Una società ingiusta e diseguale esclude chi non ha, ad eccezione di chi è eccezionale.
La storia di Will Hunting è una sorta di prontuario di psicologia con relativo superamento: la lotta di potere al bar di Harvard, la psicoterapia che non cura finché non smette di essere una techne e non diventa una pratica filosofica, l’analfabetismo emotivo del protagonista, l’alcoolismo operaio del padre di Sean e del patrigno di Will e la tradizionale soluzione individuale ad un problema collettivo della sceneggiatura hollywoodiana. Il minutaggio per l’analisi in classe.
-01:52-01:51:34 il mago matematico
-01:51:25-01:46:30 la condizione del lavoro negli States e lotta di potere al bar
-01:37:46-01:33:48 i professionisti di successo della cura, imbottiti di saperi e conoscenze, ma incapaci di curare, cioè di “essere” (la differenza tra gli psicologi e il filosofo Sean)
-01:29:51-1:32 qualcuno che può aprire una breccia in lui perché è dello stesso ambiente
-01:20.31- 01:15:26: comprendere qualcuno e la vita
– 01:10:15- 01:08:12 la superfilosofia della paura
-00:44:31: comprendere, ovvero “quando si tratta di cose di questo tipo io riesco sempre a suonare”
– 00:43:48-00:39:48 paura di amare e analfabetismo emotivo
– 00:24:25-00:22.43 “non lo devi a te stesso, lo devi a noi” [una società ingiusta, diseguale e violenta esclude chi non ha ad eccezione di chi è eccezionale: ma nel film, la soluzione a un problema collettivo è una soluzione individuale ..] perché noi vinti che ti siamo amici potremo almeno identificarci in te, perché l’amarezza della nostra sconfitta sia lenita dalla convinzione che era giusto perché non valevamo abbastanza ..
– 00:22:43-00:15:35 perché Will si comporta così, la confessione di Sean (aveva un padre operaio “che si è spaccato la schiena per farmi studiare”, ma era un ubriacone violento [vedi Il walzer di mio padre], “che si fottano, capito?” (non devi conformarti, devi solo essere te stesso)
– 00:12:55-00:11:50 l’addio: Sean ha curato Will, Will ha curato Sean
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