Traggo da Muntu il capitolo dedicato alla severità pedagogica dei Tre libri dell’educatione christiana dei figliuoli (1584) di Silvio Antoniano (1540-1603), pedagogista e filosofo della controriforma ignoto ai più, divenuto improvvisamente celebre con l’inclusione nelle Indicazioni Nazionali per le scienze umane della riforma Gelmini.
In questo testo, la teorizzazione della violenza pedagogica di cui l’autore, erede della visione pedagogica veterotestamentaria, si fa portatore. Qui, una recente riaffermazione della bontà delle sculacciate da parte del papa.
Del batter i fanciulli
Cosi come le Città, per bene, et quietamente conservarsi, adoprano il premio, et la pena; con l’uno eccitando la virtù, et con l’altra reprimendo il vitio; così possiamo dire, che il medesimo sia necessario nel governo della casa, che è à guisa d’una piccola Città. Et per tanto non si deve negare, che conviene, che il padre di famiglia, che tiene il luogo del magistrato, adopri la verga, et il flagello, per correttione de i figliuoli, ò per ritirarli dal male, ò per incitarli al bene.
Habbiamo nella scrittura santa varii luoghi, che confermano questa sentenza, et spetialmente ne i Proverbii di Salomone, libro pieno di ottimi ammaestramenti, per la materia de i costumi. Dice adunque il Savio in un luogo in questa forma; Qui parcit virgae odit filium suum, qui autem diligit illum instanter erudit, cioè il padre che perdona alla verga, cioè si astiene dal batter il figliuolo, lo ha in odio; perche quantunque gli para di amarlo, fa nondimeno contra il vero bene del figliuolo, et però seguita il Savio, dicendo; ma chi veramente lo ama lo castiga, et corregge sollecitamente.
Et in un altro luogo replica il medesimo più apertamente, dicendo: Non sottrarre dal fanciullo la disciplina, percioche se lo percoterai con la verga, non morirà; et quasi dichiarandosi di qual morte intenda, soggiunge il Savio: Tu lo percoterai con la verga, et liberarai l’anima sua dallo inferno; le quali parole ci danno ad intendere che se i figliuoli non sono corretti à buon’hora, quando commettono i piccoli errori, diventano poi tanto rei, che incorrono nella morte eterna, et spesse volte anchora nella temporale, et dove si perdonò alla verga, non si perdona poi alle forche et alle mannare.
Et il medesimo Salomone altrove dice così, La stoltitia è ligata nel cuor del fanciullo, et la verga della disciplina la scaccierà, volendo dire che la inclinatione alle leggierezze, et vanità, et peccati, è talmente connaturale à i fanciulli, che par ligata strettamente nel cuor loro, come che ogni studio, et pensiero loro sia di cose inutili et dannose, talche questa mala qualità non si può divellere et spiccare con le ammonitioni, et parole sole, ma è necessario usar le battiture; le quali, dice il Savio, finalmente la scacciano. Concorda con Salomone il Savio nello Ecclesiastico al. trentesimo, dove dice molte cose notabili à questo proposito, et generalmente commendando la buona educatione de i figliuoli, che per non essere più lungo lascio di riferire.
17 Gennaio 2013 at 16:34
C’è da chiedersi, dopo il formidabile contributo di Massimo Zennaro, di quali consulenti si avvalgano le sopraffine intelligenze del MIUR..!
17 Gennaio 2013 at 16:41
Non è un mistero: dei think tank di Comunione e Liberazione e dell’Opus dei, a partire dalla Ugolini per finire con Squinzi ..
17 Gennaio 2013 at 18:18
La mitica Elena Ugolini… dal “comitato dei saggi” di Berlinguer alla mostruosità degli INVALSI, passando per Fioroni e la Moratti… quando si dice continuità programmatica.
17 Gennaio 2013 at 18:24
già, si scrive pd si legge mainstream (tanto per restare nell’ossessione del giorno 🙂
17 Gennaio 2013 at 17:02
“Io mi ritengo religioso, e la mia religiosità consiste nel sentirmi parte di un tutto, anello di una catena che comprende tutto il creato, e quindi nel rispettare tutti gli elementi, piante e minerali compresi, perché secondo me l’equilibrio è dato proprio dal benessere diffuso in ciò che ci circonda. La mia religiosità non arriva a cercare di individuare il principio, che tu voglia chiamarlo creatore, regolatore o caos non fa la differenza.” Fabrizio De Andrè
http://www.youtube.com/watch?v=XZW3NSgMK_Y
17 Gennaio 2013 at 17:08
se si intende la religione come un grande supermercato dove chiunque può trovare ciò che gli serve, qualunque posizione minimamente etica non fa fatica a riconoscersi in uno dei suoi ammaestramenti; più difficile è misurarsi con la concreta gestione del sacro di un paio di millenni di storia europea.