Posts tagged ‘moltiplicatore keynesiano’

15 Gennaio, 2015

Piergiorgio Gawronski, Neoliberismo e sostegno all’offerta

by gabriella

Un articolo molto chiaro per capire il ruolo delle norme sul lavoro nel nuovo ciclo di accumulazione neoliberale. Tratto da Micromega.

grande accumulazione

L’accumulazione originaria

Sul Corriere, dopo aver ricordato che in Italia “il Prodotto interno lordo scende da 13 trimestri”, i due alfieri del liberismo nostrano (Giavazzi e Alesina, NDR) offrono la loro ricetta 2015 per “porre fine alla recessione”. E spiegano: “La riforma del mercato del lavoro non basta. Ci vuole anche più domanda”. Bene. Cioè… insomma: se ci vuole più domanda, allora la riforma del mercato del lavoro non è che “non basta”, è proprio dannosa: deprime la domanda! “Ci vuole più domanda” è come dire che c’è un eccesso di potenziale di offerta. Ma il Jobs Act mira a stimolare ulteriormente questo potenziale; se proprio lo si vuole approvare, adesso, sarebbe meglio che entrasse in vigore quando la domanda si sarà ripresa.

Christian Bowery Mission Delivers Outreach Food Pantry To Brooklyn Families

La pauperizzazione contemporanea

Domanda (aggregata) nel linguaggio degli economisti significa spesa, acquisti, e – dal punto di vista delle imprese – vendite. In effetti il grafico dell’Istat sulle vendite delle imprese mostra che la domanda continua a contrarsi: in ottobre il calo a/a è stato -0,8%.

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23 Novembre, 2011

Maurizio Pallante, Meno è meglio. Alberto Bagnai, La decrescita secondo la goofynomics. Badiale e Tringali, Decrescita si, ma del capitale

by gabriella

Il podcast dell’interessante intervista concessa a Loredana Lipparini (Fahrenheit, mercoledi 23 novembre 2011) dall’autore di Meno e meglio, il saggio sulla decrescita edito da Bruno Mondadori. Di seguito, la voce critica di Alberto Bagnai (goofynomics) per la quale la decrescita perde di vista che nell’economia contemporanea non è il consumo o il risparmio individuale a costituire un attentato alla sostenibilità ambientale, ma gli usi finanziari di quel consumo e di quel risparmio. Ancora una volta, se si vuole capire qualcosa del mondo, dobbiamo togliere lo sguardo dagli individui e volgerlo al sistema.

Alberto Bagnai, Decrescita… de che?

BagnaiNei momenti di crisi globale ricorre un atteggiamento descritto da un’efficacissima parola europea: Schadenfreude. Da Schaden (danno) e Freude (gioia), che poi sarebbe appunto quella della Nona di Beethoven che tanto piaceva a Alex (DeLarge). La Schadenfreude è il piacere maligno che si trae dallo spettacolo dell’altrui male (quindi ha poco a che vedere con il “suave mari magno” di Lucrezio, che maligno non era, e infatti al secondo esametro aggiunge “non quia vexari quemquamst iucunda voluptas”). Questa “voluptas”, una delle poche che la natura matrigna riserva a quelle strane bestie che sono gli economisti, le suocere, e il beghiname vario, è in grandissima parte motivata dal poter dire “io l’avevo detto”, cioè dal trovare nell’Armageddon un valido, anzi, il più valido, alleato per l’affermazione delle proprie teorie. Se poi nell’Armageddon ci finisce anche lo Schadenfroh, meglio pure: a “voluptas” si aggiunge “voluptas” (il masochismo).

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