Archive for Maggio, 2019

29 Maggio, 2019

L’educazione interculturale. Progettazione del tema

by gabriella

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Premessa

– nella storia l’incontro tra culture è sempre stato causa di innovazione, di conflitti e di riflessione filosofica (relativismo dei sofisti; dibattito sull’umanità degli schiavi tra Las Casas e Oviedo, nascita dell’antropologia culturale)

– in antropologia Boas e Kroeber hanno teorizzato il particolarismo delle culture che evolvono secondo una propria linea di sviluppo storico, anche se scambiano elementi con altre culture (cenni alle posizioni contrarie di Comte e Spencer), ponendo le basi per il relativismo culturale (cfr., etnocentrismo)

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26 Maggio, 2019

Pedagogia speciale e didattica inclusiva [bozza]

by gabriella

Un approfondimento sulla pedagogia speciale e la didattica capace di educare ragazzi disabili o in situazione di disagio, favorendone l’inclusione sociale.

Verso la pedagogia speciale

Indice

1. La nascita della pedagogia speciale

1.1 Il «Selvaggio dell’Aveyron»

 

2. Séguin e l’educazione degli idioti

2.1 Ovide Decroly
2.2
Maria Montessori

 

3. L’inserimento scolastico dei disabili in Italia

 

1. La nascita della pedagogia speciale

La pedagogia speciale nasce con il rifiuto dell’idea di ineducabilità di un individuo in condizioni di handicap e, successivamente, della segregazione in istituto delle persone portatrici di disabilità.   

Esclusi dai contesti educativi e considerati fino ad allora irrecuperabili, i ragazzi portatori di handicap fanno le loro prime esperienze scolastiche, superando in questo modo le esperienze di custodia ed assistenza.

La pedagogia speciale affonda le sue radici in Francia, nel clima illuministico della fine del ‘700 e dell’interesse per lo studio dell’uomo e dell’educazione che vede la nascita dei primi istituti per l’educazione delle persone con menomazioni sensoriali uditive e visive.

Philippe Pinel (1745 – 1826)

In questi anni Philippe Pinel elabora le prime classificazioni mediche per cercare relazioni tra malattie e alterazioni anatomiche e la scienza è scossa dal ritrovamento del «Selvaggio dell’Aveyron» (1798-1800) di cui si prenderà cura Jean-Gaspard Itard.

Ragazzi selvaggi

Con Jean-Gaspard Itard il problema dell’educazione dei disabili passa dalla medicina alla pedagogia.

 

 

2. Séguin e l’educazione degli idioti

Edouard Séguin (1812 – 1880)

«Lo scopo dell’educazione, lungi dall’essere la passività, è la libertà,
e la prima condizione per essere libero è di volerlo».
Édouard Séguin

Si deve ad un allievo di Itard, Edouard Séguin, la prosecuzione dell’attività educativa dei ragazzi disabili il cui stato, osservava lo studioso, aveva impedito di accedere ad esperienze educative significative per il loro progresso.

Con ciò Séguin rifiutava il paradigma medico dell’irrecuperabilità biologica, per puntare sull’importanza del contesto socioculturale e dell‘educazione emendativa (cioè capace di promuovere il recupero del ragazzo disabile).

La disabilità ora non impedisce più all’educatore di vedere l’umanità nell’allievo e di progettarne l’elevazione morale e lo sviluppo dell’affettività.

Dopo Séguin, le esperienze più significative si inseriscono già nel filone dell’attivismo pedagogico con due medici, Décroly e Montessori, che preferiranno entrambi l’educazione alla cura sanitaria.

Ovide Decroly

Maria Montessori

 

3. L’inserimento scolastico dei disabili in Italia [bozza]

Nell’inserimento scolastico dei disabili, l’Italia è stata all’avanguardia sul piano legislativo. Con la L. 517/1977 gli istituti speciali, che si limitavano a segregare i ragazzi senza proporre un progetto di vita, vengono chiusi e si offre la possibilità ai portatori di disabilità di inserirsi nella scuola pubblica, accompagnati da insegnanti specializzati.

La L. 270/1982 ha dato anche ai bimbi disabili in età da scuola materna la possibilità di frequentarla con un insegnante di sostegno. La legge 262 del 1988 ha esteso questa possibilità ai ragazzi delle scuole superiori.

Negli ultimi decenni, l’obiettivo del semplice inserimento è stato sostituito da quello dell’integrazione che si prefigge di rendere il soggetto disabile membro effettivo della vita scolastica attraverso l’attenzione ai suoi bisogni e la partecipazione alle attività del gruppo classe.

Il provvedimento più importante in questa direzione è la legge 104/92, una legge-quadro che detta regole e condizioni per il successo formativo dei bambini o ragazzi disabili nelle scuole. Essa prevede una serie di concetti importanti: in primo luogo, al momento dell’ingresso a scuola l’alunno disabile deve essere provvisto di una diagnosi funzionale; in secondo luogo, su questa base, docenti di classe, insegnanti di sostegno ed servizi sanitari devono stilare il profilo dinamico funzionale, ossia una descrizione dell’alunno da più punti di vista e le sue difficoltà di apprendimento; per concludere questa procedura vi è la stesura del PEI, ossia del Piano Educativo Individualizzato, documento che elabora un progetto educativo “su misura” dell’alunno disabile.

In seguito, è stato riconosciuto che vi sono inoltre dei bambini e ragazzi che, pur non essendo classificati come diversamente abili, hanno delle caratteristiche particolari che possono limitare il loro successo scolastico. Sono state fatte delle leggi, 170/2010 e una direttiva ministeriale nel 2012, per le persone affette da Disturbo specifico di apprendimento (DSA) e per persone con Bisogni Educativi Speciali (BES).

Come affermato all’inizio, handicap è un termine il cui uso nella pedagogia italiana è oggi meno diffuso, poiché è stato sostituito da persona disabile o diversamente abile. Seguendo però la terminologia introdotta dall’Organizzazione mondiale della Sanità nel 1980, queste espressioni designano aspetti diversi delle persone cui facciamo riferimento: l’Oms definisce l’handicap come condizione di svantaggio sociale di una persona divenuta disabile in seguito a un danno (legato a incidente, malattia o  condizione genetica).

Pablo Pineda e l’educabilità dei ragazzi disabili

 

Esercitazione

Facendo riferimento alle proprie conoscenze, argomentare come la scuola possa essere una comunità educativa capace di riconoscere l’originalità di ogni individuo e di includere ogni studente.

21 Maggio, 2019

La filosofia dell’educazione di Jacques Maritain

by gabriella

 

Eugène Dévaud (1876 - 1942)

Eugène Dévaud (1876 – 1942)

L’influente dottrina del personalismo e l’antimodernismo del cattolicesimo fine ottocentesco.

Indice

1. La reazione cattolica all’attivismo pedagogico
2. Il personalismo di Jacques Maritain

2.1 Antropologia personalistica e fine dell’educazione [tratto da L’educazione della persona, 1959]
2.2 Simulazione di seconda prova su Maritain

 

1. La reazione cattolica all’attivismo pedagogico

Il mondo cattolico ha guardato con sospetto e distanza alle innovazioni dell’attivismo pedagogico, nella convinzione che la scuola nuova mettesse in discussione l’educazione cristiana.

La principale obiezione mossa dai filosofi cattolici all’attivismo, consiste nel rilievo che l’uomo non è solo natura istintiva e sensibile, ma anche spirituale e razionale e che il suo destino non è solo di ordine sociale, ma anche personale e religioso. Per questo, secondo lo svizzero Eugène Dévaud, la vera scuola attiva è quella che considera tutto l’uomo, inclusi gli aspetti spirituali e religiosi, ed è perciò quella ispirata all’umanesimo cristiano, il solo in grado di indicare il senso all’esperienza umana.

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20 Maggio, 2019

Il cambiamento di paradigma della scuola contemporanea

by gabriella

La scuola contemporanea è soggetta a importanti cambiamenti, frutto di scelte operate a livello continentale negli anni ’90 per fronteggiare le sfide della globalizzazione.

Il recepimento degli indirizzi comunitari è iniziato in Italia con la Conferenza Nazionale sulla scuola (gennaio 1990) che, invocando criteri di efficienza nell’uso delle risorse attribuite alla scuola, si è prefissa obiettivi (poi, non raggiunti) di riduzione della dispersione scolastica e di innalzamento della qualità dell’istruzione per portare tutti gli studenti a padroneggiare la lingua madre e possedere un bagaglio soddisfacente di competenze logico-conoscitive attraverso l’autonomia scolastica [per approfondimenti vedi l’articolo sottostante].

Breve storia della scuola italiana dall’unità ad oggi

Dopo l’equiparazione della scuola privata a quella statale e la relativa concessione di finanziamento pubblico (1998; 1999; 2000), agli inizi degli anni zero, la decostituzionalizzazione della scuola repubblicana (cioè l’abbandono dell’art. 3 come baricentro dell’azione educativa) si manifestava con l’adattamento della scuola pubblica alle aspettative dell’impresa, l’introduzione dell’Alternanza Scuola-Lavoro e l’avvio del sistema di valutazione nazionale (INVALSI) finalizzato nelle dichiarazioni all’innalzamento della qualità dell’istruzione, ma funzionante, di fatto, come un’ulteriore accelerazione verso apprendimenti di minore spessore culturale, centrati sul principio di prestazione [mappa con link].

19 Maggio, 2019

#iononsorvegliosveglio

by gabriella

Il fascismo non si ripresenta necessariamente nelle stesse forme del passato, ma lo riconosci sempre. #art21, #art.33.

Fascism, wherever it appears, 
is the enemy.

Philip K. Dick

 

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17 Maggio, 2019

Sandro Iannaccone, Non esiste una realtà “oggettiva”

by gabriella

oggetto della nostra dimensione materiale

Un articolo uscito su Wired, presenta l’ultimo affascinante esperimento di meccanica quantistica dedicato alla prova sperimentale del principio di indeterminazione di Heisemberg, secondo il quale lo sguardo dell’osservatore, in particolare l’attività di misurazione, modificano ciò che si sta guardando.

La realtà quantistica, spiega Rovelli intervistato in proposito, è sostanzialmente relazionale: ogni elemento esistente appartiene a due sistemi, non ad uno soltanto.

Prendete un pallone. Da calcio, da basket, da pallamano; non importa. Sparatelo con un cannone e riprendete la scena con telecamere ad altissima definizione. Ora riesaminate il video al computer – vi è concessa tutta la potenza computazionale di cui avete bisogno – e provate a determinare, istante per istante, posizione e velocità del pallone.

Se siete stati abbastanza accurati, riuscirete senza dubbio a portare a termine il processo di misura in modo più che soddisfacente: i numeri che otterrete coincideranno, con ottima approssimazione, con quelli previsti dalle equazioni dei modelli teorici che descrivono il moto del pallone.

E potete star certi che il pallone, con o senza telecamere, avrebbe percorso esattamente la stessa traiettoria con le medesime caratteristiche. In altre parole, e generalizzando: ai sistemi macroscopici poco importa chi li sta osservando, e come lo sta facendo.

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14 Maggio, 2019

Dalla pedagogia dell’emancipazione a quella dell’inclusione

by gabriella

Dal 700 all’800, nel passaggio dalla pedagogia illuminista a quella romantica, si verifica una significativa trasformazione degli obiettivi dell’educazione popolare – o della scuola «repubblicana», visto che la scuola della Rivoluzione Francese lo è già.

Mentre la scuola di Condorcet è l’istituzione attraverso la quale la società garantisce al popolo le condizioni di benessere che si devono a un popolo libero, emancipandolo dall’ignoranza e liberandolo dal bisogno, la scuola ottocentesca ripiega sulla filantropia e sull’obiettivo ben più limitato dell’inclusione.

Non si tratta più di rimuovere, attraverso l’istruzione, le condizioni della diseguaglianza, ma di fornire gli strumenti indispensabili per vivere nella condizione che la nascita ha assegnato a ognuno. Vediamo così Pestalozzi soccorrere gli orfani e i figli dei poveri per insegnare loro un lavoro con cui sfamarsi.

10 Maggio, 2019

Andrea Ivaz Melis, Ma dimmi tu

by gabriella

Del poeta sardo Andrea Ivaz Melis.

Ma dimmi tu! “Ma dimmi tu questi negri
che vengono a prendersi per disperazione
ciò che noi ci prendemmo con la violenza,
la spada e la croce santa,
lasciandoci dietro solo disperazione

Ma dimmi tu questi negri
che hanno cellulari e guardano le nostre donne,
mentre noi da sempre
ci fottiamo le loro
un tanto a botta nelle strade nere delle periferie,
e prendiamo il silicio dalle cave delle loro terre,
e come osano poi questi negri
avere desideri proprio uguali ai nostri
manco fossero umani

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8 Maggio, 2019

John Dewey, Il mio credo pedagogico. Testo commentato

by gabriella

Pubblicato a New York nel 1897 [la traduzione italiana esce nel 1913], Il mio credo pedagogico espone, nella forma di un atto di fede i principi dell’“educazione progressiva”, sperimentata dall’anno precedente nella scuola-laboratorio che Dewey aveva fondato presso l’Università di Chicago.

Nei cinque articoli di cui è composto il testo, l’autore illustra le tesi fondamentali di questo nuovo indirizzo dell’educazione moderna che saranno, da questo momento, il manifesto del movimento della scuola attiva.

Il testo è tratto da John Dewey, Il mio credo pedagogico. Antologia di scritti sull’educazione [a cura di Lamberto Borghi], Firenze, La Nuova Italia, 1952, pp. 3-31], il commento è mio.

 

Articolo I. Cos’è l’educazione

ogni educazione deriva dalla partecipazione dell’individuo alla coscienza sociale della specie. Questo processo inizia inconsapevolmente quasi dalla nascita e plasma continuamente le facoltà dell’individuo [..] mediante questa educazione inconsapevole, l’individuo giunge a condividere le risorse intellettuali e morali che l’umanità è riuscita ad accumulare.

  • L’educazione è il processo di conquista da parte dei giovani delle capacità e delle conoscenze degli adulti dei quali ripropone le sfide: è una socializzazione e uno sviluppo di facoltà
  • Con l’educazione il giovane partecipa della vita della sua comunità e vi si inserisce in modo attivo

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5 Maggio, 2019

Svegliati e segui il coniglio bianco, ragazzo ..

by gabriella

Esercitazione transdisciplinare su Platone e la percezione della realtà (tanto dal punto di vista psicologico che sociologico).

Rivedi Matrix, eventualmente rileggendo la sceneggiatura per riflettere sui passaggi più significativi, poi rispondi alle seguenti domande con un testo, una mappa con testi e immagini o una presentazione ppt.

Matrix

1. Che cos’è Matrix? Analizza il brano seguente e spiegane il significato:

Matrix è ovunque. È intorno a noi. Anche adesso, nella stanza in cui siamo. È quello che vedi quando ti affacci alla finestra, o quando accendi il televisore. L’avverti quando vai al lavoro, quando vai in chiesa, quando paghi le tasse. È il mondo che ti è stato messo davanti agli occhi per nasconderti la verità.
NEO: Quale verità?
MORPHEUS: Che tu sei uno schiavo, Neo. Come tutti gli altri, sei nato in catene, sei nato in una prigione che non ha sbarre, che non ha mura, che non ha odore. Una prigione per la tua mente. Nessuno di noi è in grado, purtroppo, di descrivere Matrix agli altri. Dovrai scoprire con i tuoi occhi che cos’è.

2. Che cos’è la realtà? Rileggi la lezione di psicologia sulla percezione e rifletti sull’inadeguatezza dei sensi a garantirci la corrispondenza delle nostre sensazioni alla realtà, poi commenta il brano seguente:

Che vuol dire reale? Dammi una definizione di reale. Se ti riferisci a quello che percepiamo, a quello che possiamo odorare, toccare e vedere, quel reale sono semplici segnali elettrici interpretati dal cervello. Questo è il mondo che tu conosci. Il mondo com’era alla fine del Ventesimo secolo. E che ora esiste solo in quanto parte di una neuro-simulazione interattiva che noi chiamiamo Matrix. Sei vissuto in un mondo fittizio, Neo. Questo è il mondo che esiste oggi. Benvenuto nella tua desertica nuova realtà.

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