Archive for Gennaio, 2023

27 Gennaio, 2023

Il dibattito sulla famiglia

by gabriella

Spunti di lettura per una riflessione in classe sulle trasformazioni della famiglia.

1.I cambiamenti della convivenza in Occidente e le diversità culturali in relazione alla parentela
2.
Umberto Galiberti, La famiglia è un’istituzione naturale?
3. Marco Aime, Enzo Bianchi, Il sinodo dei vescovi sulla famiglia (2015)
4. Vincenzo Matera, L’antropologia culturale di fronte alle diversità umane intorno alla parentela

La famiglia cambia ed è sempre cambiata anche in Occidente. Umberto Galimberti si interroga dunque sulla possibilità o meno che la famiglia sia istituzione “naturale“.

Nel 2015, la trasmissione di approfondimento religioso Uomini e profeti ha dedicato la puntata del 4 ottobre al Sinodo dei vescovi dedicato alla “vocazione e missione della famiglia nel mondo contemporaneo”. Sono intervenuti l’antropologo Marco Aime e l’ex priore del monastero di Bose, Enzo Bianchi.

Conclude la sintesi di Vincenzo Matera, che spiega perché, alla luce dei saperi antropologici, non esiste una famiglia naturale, né una natura che regoli stabilmente i comportamenti dell’uomo.

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21 Gennaio, 2023

Pietro Piro, Tre film su lavoro, alienazione, solidarietà

by gabriella

Tratto da Academia. edu la bella analisi di Pietro Piro su Riff Raff, Bubble e Non è ancora domani. Questi film , come scrive sempre Piro nel finale, possono essere utili per tracciare una mappa del processo di disumanizzazione radicale che attraversa il nostro tempo informandolo e modellandolo alla luce di un’alienazione sempre più realizzata e completa.

In una società a rischio, caratterizzata da biografie di questo
tipo, la possibilità di scivolare e cadere sono sempre in
agguato, nonostante la sicurezza e il benessere apparenti. Di
qui derivano l’ansia e il timore che pervadono anche i ceti
sociali più elevati, tendenzialmente benestanti.
U. Beck, Costruire la propria vita

La povertà è una anomalia per i ricchi. È difficile capire
perché la gente che vuole mangiare non suona la campanella
per far portare la cena.
Walter Bagehot

Nel 1991 Kean Loach vinceva con il film Riff Raff (1991) il premio della critica internazionale al festival di Cannes. Un film duro, essenziale, impegnato. Il tema del film è arcinoto. Un ex galeotto dal fisico minuto e nervoso, approda in un cantiere edile dove i cosiddetti diritti dei lavoratori sono 2 sistematicamente calpestati.

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18 Gennaio, 2023

Fake news

by gabriella

Le Fake news tornano al centro dell’attenzione e soprattutto del dibattito politico. Dopo la pubblicazione di un’inchiesta sul New York Times, che ipotizza rapporti tra siti italiani e russi, e dunque un possibile pericolo per le elezioni italiane, è scoppiata la polemica tra partiti e stampa sull’uso e l’abuso delle notizie, vere, false o pilotate.

Il filo diretto di Prima Pagina del 28 novembre 2017, la puntata di Tutta la città ne parla del 27 novembre 2017, gli articoli di Marco Gervasoni sul Messaggero del 28 novembre e di Gianantonio Stella sul Corriere della Sera di oggi.

 

 

1. Fake News e politica

Ne discutono con Pietro del Soldà e i radioascoltatori di Tutta la città ne parla, Juan Carlos de Martin  (Politecnico di Torino), Oreste Pollicino (Università Bocconi di Milano), Arianna Ciccone (Fondatrice del Festival di giornalismo di Perugia, Valigia Blu), Andrew Spannaus (Transatlantico.info).

Gli approfondimenti del sito della trasmissione:

Il Post.it, Perché tutti parlano di nuovo di “fake news”: l’articolo del New York Times che ipotizza un collegamento tra siti della Lega Nord, del M5S e filorussi

Bruno Saetta su ValigiaBlu, Perché le soluzioni al problema ‘fake news’ sono a loro volta un problema

Flavia Perina su L’inkiesta, Le fake news sono le nuove scie chimiche. L’idea che qualche haker stia influenzando la nostra campagna elettorale è francamente risibile. E mostra tutta la debolezza dell’Occidente.

Affaritaliani.it, Fake news, allarme dagli USA, Italia a rischio. Renzi: Facebook agisca

 

2. Marco Gervasoni, Il caso Fake news/false notizie. La cultura come antidoto al male antico

Nulla di solito ha l’aria più falsa del vero, mentre il falso ha sempre una grande apparenza di probabilità».

Con questa battuta dello scrittore francese Theophile Gautier si potrebbe chiudere la polemica sulle cosiddette «false notizie» (usiamola, la lingua italiana!) Nonostante l’età media del nostro paese sia piuttosto alta, sembra infatti che tutti abbiano smarrito la memoria anche recente, novelli Alice nel paese della meraviglie. E allora, per rinfrescarla un po’, ricordiamo che… [l’articolo letto a Prima pagina].

 

3. Gianantonio Stella, 500 anni fa lo smascheramento della più grande bugia storica.

L’imperatore Costantino offre a papa Silvestro la tiara imperiale, affresco nell’Oratorio di San Silvestro a Roma

Lorenzo Valla (1407 – 1457)

Nel 1517 veniva dato alle stampe il testo che smascherava la Donazione di Costantino. Da Napoleone ucciso dai cosacchi ai Savi di Sion, la lunga tradizione dei falsi storici. Tratto dal Corriere della Sera, 29 novembre 2017.

Non c’è gara: la bufala più grande di tutti i tempi, per quanto si sforzino i russi e tutti gli altri fabbricanti di menzogne stranieri e nostrani, è già stata pubblicata. Tredici secoli fa. E cambiò la storia del mondo. Finché non sbucò fuori Lorenzo Valla che nel 1440, mettendo a frutto gli studi di filologia e di retorica ma più ancora esercitando lo spirito di uomo libero, scrisse Il Discorso sulla falsa e menzognera donazione di Costantino.

Il documento, scrive Carlo Ginzburg, aveva avuto una «circolazione larghissima» per tutto il Medioevo. E

«certificava che l’imperatore Costantino, in segno di gratitudine verso papa Silvestro che lo aveva guarito miracolosamente dalla lebbra, si era convertito al cristianesimo, donando alla Chiesa di Roma un terzo dell’impero».

In realtà, continua lo storico, è opinione oggi condivisa

«che il constitutum sia stato redatto verso la metà del secolo VIII per fornire una base pseudo-legale alle pretese papali al potere temporale», ma per molto tempo la donazione «non venne assolutamente messa in dubbio». Nemmeno da Dante, convinto che quel potere temporale avesse gettato le premesse della corruzione della Chiesa: «Ahi, Costantin, di quanto mal fu matre,/ non la tua conversion, ma quella dote/ che da te prese il primo ricco patre».

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11 Gennaio, 2023

Il materialismo storico

by gabriella

Ludwig Feuerbach

Con Marx ed Engels, la filosofia europea arriva a una nuova definizione dell’umano: noi siamo non solo il risultato delle esperienze e degli stimoli che abbiamo ricevuto, ma anche i creatori e produttori di queste esperienze e stimoli, dunque l’uomo è creatore di se stesso.

Di qui la spiegazione della storia, dei valori, dello spirito dei tempi che cambia in funzione delle scelte e dello sguardo degli uomini che costruiscono le condizioni di esperienza delle generazioni successive.

Gli idealisti tedeschi arrivano, con Feuerbach a concepire la coscienza umana come un prodotto delle condizioni in cui singoli e collettività vivono, cioè come un prodotto della loro esistenza.

Marx oltrepassa questa prospettiva per indicare l’uomo come l’essere che trasforma il mondo ed è egli stesso il prodotto della propria creazione (cioè delle trasformazioni operate dalle generazioni precedenti).

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10 Gennaio, 2023

Friedrich Engels, L’origine della famiglia

by gabriella
Friedrich Engels (1820 - 1895)

Friedrich Engels (1820 – 1895)

Nel 1884, Friedrich Engels pubblica L’origine della famiglia, della proprietà privata e dello Stato, un testo che tiene conto delle ricerche di Bachofen sul matriarcato e di Lewis Henry Morgan sulle società antiche.

Engels riprende la tesi dell’evoluzione lineare delle società, depurandola dal portato gerarchico a cui è stata intrecciata per l’intero ottocento e interpretando le spinte evolutive con le tesi materialiste secondo le quali le forme di coscienza emergono al raggiungimento della maturità delle forme produttive corrispondenti.

Trasformando tutte le cose in merci, la produzione capitalistica

«dissolse tutti gli antichi rapporti tradizionali e mise al posto del costume ereditario e del diritto storico la compravendita e il “libero” contratto». Anche il matrimonio divenne un contratto e, pur rimanendo un matrimonio di classe, «all’interno della classe venne concesso agli interessati un certo grado di libertà di scelta».

La grande industria ha poi aperto alla donna operaia la via della produzione sociale, ma se essa vi si inserisce, non è più in grado di assolvere i doveri familiari, e viceversa, come rilevavano anche i fautori liberali dell’emancipazione. Ciò traccia tuttavia, la strada per l’emancipazione dalla famiglia monogamica dove si esercita il più brutale asservimento della donna all’uomo.

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10 Gennaio, 2023

Simone de Beauvoir, Donna non si nasce, si diventa

by gabriella

Simone De Beauvoir (1908 – 1986)

Pubblicato nel 1946, Il secondo sesso [trad. it. Milano, Euroclub, 1979; pp. 14-18; 27-28] è una fondamentale riflessione sulla donna, ricca di riferimenti storici, filosofici, antropologici. Il punto di partenza di Simone de Beauvoiu è che la donna diventa tale accettando le costrizioni che la vogliono subordinata, «altro» rispetto all’«uno». Secondo sesso rispetto al primo, quello maschile.

Se la sua funzione di femmina non basta a definire la donna, se ci rifiutiamo anche di spiegarIa con «l’eterno femminino» e se ciò nonostante ammettiamo che, sia pure a titolo provvisorio, ci sono donne sulla terra, dobbiamo ben proporci la domanda: che cosa è una donna?

L’enunciazione stessa del problema mi suggerisce subito una prima risposta. È significativo che io lo proponga. A un uomo non verrebbe mai in mente di scrivere un libro sulla singolare posizione che i maschi hanno nell’umanità. Se io voglio definirmi, sono obbligata anzitutto a dichiarare: «Sono una donna»; questa verità costituisce il fondo sul quale si ancorerà ogni altra affermazione. Un uomo non comincia mai col classificarsi come un individuo di un certo sesso: che sia uomo, è sottinteso. È pura formalità che le rubriche: maschile, femminile appaiono simmetriche nei registri dei municipi e negli attestati d’identità.

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9 Gennaio, 2023

Paolo Ercolani, La filosofia delle donne: uguaglianza, differenza, indifferenza. Nancy Fraser, Come il femminismo divenne l’ancella del capitalismo

by gabriella

adamo-ed-evaDopo un’efficace panoramica della tradizione pagana e cristiana del pregiudizio di genere, Ercolani si sofferma sul pensiero femminista tra affermazione della differenza e ricerca dell’uguaglianza, con condivisibili osservazioni finali ispirate dal Manifesto per un nuovo femminismo e particolarmente dal contributo di Sara Giovagnoli. Dal Rasoio di Occam.

Indice

1. Un antico pregiudizio
2. Fra tradizione pagana e cristiana
3. Uguaglianza e differenza
4. Per un nuovo femminismo tra Freud ed Hegel
5. Nancy Fraser, Come il femminismo divenne l’ancella del capitalismo

 

1. Un antico pregiudizio

Che si tratti di un essere fisiologicamente connaturato al male, capace di accoglierlo e di produrlo (e riprodurlo?) in maniera perfino inimmaginabile da parte dell’uomo, è convinzione radicata e agevolmente riscontrabile nel panorama culturale dell’Occidente.

Se è la prima donna Eva a convincere il primo uomo Adamo a disobbedire al volere divino, introducendo così nel mondo il peccato e soprattutto la morte, secondo la chiosa di S. Paolo (Biblia sacra: Rom 5,12), morte che Dio non aveva previsto originariamente per la sua creatura prediletta (Biblia sacra: Sp 2,24); è sempre una donna, stavolta la moglie, a tentare il buon Giobbe, descritto di per sé come «integro e retto, timorato di Dio ed estraneo al male», esortandolo a maledire Dio per tutti i colpi gratuiti ricevuti (Biblia sacra: Gb 1,1 e 2,9).

Né le cose andavano meglio nella cultura della Grecia antica, dove la donna era vista come un essere irrazionale e ferino, sostanzialmente portatore di discordie, guerre e, infine, morte. Nel poema esiodeo de Le opere e i giorni è Pandora, una donna, colei che recita il ruolo di portatrice dei doni che gli dèi fanno agli uomini (fra i quali proprio le donne), dando in questo modo inizio alle interminabili sciagure che da quel momento li avrebbero colpiti (Esiodo, Opere e giorni: vv. 80-82).

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