Aldo Capitini, Lo sbattezzo

by gabriella

Aldo_Capitini_libriLa polemica di Capitini con la curia perugina dalla quale nacquero la pratica e il termine dello sbattezzo.

Il termine “sbattezzo” fu inventato dal quotidiano cattolico Avvenire negli anni ’50 per qualificare sarcasticamente la richiesta di Aldo Capitini, cattolico liberale, di essere cancellato dalle liste battesimali della curia di Perugia.

Con il suo gesto, Capitini si schierava con la battaglia laica di due conviventi pratesi che nel 1956 erano entrati in polemica con il vescovo della loro città che li aveva cacciati dalla chiesa con l’epiteto di “pubblici peccatori”. Alla coppia, che aveva osato ribellarsi, la comunità religiosa aveva inflitto un ostracismo anche economico al quale aveva reagito intentando una causa civile nei confronti del vescovo. I giudici rigettarono il ricorso sostenenendo che il battesimo avrebbe creato un legame di dipendenza dal Vescovo al quale si rimaneva subordinati permanentemente.

Perugia, La curia in P.za IV Novembre

Perugia, La curia in P.za IV Novembre

Scandalizzato, Capitini chiese al Vescovo di Perugia di cancellare il suo nome dalle liste dei battezzati, divenendo oggetto di violenti attacchi sia del clericalismo perugino che dei cosiddetti giornali indipendenti. Il Vescovo gli rispose sostenendo che i registri parrocchiali registravano un fatto, il battesimo, e che quel fatto era incancellabile come i suoi effetti salvifici, inclusa l’obbedienza al vescovo.

Avvenire coprì la notizia, riferendo spregiativamente della richiesta di “sbattezzo” di Capitini – termine all’epoca usato con il soloavvenire significato di “cambiare il nome a qualcosa” – inaugurando il nome della formalizzazione della fuoriuscita dalla Chiesa cattolica, cioè dagli effetti civili del battesimo.

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