Posts tagged ‘arte’

26 Aprile, 2018

Schopenhauer

by gabriella
Arthur Schopenhauer

Arthur Schopenhauer (1788 – 1860)

E’ davvero incredibile come insignificante e priva di senso, vista dal di fuori, e come opaca e irriflessiva, sentita dal di dentro, trascorra la vita di quasi tutta l’umanità.

E’ un languido aspirare e soffrire, un sognante traballare attraverso le quattro età della vita fino alla morte, con accompagnamento d’una fila di pensieri triviali.

Gli uomini somigliano a orologi che vengono caricati e camminano, senza sapere il perché; ed ogni volta che un uomo viene generato e partorito, è l’orologio della vita umana di nuovo caricato, per ripetere ancora una volta, fase per fase, battuta per battuta, con variazioni insignificanti, la stessa musica già infinite volte suonata.

Sei lezioni sul Mondo come volontà e rappresentazione: la gnoseologia, la metafisica, l’estetica e l’etica scopenhaueriane. In coda i paragrafi 67 e 68 del Libro IV dedicati alla compassione universale.

 

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Indice

1. La reazione ad Hegel

1.1 L’irrazionalismo tragico vs il panlogismo hegeliano
1.2 La filosofia come domanda sul dolore, non sull’essere

 

2. Il mondo come rappresentazione

2.1 Kantismo e Upaniṣad in Schopenhauer: il Velo di Maya

 

3. Il mondo come volontà

3.1 L’accesso al noumeno attraverso il corpo
3.2 L’essenza metafisica del mondo è il Wille zum Leben, la volontà di vita
3.3 Il mondo come gigantesco pasto

 

4. Dalla metafisica all’etica; servitù dell’intelletto e liberazione
5. Arte ed etica come vie di liberazione
6. Il problema della libertà e la liberazione della volontà

 

6.1 La compassione universale
6.2 Fëdor Dostoevskij, La compassione di Sonja

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6 Maggio, 2016

Sigmund Freud, L’avvenire di un’illusione. L’illusione di un avvenire

by gabriella
Freud

Sigmund Freud (1856 – 1939)

L’avvenire di un’illusione (1927), è dedicato da Freud al ruolo svolto dalla religione nel mantenimento della convivenza sociale, la civiltà che il padre della psicanalisi vedeva edificata sulla rinuncia alla scarica delle pulsioni sessuali e aggressive.

Disagio civiltàLe forme di religiosità più arcaiche sono ricondotte da Freud a una trasfigurazione delle forze della natura in termini paterni, legata al bisogno di protezione dal rischio dell’annientamento. Il sentimento religioso ha dunque origine nel vissuto di radicale impotenza sperimentato da ognuno durante l’infanzia, significato che emerge esplicitamente nell’immagine del Dio ebraico.

La componente allucinatoria rinvenuta nelle rappresentazioni religiose, del tutto affine alle altre produzioni dell’inconscio quali i sintomi e i sogni, porta lo scienziato a definire la religione «la nevrosi ossessiva universale dell’umanità», la cui carica affettiva rende solida un’eredità arcaica e infantile che l’umanità stenta a lasciarsi alle spalle.

«L’insieme è così manifestamente infantile, così irrealistico, da rendere doloroso,
a un animo amico dell’umanità, pensare che la grande maggioranza dei mortali
non sarà mai capace
di sollevarsi al di sopra di questa concezione della vita».

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8 Aprile, 2013

Gustavo Zagrebelsky, La cultura, patto fondativo della nostra convivenza

by gabriella

ZagrebelskyDa Micromega la riflessione platonico-socratica di Zagrebelsky sull’art. 33. «L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento»: il fondamento di ogni convivenza non può che essere la ricerca non strumentale (dunque autenticamente libera) nei suoi legami con la cittadinanza e la democrazia.

La società non è la mera somma di molti rapporti bilaterali concreti, di persone che si conoscono reciprocamente. È un insieme di rapporti astratti di persone che si riconoscono come facenti parte d’una medesima cerchia umana, senza che gli uni nemmeno sappiano chi gli altri siano. Come può esserci vita comune, cioè società, tra perfetti sconosciuti? Qui entra in gioco la cultura.

Consideriamo l’espressione: io mi riconosco in… Quando sono numerosi coloro che non si conoscono reciprocamente, ma si riconoscono nella stessa cosa, quale che sia, ecco formata una società. Questo “qualche cosa” di comune è “un terzo” che sta al di sopra di ogni uno e di ogni altro e questo “terzo” è condizione sine qua non d’ogni tipo di società, non necessariamente società politica. Il terzo è ciò che consente una “triangolazione”: tutti e ciascuno si riconoscono in un punto che li sovrasta e, da questo riconoscimento, discende il senso di un’appartenenza e di un’esistenza che va al di là della semplice vita biologica individuale e dei rapporti interindividuali.

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