Archive for ‘Paleoantropologia’

26 Febbraio, 2024

Homo sapiens, la filogenesi umana

by gabriella

Homo sapiens

Testo della lezione sull’evoluzione della nostra specie, elaborato sulla base delle lezioni di Telmo Pievani dell’Universitù di Padova.

Indice

1. La filogenesi della specie Sapiens del genere Homo
2. La Rift Valley
3. Il genere Homo
4. Out of Africa

4.1 L’Out of Africa di Homo Ergaster e le sue filiazioni orientali di Homo georgicus e Homo Erectus
4.2 L’Out of Africa di Homo Heidelbergensis
4.3  Gli Out of Africa di Homo Sapiens

 

6. L’evoluzione del cervello umano

6.1 Conclusioni: encefalizzazione, linguaggio e cultura negli ominidi

 

6.2 Cavalli Sforza, Evoluzione culturale ed evoluzione biologica

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23 Dicembre, 2018

Dendrostyla, il primo fiore è sbocciato nel Giurassico

by gabriella

Dendrostyla

Il mondo giurassico ha forse conosciuto i primi fiori. Tratto da Repubblica.it.

Anche i dinosauri vissuti nel primo Giurassico hanno potuto vedere i fiori sbocciare. La prova del fiore più antico della storia, il Nanjinganthus dendrostyla, è in un fossile trovato nella regione cinese del Nanjing, a ovest di Shanghai. Fino ad ora i resti più antichi di una pianta con infiorescenza, dette angiosperme, era datata 130 milioni di anni fa, nel Cretaceo.

Perfino i modelli di simulazione virtuale stimavano che i fiori sulla terra fossero comparsi non prima di 140 milioni di anni fa. Adesso questa nuova scoperta, pubblicata su eLife, porta molto più indietro l’arrivo dei primi petali.

“I ricercatori non sapevano dove e come si fossero sviluppati i primi fiori. Sembrava quasi che fossero semplicemente spuntati dal nulla durante il Cretaceo- afferma Qiang Fu, autore dello studio e professore all’Istituto di geologia e paleontologia del Nanjing – studiare i fossili dei fiori, specialmente quelli risalenti a periodi geologici molto lontani, è l’unico modo per risolvere questo interrogativo”.

Le prime angiosperme

Per riuscire a individuare il fiore, Fu e i suoi colleghi hanno esaminato oltre 30 campioni di rocce contenenti tracce di 200 piante diverse. Tutti i campioni provenienti dalla regione del Nanjing contenevano tracce fossili risalenti al Giurassico. Tra questi, i ricercatori hanno potuto individuare molte tracce del fiore.

Dall’analisi dei resti si deduce che il fiore aveva petali incurvati a forma di cucchiaio, simili a quelli di un fiore di magnolia, disposti intorno a un corpo centrale. Una delle caratteristiche distintive delle angiosperme, sono gli ovuli completamente racchiusi, gli antenati dei semi, che appaiono prima dell’impollinazione.

La Dendrostyla appartiene senza dubbio a questa categoria, affermano i ricercatori. Il fiore ha infatti una struttura a coppa in grado di accogliere e conservare ovuli e semi.

Il fiore di 99 milioni di anni: è ancora perfetto, incastonato nell’ambra

Alcuni dei ricercatori coinvolti avevano preso parte anche a uno studio che ha riguardato un altro esemplare di fiore, di almeno 160 milioni di anni fa, anche se la datazione è rimasta controversa.

I ricercatori sperano che la scoperta della dendrostyla possa fare luce sull’evoluzione dei fiori. Ancora non è chiaro se questo esemplare sia uno degli “antenati” che ha dato poi origine a specie di fiori successive, o se invece la sua linea genetica si è persa senza tramandare il proprio patrimonio.

“L’origine delle angiosperme è sempre stato un grattacapo per molti botanici. – ha dichiarato Xin Wang, ricercatore all’Istituto di geologia del Nanjing – La nostra scoperta è stata un grande passo avanti per la botanica è aiuterà a comprendere meglio le origini delle angiosperme. In questo modo, forse un giorno saremo in grado di sviluppare tecniche che ci permetteranno di prenderci cura in modo più efficace delle risorse vegetali del nostro pianeta”.

12 Maggio, 2017

Le grotte di Lascaux

by gabriella

vacheLe grotte di Lascaux si trovano in Dordogna, nella Francia sud-occidentale. Furono scoperte nel 1940 da quattro ragazzi che cercavano il loro cane, scomparso in un buco del terreno. Si calarono con le corde nella cavità e scoprirono quella che viene definita la Cappella Sistina del Paleolitico.

 

Il pensiero simbolico nella pittura primitiva

Il simbolismo è innegabilmente l’essenzchevala dell’umanità. Se vi è una sola cosa che distingue l’uomo da tutte le altre forme di vita, attuali o estinte, è la capacità di pensiero simbolico: saper generare complessi simboli mentali ed elaborarli in nuove combinazioni.

È proprio questo il fondamento dell’immaginazione e della creatività: la capacità, unicamente umana, di creare un mondo nella propria mente, e di ricrearlo in quello reale che si trova all’esterno. Altre specie possono sfruttare il mondo esterno con grande efficienza, come gli scimpanzé, ma mantengono sostanzialmente il ruolo di soggetti passivi e meri osservatori. Anche i Neandertaliani, per quanto notevoli possano essere stati, con tutta probabilità si erano a malapena liberati da questa condizione.

cacciatoriÈ nelle manifestazioni artistiche dei Cro-Magnon che si rivela pienamente la singolare capacità umana di questa popolazione. La loro arte fu molto più di un’interpretazione meccanica dell’ambiente che li circondava. Fu invece una complessa ricreazione del mondo esterno, reso con squisito senso dell’osservazione e con padronanza dei propri mezzi. Non conosceremo mai con certezza il contesto mitico (o i contesti) di quella ri-creazione, ma è evidente che persino le superbe immagini degli animali con cui i Cro-Magnon condividevano il territorio avevano per loro un significato simbolico che trascendeva la semplice identità zoologica. Riconosciamo subito i segni astratti che punteggiano i fregi degli animali di Lascaux indicandoli come “simboli” (quale altro senso avrebbero?), ma è evidente che le immagini degli animali erano per i Cro-Magnon che le dipinsero molto più di semplici raffigurazioni: sono pregne di tutti i significati che popolavano il complesso universo mentale dei loro autori.

Tattersal T., Il cammino dell’uomo, Garzanti, p. 163.

 

15 Marzo, 2014

Ian Tattersall, La seconda nascita di Homo sapiens

by gabriella
Ian Tattersall all'American Museum of Natural History di New York

Ian Tattersall all’American Museum of Natural History di New York

Il paleoantropologo inglese mostra come la transizione al modo di ragionare simbolico e al pensiero ipotetico che contraddistingue la specie Homo, si sia verificata sorprendentemente tardi nella storia evolutiva umana – i primi Homo, incluso il Neanderthal ne erano privi -, durante il periodo di diffusione della nostra specie. Questo radicale cambiamento deve per forza essere associato a un cambiamento culturale e non biologico, ma i meccanismi che l’hanno reso possibile sono del tutto ordinari e spiegati dalla teoria neodarwiniana. Tratto da Micromega, 1/2014, pp. 55-66.

Noi esseri umani siamo parte integrante del grande albero della vita che unisce tutti i viventi sul pianeta Terra. La nostra specie condivide con un’ampia cerchia di organismi le strutture fondamentali del corpo, gli organi, i tessuti, le cellule e il dna. Nonostante ciò, noi siamo diversi. Non è un segreto che qualcosa ci renda profondamente diversi da tutti gli altri organismi, compresi quelli che ci sono più vicini sul grande albero della vita. Ovviamente possediamo un numero notevole di peculiarità fisiche che ci rendono piuttosto insoliti, la maggior parte delle quali sono legate al nostro modo, davvero curioso, di camminare eretti, su due gambe. La cosa che però ci fa personalmente sentire tanto diversi, anche rispetto agli scimpanzé, i nostri parenti più stretti oggi, è di certo lo strano modo che abbiamo di elaborare l’informazione con il cervello.

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1 Novembre, 2013

Lo sviluppo della vita

by gabriella

Lo sviluppo della vita lungo le ere geologiche (4 miliardi e mezzo di anni), la comparsa dei mammiferi (nel Cretaceo, l’ultimo periodo dell’era Mesozoica) e dei primati (il Proconsul, nel Miocene, 18 milioni di anni fa), la biforcazione tra le scimmie antropomorfe e la specie Homo da 3 a 5 milioni di anni fa, tra Miocene, Pliocene e Pleistocene [il gibbone si separa 18 milioni di anni fa, l’orango 14, il gorilla 7, gli scimpanzé e il bonobo da 3 a 5].

Ere geologiche

Pangea e la deriva dei continenti

Nel Paleozoico, e per buona parte del Triassico, le terre emerse formavano un unico supercontinente, Pangea, la cui frammentazione è iniziata 200 milioni di anni fa. La prima spaccatura (Nord/Sud) contrappone Laurasia (Europa, Asia e Nordamerica) a Gondwana (Sud America, Africa e Oceania).

 

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21 Agosto, 2013

Out of Africa. Partenza anticipata per Homo sapiens?

by gabriella

homosapiensLa scoperta in Cina dei resti di uomo moderno risalente a 100 mila anni fa sta rivoluzionando le teorie su quando la nostra specie avrebbe lasciato l’Africa.

di Rachel Kaufman

La mandibola, rinvenuta dai paleontologi nella Grotta Zhiren, nel 2007, presenta un tratto distintamente moderno: un mento prominente. Peccato però, sottolineano gli esperti, che la mandibola sia certamente di 60.000 anni più vecchia di quelli che finora erano i più antichi resti di Homo sapiens trovati in Cina.

Il nuovo fossile cinese infatti, risalente a 100 mila anni fa, è “il più antico umano moderno scoperto fuori dall’Africa”, dice il coautore dello studio Erik Trinkaus, antropologo della Washington University a St. Louis.

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21 Agosto, 2013

Le penne dei Neanderthal

by gabriella

Un’eccezionale scoperta italiana: la specie ormai estinta si adornava il corpo con penne di uccelli proprio come il “cugino” sapiens sapiens.

Neandertaldi Marco Peresani, Università di Ferrara

Una recente scoperta archeologica cambia il nostro modo di considerare l’Uomo di Neanderthal, lontano cugino scomparso tra 50 e 40 mila anni fa dal nostro continente. Abilissimo cacciatore,  questo europeo adattato da centinaia di migliaia di anni ai climi glaciali, rivela tutta la sua sensibilità verso l’ornamentazione del proprio corpo e dei propri abiti, utilizzando polveri coloranti  ricavate dalla triturazione di ossidi di ferro, conchiglie marine e denti perforati, ma soprattutto piume estratte dalle ali di grandi rapaci: un comportamento considerato “moderno” a tutti gli effetti, se si escludono le eccezionali opere d’arte realizzate dai primi sapiens.

(Leggi anche: “La dieta dei Neanderthal”)

Proprio l’emergenza di questo comportamento è oggetto di un acceso dibattito scientifico internazionale, che impegna centinaia di studiosi a discutere se fossero proprio le popolazioni neanderthaliane ad avere realizzato, indipendentemente, certe invenzioni nella scheggiatura della pietra, nella lavorazione dell’osso e, appunto, ad avere “praticato” l’ornamentazione, oppure se tutto questo non fosse il risultato dell’incontro con gli invasori sapiens sapiens che decretarono la definitiva estinzione dei nativi Neanderthal.

(05 maggio 2011)

Tratto da: http://nationalgeographic.it

21 Agosto, 2013

Nella Russia subartica gli ultimi Neanderthal

by gabriella

La scoperta di un kit di utensili indicherebbe che la specie sia sopravvissuta più a lungo – e più a nord – di quanto si pensava. Gli attrezzi scoperti di recente (nel riquadro) fanno pensare che i Neandertal europei si spinsero più a nord dell’area che finora si riteneva avessero abitato.

Un gruppo di Neandertal potrebbe essere sopravvissuto più a lungo del resto della loro in un remoto avamposto nella Russia settentrionale: lo rivelerebbe la scoperta nell’area di un kit di strumenti litici.

Il luogo del ritrovamento, situato sugli Urali,

“potrebbe essere stato l’ultimo rifugio dei Neandertal”,

afferma il responsabile della ricerca Ludovic Slimak, archeologo della Université de Toulouse le Mirail in Francia. I Neandertal dominarono l’Europa per circa 200.000 anni, finché gli uomini moderni (Homo sapiens) iniziarono a diffondersi nella regione, circa 45.000 anni fa. Le due specie probabilmente condivisero per qualche tempo il territorio, ma ciò che accadde in quell’arco di tempo, quanto durò la convivenza e perché alla fine Homo sapiens ebbe la meglio resta un mistero.

(Vedi anche: Siamo tutti un po’ Neandertal)Le testimonianze archeologiche ritrovate finora collocavano gli ultimi avamposti neandertaliani nella penisola iberica.
“Non a caso, è stato proprio in zone ‘marginali’ che i Neandertal sono sopravvissuti più a lungo”,
dice il paleontologo Erik Trinkaus, della Washington University di St. Louis, Missouri, che non ha preso parte allo studio.Ora però, le centinaia di strumenti in pietra rinvenuti a Byzovaya, un sito russo alla stessa latitudine dell’Islanda, potrebbero ridisegnare la mappa della diffusione del Neandertal in Europa.

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21 Agosto, 2013

Roy Lewis, L’invenzione dell’esogamia

by gabriella

grande_uomo_scimmiaIn una giornata paleolitica nella Rift Valley, l’invenzione del matrimonio esogamico e del corteggiamento di Edward ed Ernest, rispettivamente primo scienziato e primo filosofo della (prei)storia. Tratto da Roy Lewis, The Evolution Man (1960); trad. it. Il più grande uomo scimmia del Pleistocene, Milano, Adelphi, 1992, pp. 87-106.

« Bene, ragazzi » fece papà. « Vi devo una spiega­zione. Ma non fatevi venire strane idee, come quella di prendermi a sassate. Non provateci! Siete a tiro, io ho un sacco di munizioni e non avreste alcuna possibilità».
« Be’, insomma, la faccenda è molto semplice, e non c’è bisogno di scaldarsi. Ci ho pensato su un bel po’ e ne ho anche parlato a fondo con le vostre madri. Voi quattro avete passato la pubertà: siete adulti, a tutti gli effetti. Tu, Oswald, devi avere almeno quindici anni; Ernest ha forse un anno meno; lo stesso Alexander e Wilbur. Siete cacciatori ben addestrati; ve la sapete cavare nella foresta, nel­la savana e in montagna. Siete stati addestrati abba­stanza bene nell’arte di lavorare la selce, anche se soltanto Wilbur è veramente bravo. Siete in grado di mantenervi; inoltre – vantaggio del tutto ecceziona­le per ragazzi della vostra età — sapete dove ci si pro­cura il fuoco selvatico e come lo si mantiene acceso. Ora, per il bene della specie, è tempo che vi troviate delle compagne e formiate delle famiglie vostre; e questo è il motivo per cui vi ho portato qui. A meno di cinquanta chilometri più a sud c’è un’altra orda… ».

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21 Agosto, 2013

F. Clark Howell, Il processo di ominazione

by gabriella

Lascaux (Dordogna). Arte rupestre 17.000 anni fa

Lascaux (Dordogna). Arte rupestre 17.000 anni fa

[p. 37] I moderni studi paleoantropologici cercano di comprendere, sia nella prospettiva biologica sia in quella culturale, i fattori che hanno determinato l’evoluzione dell’uomo.

L’antropologo biologicamente orientato si interessa soprattutto della natura delle principali trasformazioni anatomiche e fisiologiche nell’evoluzione del corpo da un primate superiore scimmiesco alla specie variabile unica, Homo sapiens, e della loro importanza per l’adattamento. Egli deve interessarsi inoltre dell’origine e dell’evoluzione di modelli tipicamente umani di comportamento, specialmente delle capacità di cultura e delle manifestazioni di tali capacità, e non solo delle loro basi biologiche.

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