Considera tutto ciò e porgi ascolto al diritto,
dimentica ogni violenza.
Ché tale è il costume che Zeus ha prescritto agli uomini:
i pesci e le fiere e gli uccelli alati si divoreranno fra loro, poiché non v’è tra loro diritto.
Ma agli uomini diede egli il diritto, sommo tra i beni.
Le opere e i giorni (Erga kài hemérai), vv. 274-278
Indice
1. La virtù popolare e il rovesciamento dell’aretè omerica 2. Il protagonismo del demos ionico 3. Le Opere e i giorni: la virtù del lavoro contro la hybris 4. L’ordine divino e l’intervento degli dèi nelle cose umane 5. La virtù del demos è la virtù dell’umanità
La teoria della conoscenza e la filosofia politica del fondatore del pensiero liberale.
Indice
1. Il problema della conoscenza tra 600 e 700
1.1 Il razionalismo 1.2L’empirismo e la critica dell’innatismo 1.3 Il problema della conoscenza per Locke 1.4La critica all’innatismo e la teoria delle idee 1.5 La critica della metafisica e dell’idea di sostanza 1.6 L’analisi del linguaggio e la concezione della conoscenza
2. Il pensiero politico
2.1 I Due Trattati sul governo civile: lo stato di natura e la fondazione della proprietà privata
2.1.1 L’importanza del pensiero politico lockeano 2.1.2 I due Trattatisul governo 2.1.3 La confutazione delle tesi di Filmer 2.1.4Lo stato di natura e la fondazione del diritto di proprietà 2.1.5 La spinta naturale all’autoconservazione 2.1.6 La derivazione della proprietà dal lavoro 2.1.7 Le due fasi dello stato di natura e la legittimazione del possesso privato
2.2 Locke teorico dello stato liberale
2.2.1 Socievolezza e insocievolezza secondo Locke 2.2.2 La divisione dei poteri dello Stato 2.2.3 I poteri illegittimi e il diritto alla rivoluzione
1. Il problema della conoscenza tra 600 e 700
Niente è nell’intelletto che non fu già nei sensi.
Tommaso d’Aquino
Il problema del valore della conoscenza, cioè della corrispondenza delle nostre rappresentazioni con la realtà esterna, è il problema specifico della filosofia moderna da Cartesio a Kant.
Tra il seicento e il settecento la questione decisiva diventa la determinazione di quanto, nel processo conoscitivo, derivi dall’esperienza e quanto dall’attività dell’intelletto.
Razionalismo ed empirismo possono essere considerate, al riguardo, le due grandi modalità attraverso cui la filosofia tenta di risolvere la discussione circa l’origine, i limiti e la validità della conoscenza.
Tratto da Academia. edu la bella analisi di Pietro Piro su Riff Raff, Bubble e Non è ancora domani. Questi film , come scrive sempre Piro nel finale, possono essere utili per tracciare una mappa del processo di disumanizzazione radicaleche attraversa il nostro tempo informandolo e modellandolo alla luce di un’alienazione sempre più realizzata e completa.
In una società a rischio, caratterizzata da biografie di questo tipo, la possibilità di scivolare e cadere sono sempre in agguato, nonostante la sicurezza e il benessere apparenti. Di qui derivano l’ansia e il timore che pervadono anche i ceti sociali più elevati, tendenzialmente benestanti.
U. Beck, Costruire la propria vita
La povertà è una anomalia per i ricchi. È difficile capire perché la gente che vuole mangiare non suona la campanella per far portare la cena.
Walter Bagehot
Nel 1991 Kean Loach vinceva con il film Riff Raff(1991) il premio della critica internazionale al festival di Cannes. Un film duro, essenziale, impegnato. Il tema del film è arcinoto. Un ex galeotto dal fisico minuto e nervoso, approda in un cantiere edile dove i cosiddetti diritti dei lavoratori sono 2 sistematicamente calpestati.
È un giorno qualunque, nell’era dei robot, e il lavoratore tipo esce di casa per recarsi in ufficio. Le macchine, per strada, si guidano da sole. Il traffico pure: si dirige da sé. Lo sguardo può dunque alzarsi sopra la testa, dove, come ogni giorno, droni consegnano prodotti e generi alimentari di ogni tipo – oggi, per esempio, il pranzo suggerito dal frigorifero “intelligente”.
Sul giornale – quel che ne resta – gli articoli sono firmati da algoritmi. Giunto alla pagina finanziaria, il nostro si abbandona a un sorriso beffardo: il pezzo, scritto da un robot, parla delle transazioni finanziarie compiute, in automatico, da altri algoritmi.
Entrato in fabbrica, poi, l’ipotetico lavoratore di questo futuro (molto) prossimo si trova ancora circondato dall’automazione; per la produzione, ma anche per l’organizzazione, la manutenzione, perfino l’ideazione del prodotto: a dirci cosa piace ai clienti, del resto, sono ancora algoritmi.
Quel che mi resta, pensa ora senza più sorridere, è coordinare robot, o robot che coordinano altri robot. Finché ne avranno bisogno.
In alto: Parsons, Fielden, Lingg; al centro Spies; in basso Shwab, Engel, Fisher
The day will come when our silence will be more powerful than the voices you are throttling today Haymarket Martyr’s Monument
La storia del primo maggio affonda le sue radici nelle lotte operaie per le otto oreche infiammarono gli Stati Uniti tra il 1860 e il 1880.
Il 4 maggio 1886, uno sciopero a Chicago assunse dimensioni particolarmente vaste. Per disperdere gli scioperanti durante un comizio, le autorità fecero esplodere una bomba inpiazza Haymarket. Contro gli scioperanti fu aperto il fuoco.
Iniziò così una rappresaglia di massa contro gli operai, non solo a Chicago, il centro principale del movimento, ma in tutto il paese. Vennero arrestati centinaia di lavoratori ed otto di loro vennero processati.
Nonostante non fossero state trovate prove della responsabilità degli operai nell’attentato, il Tribunale di Chicago condannò a morte sette degli imputati: Albert Parsons, August Spies, Samuel Fielden, Michael Schwab, Adolf Fischer, George Engel e Louis Lingg; l’ottavo, l’imputato Oscar Neebe, a 15 anni di carcere.
Lingg morì durante la permanenza in carcere. Parsons, Spies, Engel e Fischer vennero giustiziati l’11 novembre 1897.
In un saggio del 2013, Carl Benedikt Frey e Michael Osborne della Oxford University hanno elaborato una metodologia previsionale del rischio automazione di impieghi e professioni. L’anno scorso i due autori hanno creato un sito che permette di esaminare la possibilità di robotizzazione di oltre settecento mestieri.
Sotto lo spazio di ricerca che permette di interrogare il sistema (cliccare sull’immagine):
Se si digita “taxi driver”, ad esempio, si otterrà il seguente risultato:
L’occupabilità, il reddito e la soddisfazione dei laureati nelle humanities, secondo il report dell’American academy of arts and sciences. Pubblicato da IlSole24Ore del 16 febbraio 2018.
Trovano lavoro, guadagnano tanto da «permettersi tutto quello che vogliono», soffrono di tassi di disoccupazione simili a quello degli altri dipartimenti. I luoghi comuni sui laureati in discipline umanistiche, diffusi anche al di fuori dell’Italia, rischiano di essere contraddetti dalla loro stessa argomentazione: le prospettive economiche.
Mentre a Milano i licei classici sono assediati da un numero di iscrizioni superiori alle proprie disponibilità, negli Stati Uniti un report dell’American academy of arts and sciences rivela che gli studi nelle «arti liberali» garantiscono margini di entrate e soddisfazione in linea agli altri corsi di studio.
Tre articoli, due usciti sul Sole 24Ore, il terzo su Doppiozero, intorno all’utilità del pensiero divergente coltivabile dalla filosofia e dalle scienze umane e alla parallela inutilità del loro studio manualistico e pedante.
Indice
1. Il Sole24Ore, Per le professioni del futuro bisogna studiare filosofia 2. Alberto Magnani, Le inutili lauree umanistiche danno sempre più lavoro 3. Riccardo Manzotti, Humanities si, cultura umanistica no
Ci sono domande a cui Google non può rispondere. Ma la capacità di saper ragionare adeguatamente e rispondere a quelle domande potrebbe essere una delle chiavi per preparare i ragazzi di oggi alle professioni di domani. Perché se molte delle professioni attuali saranno sostituite dalla tecnologia e dalla robotica (secondo la previsione che nel 2013 è stata effettuata da un gruppo di economisti della Oxford University più della metà dei lavori nei prossimi 20 anni), quello che distingue l’uomo dai computer sarà il vero valore aggiunto, anche nelle professioni del futuro. Per questo, ai lavori di domani, sarà richiesto di spaziare su più campi, di riuscire a mettere insieme più competenze e saperi. E, a sorpresa, un aiuto potrebbe arrivare, già nelle scuole, dalla filosofia. Come hanno deciso di fare in Irlanda.
Traccia di un tema di scienze umane sulla modernizzazione con lo schema di svolgimento. Per ragioni didattiche, le domande a risposta aperta sono proposte in un’altra prova.
Il candidato, avvalendosi anche della lettura e dell’analisi dei documenti riportati, spieghi in cosa consiste la radicale trasformazione economica a cui si deve il cambiamento di tutti i rapporti socialinella modernizzazione.
Analizzi, quindi, il seguente brano di André Gorz, spiegando in che modo questo cambiamento economico ha agito sul lavoro:
«La razionalizzazione del lavoro […] è stata una rivoluzione, una sovversione del modo di vita, dei valori, dei rapporti sociali e con la natura, l’invenzione nel pieno senso del termine, di qualcosa che non era mai esistito prima. L’attività produttiva si separava dal suo senso, dalle sue motivazioni e dal suo oggetto per diventare il semplice mezzo per guadagnare un salario. Essa cessava di far parte della vita per diventare il mezzo per guadagnarsi da vivere. Il tempo di lavoro e il tempo di vita si disgiungevano; il lavoro, i suoi attrezzi, i suoi prodotti assumevano una realtà separata da quella del lavoratore e dipendevano da decisioni estranee. La soddisfazione di “operare” in comune e il piacere di “fare” erano soppressi a vantaggio delle sole soddisfazioni che possono essere comprate dal denaro [André Gorz, Metamorfosi del lavoro, 1992, p. 31].
Svolgimento
La radicale trasformazione a cui allude il testo è il passaggio da un’economia tradizionale, di sussistenza, in cui gli individui lavorano per soddisfare i propri bisogni, a un’economia di produzione, in cui fine è la vendita e l’accumulazione di denaro.
La filosofia di Georg Wilhelm Friedrich Hegel (Stoccarda, 1770 – Berlino, 1831) nasce dall’aspirazione, condivisa con il movimento romantico, di veder conciliate le contraddizioni tra soggetto e oggetto, sentimento e ragione, individuo e società, finito e infinito, umano e divino, termini che la cultura moderna e illuministica aveva invece contrapposto.
Hegel accusa i filosofi moderni e, particolarmente Kant, di restare ancorati alle rigidità dell’intelletto (definirà seccamente il modo di pensare moderno, o kantiano, frutto di un «intelletto tabellesco»Pref. Fenom., pp. 40-41) e mantenere la loro riflessione sul livello astrattodella distinzione uomo/natura – per quanto riguarda il piano conoscitivo – e dell’opposizione di essere/dover essere su quello etico, senza cogliere il nesso razionale e necessario che lega i singoli aspetti della realtà.
Hegel sarà infatti il sistematore di quella linea di pensiero che, a partire da Fichte, rifiuta la concezione dogmatica dell’essere, inteso come realtà oggettiva e indipendente dal soggetto e la riconduce all’attività creativa dello spirito.
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