Archive for Dicembre, 2017

20 Dicembre, 2017

Kant e l’ascensore. E’ possibile un’etica della libertà? Cioè un mondo giusto senza regole, prescrizioni e autorità?

by gabriella

KantstudentiDa qualche anno, affrontando l’etica kantiana, propongo ai miei studenti un delicato quesito morale: è giusto prendere l’ascensore della scuola (l’uso è stato riservato dalla Preside al personale scolastico e alla disabilità motoria, ma molti studenti lo violano)? E’ libero chi lo fa?

Tra gli ottimi lavori di quest’anno c’è quello di Rita che insiste socraticamente sull’universalità della ragione umana e sulla possibilità di diventare autonomi obbedendo solo ad essa, dunque a se stessi. Tra quelli di due anni fa c’è quello di Lucrezia che osserva quanto sia difficile uscire dallo stato di minorità ed eterodirezione a causa della tutela educativa imposta da piccoli e diventata un’abitudine; quello di Sonia che scandisce con precisione la differenza tra massima e imperativo, cioè tra un comportamento che si impone per sé, necessariamente, e ciò che giova solo al singolo, e quello di Benedetta, che analizza non tanto la minorità diffusa e soffocante, ma la naturale libertà e razionalità dell’uomo, quale possibilità sempre (e per tutti) a portata di mano e da scegliere con coraggio.

 

Problema

Nella Risposta alla domanda Che cos’è l’Illuminismo, Kant oppone la minorità e l’eterodirezione al sapere e all’autonomia. Ma cosa vuol dire esattamente essere “autonomi”? Che rapporto c’è tra l’autonomia e il “fare di testa propria”? E’ autonomo chi agisce in base alla propria opinione?

Tenendo conto che, nella Critica della ragion pratica, Kant esprime questa relazione con il rapporto tra massime e imperativo categorico, esamina il caso dell’ascensore: nella nostra scuola è vietato agli studenti usare l’ascensore perché riservato agli insegnanti e a tutto il personale scolastico. Si tratta di una norma spesso disattesa. Perché alcuni studenti la violano? Con quale ragione? Si tratta di un comportamento autonomo, cioè libero, in senso proprio o no? Quale sarebbe il comportamento libero, rispetto al caso in questione? 

 

Materiali

Commento alla Critica della ragion pratica e Risposta alla domanda “Che cos’è l’Illuminismo”? in Kant, e Kant. L’educazione come umanizzazione.

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15 Dicembre, 2017

La fine della neutralità di Internet

by gabriella

L’Agenzia americana delle telecomunicazioni (FCC) ha autorizzato la differenziazione di velocità di traffico e costi per gli utenti Internet, abolendo uno dei principi fondamentali dell’architettura di Internet, quello della Net Neutrality, oggetto di una lunga battaglia delle associazioni per il diritto di parola (free speech). E’ l’avvento del controllo e della discriminazione in una rete fin qui libera e orizzontale.

11 Dicembre, 2017

Dal limite del pensiero al pensiero del limite: il dibattito post-kantiano sulla cosa in sé e la nascita dell’idealismo

by gabriella

 

Immanuel Kant (1724-1804)

Immanuel Kant (1724-1804Indice

1. La critica al sistema dualistico kantiano

1.1 Il problema della cosa in sé (Ding an sich)
1.2 Dal piano gnoseologico a quello metafisico: l’io creatore fichtiano

2. Fichte

 

1. Il problema della cosa in sé (Ding an sich)

Negli ultimi anni della vita di Kant (che muore nel 1804), emergono importanti critiche al suo sistema dualistico e, particolarmente, alla distinzione tra fenomeno e noumeno. Secondo i suoi critici, il sistema kantiano soffre di una contraddizione di base che consiste nell’aver dichiarato esistente e al tempo stesso inconoscibile, la cosa in sé (Ding an sich).

Già Jacobi, nel suo saggio Sull’idealismo trascendentale (1787) aveva insinuato che se il criticismo è vero si deve ricondurre tutto al soggetto e abolire la cosa in sé, mentre, se è falso, si deve ammettere la cosa in sé tornando al realismo. Osservando che la cosa in sé non è pensabile, né rappresentabile, Maimon (Salomon ben Joshua) ne aveva invece concluso che il noumeno è un concetto impossibile.

Friedrich Heinrich Jacobi (1743 – 1819)

I critici immediati di Kant si chiedono quindi: se ogni realtà di cui facciamo esperienza esiste come rappresentazione della coscienza, come può venire ammessa l’esistenza di una cosa in sé, cioè di una realtà non pensata e non pensabile, non rappresentata e non rappresentabile? Kant si difenderà notando che il noumeno non è qualcosa, ma un concetto limite, esprimibile solo in negativo, per opposizione al fenomeno.

 

1.2 Dal piano gnoseologico a quello metafisico: l’io creatore fichtiano

Come si vede, fin qui i critici di Kant si mantengono su un piano gnoseologico, sarà invece Fichte a portare la riflessione sul piano metafisico di un io creatore e infinito.

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5 Dicembre, 2017

La personalità. Traccia per una simulazione della seconda prova

by gabriella

Una traccia del tema di scienze umane sul tema dello sviluppo della personalità, creata da un intervento di Umberto Galimberti e un testo di Jung e impiegata in classe per la simulazione della seconda prova dell’esame di stato.

In coda lo schema dello svolgimento.

Lo sviluppo della personalità

 

PRIMA PARTE

Il candidato, avvalendosi anche della lettura e dell’analisi dei documenti riportati, illustri il tema dello sviluppo della personalità soffermandosi sui concetti di individuazione e autorealizzazione.

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5 Dicembre, 2017

Thyssen vuol dire assassini

by gabriella

morire-di-lavoro-alla-Thyssenkrupp

Nel decennale della strage, gli assassini sono ancora impuniti.

Giovanni Pignalosa, sopravvissuto al rogo della Thyssen, racconta l’incidente, la sagome annerite, le pelle sciolta, le voci degli operai bruciati che raccomandano i figli, la moglie, la famiglia. E quelle del giudice che lo ascolta e prova a rincuorarlo: «non si preoccupi, li manderemo tutti in galera» [la sentenza della Cassazione; il mandato di cattura].

La storia della notte tra il 5 e 6 dicembre 2007, quando gli operai del turno di notte si trovarono tra le fiamme con gli estintori scarichi e gli idranti non funzionanti. Di Ezio Mauro.

TORINO – “Turno di notte vuol dire che monti alle 22. Sono abituato. Quel mercoledì sera, il 5 dicembre, sono arrivato come sempre un quarto d’ora prima, ho posato la macchina, ho preso lo zainetto e sono entrato col mio tesserino: Pignalosa Giovanni, 37 anni, diplomato ragioniere, operaio alla Thyssen-Krupp, rimpiazzo, cioè jolly, reparto finitura. Salgo, guardo il lavoro che mi aspetta per la notte e vedo che ho solo un rotolo da fare”.

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1 Dicembre, 2017

Marco Romito, Recensione a Christian Raimo “Tutti i banchi sono uguali”

by gabriella

L’autore di Una scuola di classe recensisce il saggio di Christian Raimo sul ruolo della diseguaglianza nel nostro sistema scolastico. Tratto da Doppiozero.

Criticando i programmi di ‘educazione compensatoria’ apparsi nel secondo dopoguerra con l’obiettivo di sostenere gli studenti ‘culturalmente deprivati’ attraverso interventi di ‘arricchimento culturale’, il sociologo dell’educazione britannico Basil Bernstein titolava un suo articolo apparso sulla rivista New Society in questo modo:

Education cannot compensate for society.

Basil Bernstein (1924-2000)

La sua posizione può essere sintetizzata all’estremo in due punti. Uno. I promotori di questi programmi sorvolano sul fatto che gli studenti considerati ‘deficitari’ frequentano spesso scuole incapaci di garantire loro un ambiente d’apprendimento paragonabile a quello di cui possono godere gli studenti provenienti dai ceti più abbienti.

Due. Questi programmi assumono che l’uso della lingua e della cultura dei ceti dominanti sia l’unico criterio valido per valutare gli studenti. Bernstein, e con lui Michael Young – a cui si deve l’invenzione del termine ‘meritocrazia’ con cui titolava un suo saggio satirico-distopico, nel 1958 –, così come Pierre Bourdieu in Francia, sollecitavano dunque a ragionare sulle disuguaglianze di istruzione attraverso una riflessione sui modi attraverso cui le strutture sociali definiscono gerarchie di tipo linguistico-culturale e su come il sistema scolastico si presti, in modi più o meno consapevoli, a renderle legittime.

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