“Con il 1920 si conclude il cosiddetto biennio rosso. Le grandi masse non sono riuscite ad ottenere i profondi mutamenti per i quali si sono battute. L’ondata rivoluzionaria rifluisce. E’ allora che il fascismo fa leva con successo sul malcontento dei ceti medi, si allea al capitalismo più retrivo e preoccupato…”
purtroppo si, e c’è di peggio che ne abbiamo parlato fino a quando il rischio non è diventato concreto, mentre oggi sentiamo di non dover aggiungere altro all’angoscia che ci circonda.
Anche il mio grado di preoccupazione è molto alto e lo
condivido totalmente; è per questo che mi sono permesso
di ironizzare sul populismo dilagante immesso in rete. A volte l’ironia
serve a riconquistare quella leggerezza che tali messaggi indurrebbero
a perdere, vista la dabbenaggine di tanti nostri connazionali che pur
non avendo i privilegi degli imbonitori di turno, cadono nelle loro reti.
Spero di aver chiarito il senso del mio intervento e di nuovo saluto.
su questo blog non affronto temi legati alla competizione elettorale, né alla “politica politicante”, fermo restando che, insegnando sociologia, affronto molte questioni legate alla democrazia e alla rappresentanza. Nel merito, posso dirti che sono abbastanza lontana dal modo in cui in Italia si agita lo spettro del populismo, i cui primi fustigatori sono quelle forze politiche che, avendo abdicato ai doveri di rappresentanza, temono ora di essere chiamati a risponderne. Sono abbastanza inorridita, te lo confesso, dal livello del dibattito politico italiano, non meno degradato delle pratiche che conosciamo, delle quali è un riflesso.
Grazie a te di sopportare le strane limitazioni che vengono dallo stare in un luogo pubblico, mantenendo un approccio scolastico. Ogni giorno, visti gli argomenti che affronto, ho ragazzi di diciassette o diciotto anni che mi chiedono cosa dovrebbero pensare o come dovrebbero giudicare questo o quello. Sottrarsi alle loro domande non è facile e cercare di dare gli strumenti per rispondere da soli ancora meno, questo però è quello che cerco di fare.
A volte dimentico di essere in casa altrui e su un
luogo pubblico, come giustamente dici. E’ superfluo
dire che quando i miei interventi non sono in linea
con i tuoi intenti didattici, sopatturtto nei confronti
del lavoro ammirevole che svolgi con i tuoi allievi,
non pubblicarli. E’ indiscutibile che tu decida in tal senso
ed io, come qualunque altro interlocutore penso, non avrò
nulla da eccepire.
Buona serata e buon lavoro.
Post Video:
immagino così la curiosità dei tuoi ragazzi: http://www.youtube.com/watch?v=NYeHih52DfI
10 Dicembre 2012 at 13:33
“Con il 1920 si conclude il cosiddetto biennio rosso. Le grandi masse non sono riuscite ad ottenere i profondi mutamenti per i quali si sono battute. L’ondata rivoluzionaria rifluisce. E’ allora che il fascismo fa leva con successo sul malcontento dei ceti medi, si allea al capitalismo più retrivo e preoccupato…”
Lugubremente familiare.
10 Dicembre 2012 at 14:46
purtroppo si, e c’è di peggio che ne abbiamo parlato fino a quando il rischio non è diventato concreto, mentre oggi sentiamo di non dover aggiungere altro all’angoscia che ci circonda.
10 Dicembre 2012 at 17:31
Anche il mio grado di preoccupazione è molto alto e lo
condivido totalmente; è per questo che mi sono permesso
di ironizzare sul populismo dilagante immesso in rete. A volte l’ironia
serve a riconquistare quella leggerezza che tali messaggi indurrebbero
a perdere, vista la dabbenaggine di tanti nostri connazionali che pur
non avendo i privilegi degli imbonitori di turno, cadono nelle loro reti.
Spero di aver chiarito il senso del mio intervento e di nuovo saluto.
10 Dicembre 2012 at 17:52
A me è chiarissimo, Pietro, inclusa la voglia di leggerezza, che condivido. Ciao
12 Dicembre 2012 at 12:24
il terrore del passato:
stalin_hitler_photomontage.png
populismi del presente:
http://www.doppiozero.com/materiali/editoriale/isteria-e-narcisismo-cinque-stelle
12 Dicembre 2012 at 14:46
su questo blog non affronto temi legati alla competizione elettorale, né alla “politica politicante”, fermo restando che, insegnando sociologia, affronto molte questioni legate alla democrazia e alla rappresentanza. Nel merito, posso dirti che sono abbastanza lontana dal modo in cui in Italia si agita lo spettro del populismo, i cui primi fustigatori sono quelle forze politiche che, avendo abdicato ai doveri di rappresentanza, temono ora di essere chiamati a risponderne. Sono abbastanza inorridita, te lo confesso, dal livello del dibattito politico italiano, non meno degradato delle pratiche che conosciamo, delle quali è un riflesso.
12 Dicembre 2012 at 15:17
comprendo
Grazie!
12 Dicembre 2012 at 15:44
Grazie a te di sopportare le strane limitazioni che vengono dallo stare in un luogo pubblico, mantenendo un approccio scolastico. Ogni giorno, visti gli argomenti che affronto, ho ragazzi di diciassette o diciotto anni che mi chiedono cosa dovrebbero pensare o come dovrebbero giudicare questo o quello. Sottrarsi alle loro domande non è facile e cercare di dare gli strumenti per rispondere da soli ancora meno, questo però è quello che cerco di fare.
12 Dicembre 2012 at 16:28
A volte dimentico di essere in casa altrui e su un
luogo pubblico, come giustamente dici. E’ superfluo
dire che quando i miei interventi non sono in linea
con i tuoi intenti didattici, sopatturtto nei confronti
del lavoro ammirevole che svolgi con i tuoi allievi,
non pubblicarli. E’ indiscutibile che tu decida in tal senso
ed io, come qualunque altro interlocutore penso, non avrò
nulla da eccepire.
Buona serata e buon lavoro.
Post Video:
immagino così la curiosità dei tuoi ragazzi:
http://www.youtube.com/watch?v=NYeHih52DfI
12 Dicembre 2012 at 16:34
l’incongruenza, un po’ paradossale, è che siamo su un luogo pubblico, quindi casa di tutti, dove io (soltanto) ho doveri di automoderazione.
PS: La curiosità è simile, la differenza è che (purtroppo) non sono Severino 🙂
12 Dicembre 2012 at 16:39
appunto
un caro saluto
12 Dicembre 2012 at 17:17
ricambio, ciao.