dolorosi che la paziente dava l’impressione d’aver assorbito, riuscendo a vivere con sufficiente serenità: la “belle indifference” delle isteriche, aveva pensato Freud.

I motivi che lo avevano spinto a non servirsi dell’ipnosi, risiedevano, tra l’altro, nella convinzione che la paziente era a conoscenza di ciò che aveva determinato la malattia; si trattava, quindi, di convincerla a rivelare questo suo segreto. Ecco come Freud descrive il trattamento:

“Così, in questa prima analisi completa di un’isteria da me intrapresa, arrivai ad un procedimento che in seguito ho eretto a metodo e introdussi deliberatamente un procedimento di svuotamento strato per strato, che ci piaceva paragonare alla tecnica del dissotterrare una città sepolta. Mi facevo, anzitutto, narrare ciò che era noto alla paziente, badando con attenzione ai punti in cui un nesso rimaneva enigmatico, in cui sembrava mancare un anello nella catena delle cause, e penetravo poi negli strati più profondi della memoria, facendo agire in quei punti l’esplorazione ipnotica o una tecnica equivalente”.

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12 Settembre, 2016

Smartphone, o della connessione perpetua

by gabriella

Un corsivo baconiano de La Stampa dedicato al decennale dell’iPhone, un articolo dedicato allo smartphone walking e un video dedicato alla schiavitù dell’always on.

 

Alberto Mattioli, Così nacque l’homo-smartphone, schiavo della connessione perpetua

La tecnologia è sempre un progresso, ma double face [vedi l’uso baconiano del mito di Dedalo, nota mia]. l suo destino è quello di risolvere dei problemi creandone dei nuovi. Giorgio Stephenson inventa il treno e, insieme, i disastri ferroviari. Nasce la televisione, e se ne appropria Barbara D’Urso. Costruiscono gli scooter, e Alessandro Di Battista ci sale sopra per comiziare. Così, il decennale dell’iPhone non è solo una festa. Non sono tutt’oro quei pixel che luccicano. Certo, essere connessi a Internet è utile; sempre, magari, no. Fra mail, Facebook, WhatsApp, Twitter, Messenger, Instagram, Pinterest e via cliccando non c’è un attimo di pace. La connessione full time dà dipendenza (e talvolta anche un po’ alla testa).

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12 Settembre, 2016

L’educazione secondo Natalia Ginzburg

by gabriella

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Natalia Ginzburg (1916 – 1991)

 

 

[Attenzione: questo articolo incorpora una trasmissione radiofonica che si apre automaticamente. Per ascoltare l’audio solo quando si desidera, scrollare il testo fino a “RadioRai3 AD ALTA VOCE” ed escluderlo manualmente].

 

L’educazione alle grandi virtù del coraggio, dell’abnegazione, del disprezzo del denaro, contro le piccole del successo, del cavarsela e dell’impegno scolastico. Tratto da Le piccole virtù.

Una sola cosa dobbiamo insegnare ai nostri figli,
ad amare la vita.

Al rendimento scolastico dei nostri figli, siamo soliti dare un’importanza che è del tutto infondata. E anche questo non è se non rispetto per la piccola virtù del successo. Dovrebbe bastarci che non restassero troppo indietro agli altri, che non si facessero bocciare agli esami; ma noi non ci accontentiamo di questo; vogliamo, da loro, il successo, vogliamo che diano delle soddisfazioni al nostro orgoglio.

Se vanno male a scuola, o semplicemente non così bene come noi pretendiamo, subito innalziamo fra loro e noi la bandiera del malcontento costante; prendiamo con loro il tono di voce imbronciato e piagnucoloso di chi lamenta un’offesa. Allora i nostri figli, tediati, s’allontanano da noi. Oppure li assecondiamo nelle loro proteste contro i maestri che non li hanno capiti, ci atteggiamo, insieme con loro, a vittime d’una ingiustizia. E ogni giorno gli correggiamo i compiti, anzi ci sediamo accanto a loro quando fanno i compiti, studiamo con loro le lezioni.

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6 Settembre, 2016

Tecnologie digitali e dati personali nel bacino del Mediterraneo: usi sociali, attori economici e poteri politici

by gabriella

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Dal 25 al 27 marzo 2017 si terrà a Parigi, presso la Maison des Sciences de l’homme, un Seminario internazionale, organizzato dall’Università di Paris 13 sul tema dei Big data, della sorveglianza e dell’indebolimento del diritto alla riservatezza. La call si chiude il prossimo 15 settembre.

Download (PDF, 140KB)

 

5 Settembre, 2016

Aid al Adha, la festa del sacrificio

by gabriella

Aid al-Adha, in arabo si scrive ‘عيد الأضحىا ‘ e si traduce con ‘Festa del Sacrificio’; è la festa che i musulmani celebrano ogni anno nel mese lunare di Dhu l-Hijja, il dodicesimo e ultimo mese lunare del calendario islamico.

In questo mese qui i musulmani compiono il loro celebre pellegrinaggio, chiamato ḥajj e che rappresenta il quinto pilastro dell’Islam (i cinque obblighi previsti dalla religione che includono la testimonianza di fede, la preghiera 5 volte al giorno, l’elemosina e il digiuno durante il ramadan), al ‘Masjid al-Ḥarām’ cioè la Grande Moschea della Mecca che è la più grande del mondo [Fanpage] [Attenzione: l’articolo incorpora un video Fanpage che si avvia automaticamente, disattivare l’audio alla scheda dal proprio browser o escluderlo manualmente nel video].

Secondo quanto tramandato dalla religione, Dio chiese ad Abramo di sacrificare il figlio Ismaele in suo onore. L’uomo accettò e mentre si accingeva a uccidere il figlio, un angelo lo fermò: questa fu la prova della totale fede di Abramo nei confronti di Dio e da quel giorno si festeggia appunto la ‘Festa del Sacrificio‘. Il rituale implica la recita del Takbīr (l’espressione che si traduce in ‘Dio è il più grande’) da parte di un uomo e il successivo sgozzamento di animali vivi, adulti e sani (che possono essere montoni, capre, pecore), secondo le linee guida previste dalla macellazione rituale ‘halāl’ (valida anche per gli ebrei) che, a differenza di quelle comunemente impiegate, non permettono lo stordimento (che non uccide l’animale, ma gli permette di non sentire dolore e non essere cosciente). Una volta morto dissanguato (come avviene anche per la macellazione non rituale) l’animale viene macellato e la carne viene divisa in tre parti: per la famiglia, per gli amici e per i poveri.

La Festa del Sacrificio non è solo pellegrinaggio e sgozzamenti, ma anche un periodo di preghiera intenso per i fedeli e un’occasione per scambiarsi doni e riunirsi in famiglia: un po’ come accade per i cristiani con la Pasqua quando, tra l’altro, per celebrare la resurrezione di Cristo, vengono uccisi gli agnelli. L’agnello pasquale, o sacrificale, rappresenta infatti Gesù che si è sacrificato per la salvezza degli esseri umani.

In queste ore nel nostro Paese i musulmani si preparano per questi cinque giorni di preghiera e per celebrare l’importante festività religiosa: le pratiche di sgozzamento senza stordimento in luoghi pubblici non coinvolgeranno il nostro Paese, in cui sono vietate per legge, se non in specifiche strutture, i macelli appunto, debitamente certificati e gestiti da personale qualificato e formato.

Non si sprecano però le condanne delle persone che si schierano contro il rituale del sacrificio che, pur non avendo fatto una scelta di vita ‘vegetariana’ o ‘vegana’, si sentono comunque in dovere di dimostrare il loro dissenso, magari mentre stanno infornando un arrosto, preparando il ragù o mangiando una bistecca al sangue: insomma, tutti animalisti con la religione degli altri.

continua su: http://www.fanpage.it/cos-e-eid-al-adha-la-festa-musulmana-del-sacrificio-degli-animali-in-onore-di-dio/
http://www.fanpage.it/

 


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