Posts tagged ‘Proudhon’

25 Settembre, 2012

Anselm Jappe, Cambiare cavallo

by gabriella

«Quando gli artigiani comunisti si riuniscono, essi hanno primamente come scopo la dottrina, la propaganda, ecc. Ma con ciò si appropriano insieme di un nuovo bisogno, del bisogno della società, e ciò che sembra un mezzo, è diventato scopo. Questo movimento pratico può essere osservato nei suoi risultati più luminosi, se si guarda ad una riunione di “ouvriers” socialisti francesi. Fumare, bere, mangiare, ecc. non sono più puri mezzi per stare uniti, mezzi di unione. A loro basta la società, l’unione, la conversazione che questa società ha a sua volta per scopo; la fratellanza degli uomini non è presso di loro una frase, ma una verità, e la nobiltà dell’uomo s’irradia verso di noi da questi volti induriti dal lavoro».[1]

Quando a 26 anni Marx scrisse uno dei suoi testi più importanti, i Manoscritti economico-filosofici del 1844, viveva a Parigi e frequentava le associazioni operaie in cui si parlava del socialismo. Marx ha sempre attribuito una grande importanza a questo primo incontro con degli uomini che si proponevano di rovesciare praticamente l’ordine borghese. Nel paragrafo citato (che si trova all’interno di un’analisi consacrata alla degenerazione del bisogno nella società capitalista) ha reso loro un bell’omaggio – non solo alle loro dottrine (che presto inizierà a criticare senza pietà), ma anche al loro spirito di fraternità: nella loro esistenza quotidiana, nei loro atti più semplici, essi vivevano già in una maniera diversa rispetto a quella della società che intendevano combattere.

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5 Settembre, 2012

Umberto Curi, Rivoluzione e riforma

by gabriella

Traggo dalle lezioni del caffé filosofico – ora tutte disponibili su YouTube e in gran parte riedite dalla Biblioteca di Repubblica – la precisazione storiografica di Umberto Curi sui concetti di rivoluzione e riforma. Di seguito, il video dell’intera lezione dedicata al Manifesto del partito comunista, alla visione degli oppressi e dell’oppressione di Marx e ad un profilo privato del filosofo.

Il termine rivoluzione entra nel lessico politico sostanzialmente tra la fine del Seicento e i primi decenni del Settecento con una provenienza molto specifica. Esso infatti non nasce in un contesto politico, ma originariamente in un contesto di carattere scientifico. Com’è noto, De revolutionibus orbium coelestium è il titolo dell’opera di Copernico comparsa nel 1543. Revolutio vuol dire, per l’appunto, la descrizione del movimento ricorsivo di un corpo celeste attorno a un altro corpo.

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