Carl Gustav Jung, La ragazza della luna

by gabriella

La logica e la ricchezza interiore degli psicotici illustrata da Jung. Tratto da Ricordi, sogni, riflessioni di Carl Gustav Jung, Milano, Rizzoli, 1992, pp. 167-170.

Carl Jung (1875-1961)

Carl Jung (1875-1961)

Visti dal di fuori, i malati di mente ci mostrano solo la tragica devastazione, raramente cogliamo la vita di quella parte dell’anima che ci resta nascosta. Le apparenze ester­ne sono spesso ingannevoli, come scoprii con sorpresa nel caso di una giovane paziente catatonica.

Aveva diciotto anni, ed era di buona famiglia. All’età di quindici anni era stata sedotta dal fratello, poi ne avevano abusato an­che alcuni compagni di scuola. A sedici anni cominciò ad isolarsi; sfuggiva la gente e non le rimaneva, come unico rapporto sentimentale, che l’attaccamento ad un cattivo cane da guardia, appartenente ad un’altra famiglia, che lei aveva cercato di ammansire. Divenne sempre più strana, e a diciassette anni finì in manicomio, dove rimase un anno e mezzo. Udiva voci, rifiutava il cibo, e s’era chiusa in un assoluto mutismo. Quando la vidi per la prima volta, la trovai in un tipico stato catatonico.

Nel corso di parecchie settimane riuscii, molto gradual­mente, a convincerla a parlare; dopo aver superato molte resistenze, mi disse che aveva vissuto sulla luna, e che questa era abitata, ma in un primo momento vi aveva visto solo uomini. Questi subito l’avevano presa con sé e l’avevano condotta in una abitazione «sublunare» dove custodivano i loro bambini e le loro mogli, poiché sulle alte montagne della luna viveva un vampiro che rapiva e uccideva donne e bambini, ragion per cui gli abitanti del­la luna erano minacciati di estinzione: questo era il mo­tivo della vita «sublunare» della metà femminile della popolazione.

La mia paziente si era decisa a fare qualcosa per gli abi­tanti della luna, e aveva progettato di distruggere il vampiro. Dopo lunghi preparativi, lo attese sulla piattaforma di una torre che era stata eretta a questo scopo, e dopo qualche notte alla fine vide il mostro che si approssimava da lungi, svolazzando, verso di lei, simile a un grande uccello nero. Prese allora un lungo coltello sacrificale e lo nascose sotto la veste, attendendo l’arrivo del vampiro. Improvvisamente questo le si parò dinanzi: aveva parec­chie paia di ali, che coprivano il viso e il corpo, così che ella non poteva vedere altro che penne. Stupefatta, fu presa dalla curiosità di scoprire quale fosse realmente il suo aspetto, e gli si avvicinò, impugnando il coltello; e a un tratto le ali si apersero e le apparve un uomo di so­vrumana bellezza. Questi la strinse nelle sue braccia alate come in una morsa d’acciaio, impedendole di brandire il coltello. D’altronde era talmente affascinata dallo sguardo del vampiro che non sarebbe stato capace di colpire. Egli poi la sollevò dal suolo e volò via con lei.

Dopo questa rivelazione fu di nuovo capace di parlare senza inibizioni, e qui cominciò a manifestarsi la sua resi­stenza: sembrava che io avessi impedito il suo ritorno sulla luna, e che non potesse più andar via dalla terra. Questo mondo, diceva, non era bello, mentre era bella la luna, dove la vita era piena di significato. Qualche tem­po dopo subì una ricaduta nel suo stato catatonico, e do­vetti farla ricoverare in una clinica. Per qualche tempo fu frenetica.

Quando, all’incirca due mesi dopo, fu dimessa, era di nuovo possibile conversare con lei. Un po’ per volta giun­se a rendersi conto che la vita sulla terra era inevitabile; ma si opponeva disperatamente a questa conclusione e alle sue conseguenze. Dovette essere rinviata alla clinica. Una volta la visitai nella sua cella e le dissi: «Non serve a nul­la far così: non potrà ritornare sulla luna!» Mi ascoltò in silenzio, con un’aria distaccata, apatica. Questa volta però fu rilasciata dopo un breve periodo e si rassegnò al suo destino.

Accettò di lavorare come infermiera in un sanatorio; senonché lì c’era un assistente medico che, incautamente, tentò con lei degli approcci: rispose con un colpo di rivol­tella! Per fortuna, lo ferì solo leggermente. Si era dun­que procurata un revolver! Già prima andava in giro ar­mata di una rivoltella carica, e me l’aveva consegnata du­rante l’ultima seduta, alla fine del trattamento. Quando, con meraviglia, le avevo chiesto a che le servisse, mi aveva risposto: «L’avrei ammazzata, se mi avesse delusa!»

Quando l’agitazione provocata dalla revolverata si fu calmata, ritornò alla sua città natale. Si sposò, ebbe figli, e sopravvisse a due guerre mondiali, nell’Europa orien­tale, senza avere mai più ricadute. Che cosa si può dire, per cercare di interpretare le sue fantasie? In conseguenza dell’incesto, che aveva dovuto subire da fanciulla, ella si sentiva umiliata agli occhi del mondo, ma innalzata nel regno della fantasia. Era stata trasportata in un regno mitico, poiché l’incesto è tradizio­nalmente una prerogativa dei re e degli dei. Come conse­guenza, ne era derivata la sua completa alienazione dal mondo, quindi la psicosi. Era divenuta, per così dire, «extramondana», e aveva perduto il contatto con l’uma­nità. Era precipitata in lontananze cosmiche, nello spazio siderale, dove si era imbattuta nel demonio alato. Come di regola in tali casi, ne aveva proiettata la figura su di me, durante il periodo del trattamento. Così, automaticamen­te, ero minacciato di morte, come chiunque altro avesse potuto indurla a ritornare alla normale condizione umana. Raccontandomi la sua storia in un certo senso aveva tra­dito il demonio, e si era legata ad un uomo terreno: dopo di che le era stato possibile ritornare alla vita e perfino sposarsi.

Da allora in poi presi a considerare i malati di mente in una luce diversa, poiché avevo finalmente capito la ric­chezza e l’importanza della loro vita interiore.


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8 Comments to “Carl Gustav Jung, La ragazza della luna”

  1. La figura più importante della vicenda è sicuramente quella del fratello della ragazza, è proprio in seguito all’incesto provocato dal fratello che è dovuto il trauma della fanciulla. E’ però assai complicata la reazione della ragazza che si estranea dalla vita terrena e si trasferisce nella luna. La cosa che mi ha colpito di più è sicuramente la personificazione che la ragazza fa del fratello; questo infatti viene raffigurato come un demone, quest’ aspetto è sicuramente dovuto al fatto che la fanciulla è senz’altro consapevole del dolore che le ha inflitto il fratello, che uccide le donne e i bambini della luna. La cosa più interessante riguarda proprio il demone: nonostante la ragazza sia cosciente della malvagità del fratello, lei rappresenta questo demone come un bellissimo uomo dotato di ali piumate. Questo è sicuramente dovuto al fatto che la ragazza è ancora succube del trauma che le ha provocato il fratello tanto da considerarlo ancora infinitamente bello.

    • Certo, potremmo dire che il fratello-vampiro è la personificazione dell’ombra, un male da temere proprio per l’attrazione che esercita su di noi (nel caso citato da Jung, sulla “ragazza della luna”).

  2. dopo il trauma subito la ragazza con una fantasia notevole riesce a creare un mondo parallelo per sopravvivere al mondo che gli stà in torno,forse altri pazienti avrebbero optato il suicidio,lei invece è stata fortunata perchè jung la faceva sentire normale dimostrandosi affascinato come se fosse vero abitante di quel mondo che esiste solo per lei, il vampiro secondo me rappresenta tutto il male che ha passato(molestie,manicomi,cliniche ecc) e alla fine del male arriva il bello che nel suo mondo è belezza fisica,ma in quello normale potrebbe essere riferito a jung perchè è stato l’unico che è riuscito ad entrare in sintonia con essa,quindi prima di giudicare un malato mentale informiamoci sul passato personale e la risposta sarà sempre la stessa,malati non si nasce!

  3. La paziente, allora sedicenne, parla un linguaggio simbolico, mitico, paragonando il fratello che l’aveva precedentemente violentata, ad un vampiro. Dopo l’incesto, si capisce l’umiliazione della ragazza dal momento in cui si estranea dal mondo e perde il contatto con l’umanità trasferendosi nella “luna” .
    E’ profondo questo articolo in quanto fa capire come il terapeuta, qui Yung, si prende cura della giovane paziente cercando di entrare in contato con lei e ci riesce.

  4. Durante l’adolescenzza, una ragazza viene sedotta dal fratello e viene violentata.
    A sedici anni cominciò ad isolarsi e a diciassette finì in manicomio.
    Jung riuscì gradualmente a far parlare la ragazza che raccontò di aver vissuto sulla luna, ma anche che inizialmente non vide nessuna figura femminile dal momento che sulle montagne viveva un vampiro che rapiva e uccideva donne e bambini.
    Ebbe un contatto con il vampiro che le apparse estremamente bello tanto da restarne colpita.
    Identificò il fratello nella figura del vampiro e dopo alcuni anni continuò la vita “terrena”,reale.
    Questa ragazza aveva perso il contatto con l umanità dal momento che si sentiva umiliata e perciò crea un mondo fantastico sentendosi quasi all altezza degli dei (per quanto riguarda gli incesti). Tutto ciò si sviluppò in psicosi e comunicando le sue emozioni a Jung, si era legata ad un uomo terreno tanto da tornare alla vita reale.
    Mi ha colpito molto la figura del vampiro che viene associata a quella del fratello e il fatto che, nonostante si sia dovuta “trasferire” in un altro mondo, vedeva nel fratello un qualcosa di estremamente bello. Mi ha colpito anche come la ragazza, fantasticamente, si sia creata un mondo per sentirsi accettata e comunque nella stessa posizione delle altre donne e dei bambini che vivevano nella luna. Appunto perche nel mondo terreno non si sentiva parte dell umanità.

  5. Beh, grazie a questa “voglia”di curiosare nelle mente di un paziente malato di mente da parte di G.Jung, abbiamo capito che essi possono presentarsi apatici, come se vivessero in un mondo parallelo, ma dentro la loro psiche sono raggianti di sentimenti ed emozioni, che però non si manifestano al di fuori della loro testa. Il racconto della giovane ci fa capire di come funziona la nostra testa, essa e” simbolica “cioè attribuisce immagini a dei fatti oppure a delle emozioni che prova il soggetto. IL Vampiro ce lo fa capire molto bene , egli rappresenta suo fratello che l’ha sedotta e abusata, egli non può essere altro che bellissimo(perchè la paziente prova amore fraterno per lui, e per chi un fratello può essere brutto?per nessuno) ma essendo un demone fa capire che in lui c’è del cattivo,e la stretta potente che essa riceve da lui è proprio il male, l’abuso al quale non si è potuta ribellare. Invece questo rifiuto di comunicare con l’esterno può essere attribuito ai altri abusi che essa ha ricevuto a scuola e per questo vede il mondo come il luogo del male e quindi cerca un “anti-terra” e sceglie la luna, un luogo apparentemente tranquillo, ma anche li il suo malessere la perseguita con l vampiro. Jung è stato molto bravo ad ascoltare la sua paziente, e far uscire tutto il male che essa aveva dentro, se non l’avesse fatto si rischiava di perderla definitivamente per la malattia mentale , oppure avrebbe fatto del male o a se stessa o a qualcun’altro. La cosa fondamentale è stata quella di risalire dalle immagini ,da parte di Jung che ha fatto un ruolo di “criptografe”,al significato che esse avevano, e grazie alla liberazione dei sentimenti verso l’incesto( inaccettabile per la ragazza, famiglia,e altri campi della società, insomma una sorte di segreto che non si poteva dire a nessuno) che essa provava, il “Monumento” del suo fratello è stato abbattuto con la sua malattia.

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