Sul tema è intervenuto un giovane universitario siciliano che ha telefonato a Prima pagina (8:20) per denunciare i tagli al diritto allo studio della Regione Sicilia.
A un anno dal terremotoche ha colpito l’Umbria e le Marche, la scuola dedica una giornata di riflessione alle misure di sicurezza nei luoghi pubblici, con una serie di interventi volti a stimolare la discussione tra gli studenti [il programma della giornata è in coda all’articolo].
Il mio è dedicato al dibattito settecentesco sul terremoto di Lisbona. Il disastro più celebre della storia europea avvia, infatti, una riflessione sulle catastrofi che costituisce uno spartiacque tra le teorie scientifiche e filosofiche intorno ai fenomeni naturali.
Nasce qui la meteorologia moderna e il radicamento di un nuovo pensiero eretico.
Indice
1. Lisbona, 1 Novembre 1755, h. 9.30 2. La filosofia delle catastrofi
2.1 Un nuovo punto di vista
1.Lisbona, 1° Novembre 1755, h. 9,30
È il primo novembre 1755, giorno di Ognissanti. Alle 9,40 del mattino, a Lisbona, le chiese sono affollate di gente e di ceri accesi per le celebrazioni liturgiche, quando tre scosse di terremoto (nono grado della scala Richter) che si susseguono per diciassette minuti fanno crollare i palazzi più grandi e le chiese, causando la fuga disordinata delle persone verso la costa e la foce del fiume Tago che credevano più sicure.
Il pensiero di Kant rappresenta il punto più alto raggiunto dall’Illuminismo e dalla modernità e, al tempo stesso, l’inizio della sua dissoluzione, contenendo gli elementi per il superamento (idealistico) della sua filosofia, il criticismo.
Indice
1. Introduzione a Kant 2.Gli scritti precritici 1755-1763
2.1 La visione quantitativa e meccanicistica del cosmo 2.2La critica del dogmatismo razionalista 2.3 Le letture di Kant
3.Verso la svolta critica: gli scritti tra il 1766 e il 1770
3.1Il nuovo compito della metafisica 3.2 Il risveglio dal sonno dogmatico 3.3L’annuncio delle forme a priori della soggettività
4. Il«tribunale della ragione» e la «rivoluzione copernicana»
4.1 Il problema della metafisica come scienza e la naturale tendenza ad essa della ragione 4.2 Il rovesciamento della prospettiva conoscitiva 4.3 La struttura della Critica della ragion pura
5. La fondazione della conoscenza oggettiva: i giudizi sintetici a priori
5.1 La teoria dei giudizi 5.2L’uso dei giudizi analitico e sintetico nel dibattito filosofico 5.3 Il giudizio scientifico come sintetico a priori
6.L’estetica trascendentale
6.1La funzione della sensibilità (o intuizione) 6.2Le forme a priori della sensibilità: spazio e tempo
7.L’Analitica trascendentale
7.1 L’Analitica dei concetti
7.1.1 Intuizioni e concetti 7.1.2L’Analitica trascendentale 7.1.3Dall’intuizione al concetto: giudizi percettivi e giudizi d’esperienza 7.1.4Le categorie o concetti puri dell’intelletto 7.1.5La sintesi a priori dell’intelletto 7.1.6 La deduzione metafisica 7.1.7La deduzione trascendentale e l’Io penso
8. L’analitica dei principi: lo schematismo trascendentale e l’uso delle categorie
9. Fenomeno e noumeno
10. La dialettica della ragione
10.1La ragione pura come sede della parvenza trascendentale 10.2La critica della cosmologia razionale e dell’idea del mondo come totalità 10.3La critica della psicologia razionale e dell’idea dell’anima come sostanza eterna e incorruttibile 10.4La critica della teologia razionale e delle prove dell’esistenza di Dio
11. L’etica kantiana
11.1L’autonomia dell’etica dalla religione 11.2La natura umana 11.3 Il compito della filosofia morale 11.4Un’etica formale 11.5Le massime della volontà 11.6Il dovere e l’imperativo morale 11.7L’imperativo categorico e le sue formulazioni
12. La Critica del giudizio 13.Gli scritti politici. La Risposta alla domanda: Cos’è l’Illuminismo?
La personalità è un’organizzazione più o meno durevole di forze nell’ambito dell’individuo.
Queste forze persistenti della personalità contribuiscono a determinare la risposta in varie situazioni, e a queste si può quindi attribuire in gran parte la coerenza del comportamento, sia esso verbale o corporeo.
Ma il comportamento, per quanto coerente, non è la stessa cosa che la personalità (vedi lo studio di Richard Lapiere sulla percezione americana degli asiatici nel 1934, NDR) la personalità sta dietro al comportamento e all’interno dell’individuo. Le forze della personalità non sono risposte ma disposizioni alla risposta […].
Una traccia del tema di scienze umane creata da un articolo di Susan Okin e impiegata in classe per la simulazione della seconda prova dell’esame di stato. In coda lo schema dello svolgimento, proposto dopo la correzione degli elaborati degli studenti.
L’identità
PRIMA PARTE
Il candidato, avvalendosi anche della lettura e dell’analisi dei documenti riportati, illustri la questione dell’identità, soffermandosi poi sul possibile contrasto tra identità culturale (o etnica) e parità di genere.
Per femminismo intendo la convinzione che le donne non debbano essere svantaggiate dal loro sesso, che debba essere loro riconosciuta una pari dignità rispetto agli uomini, e la stessa possibilità degli uomini di vivere una vita soddisfacente e liberamente scelta.
“Il multiculturalismo [… per l’aspetto che qui interessa] èla tesi, in contesti di democrazie fondamentalmente liberali, che le culture o gli stili di vita minoritari non sono protetti a sufficienza dalla garanzia di diritti individuali ai loro membri. Perciò le culture devono essere protette per mezzo di speciali diritti di gruppo o privilegi.
Un bilancio dell’eredità sovietica a 100 anni dalla rivoluzione tratto da SenzaSoste.it, e la cronaca dei fatti raccontata da Ezio Mauro su Repubblica.
[…] sono due i grandi insegnamenti di Lenin e della rivoluzione d’ottobre immediatamente utili ai giorni nostri. Il primo è dovuto al fatto che i cambiamenti epocali, come le rivoluzioni classiche insegnano, si fanno solo con una rete di professionisti della politica. Magari evitando l’impressione, che ebbe Rosa Luxemburg di una Russia “governata solo da una dozzina di persone” pochi mesi dopo la rivoluzione. Uno scandalo comunque in una politica odierna che, non solo in Italia, pullula di professionisti di ogni tipo, di “tecnici” di ogni genere meno che dell’agitazione politica di massa (che è un qualcosa di più complesso che saper coltivare un account sui social media).
La seconda è che i grandi cambiamenti epocali si pensano e si progettano sapendo guardare allo scenario del capitale finanziario globale. Non esiste cambiamento, non esiste politica, non esiste scenario di rottura senza la comprensione di ciò che accade nel cielo della finanza. In poche parole, solo dalla comprensione di ciò che accade nella finanza, e nelle reti di potere macro e microfisico che determina, è possibile dare spessore politico all’insurrezione.
Commenti recenti