Il disertore, di Boris Vian, fu registrata il giorno della sconfitta francese di Dien Bien Phu, il 7 maggio 1954.
Una guerra alla fine della quale si contarono cinquemila soldati francesi e ottomila vietnamiti morti in combattimento. I feriti furono il quadruplo [Ho aggiunto i sottotitoli in italiano al video della canzone].
La sua diffusione scatenò violente reazioni da parte delle autorità che ne impedirono la commercializzazione e la bandirono dalla radio (si veda la lettera aperta scritta da Vian al politico Paul Faber).
Significativo del clima di ostilità e censura che circondava la canzone è la modifica della strofa finale in senso pacifista:
“Prevenez vos gendarmes que je n’aurai pas d’armes et qu’ils pourront tirer” [avverta i suoi gendarmi che non avrò armi e che potranno tirare]. Nella versione originale della canzone, infatti, dopo «avverta i suoi gendarmi», il testo proseguiva con «Que je tiendrai une arme et que je sais tirer», vale a dire «che sarò armato e so tirare».
Nella memorabile interpretazione di Serge Reggiani la canzone è preceduta dal preludio Dormeur de valle, scritto da un sedicenne Arthur Rimbaud già in stato di grazia.
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