Posts tagged ‘imperialismo’

11 Ottobre, 2021

Thomas Sankara, La seconda indipendenza africana

by gabriella

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Il 31 ottobre 2014, Blaise Compaoré, l’uomo che dopo l’assassinio di Thomas Sankara ne aveva preso il posto alla presidenza del Burkina Faso, è stato costretto a dimettersi. È del 13 aprile 2021, invece, la notizia che sarà processato per il suo omicidio.

Trentotto anni fa, il 4 agosto 1983, Thomas Sankara aveva dato inizio alla rivoluzione burkinabé che avrebbe portato l’ex Alto Volta ad assicurare, in poco più di due anni, due pasti al giorno e acqua potabile ai sette milioni di abitanti del poverissimo paese del Sahel.

Protagonista delle lotte contro il neocolonialismo e per la cancellazione del debito, Thomas Sankara è stato assassinato nel 1987, grazie al tradimento del suo amico più caro, Compaoré appunto, due mesi dopo il celebre discorso alla conferenza di Addis Abeba per la cancellazione del debito del terzo mondo:

Se il Burkina Faso resterà solo in questa richiesta – disse, consapevolmente Sankara – l’anno prossimo non sarò più qui a questa conferenza.

Dal Discorso all’Assemblea Nazionale dell’ONU, 4 ottobre 1984:

Sono davanti a voi in nome di un popolo che ha deciso sul suolo dei propri antenati di affermare d’ora in avanti se stesso e farsi carico della propria storia. Oggi vi porto i saluti fraterni di un paese di 274.000 Km2 in cui sette milioni di bambini, donne e uomini si rifiutano di morire di ignoranza, di fame e di sete non riuscendo più a vivere una vita degna di essere vissuta. Chi mi ascolta, mi permetta di dire che parlo non solo in nome del mio Burkina Faso tanto amato, ma anche in nome di tutti coloro che soffrono in ogni angolo del mondo.

Burkina FasoParlo in nome dei milioni di esseri umani che vivono nei ghetti perché hanno la pelle nera o sono di culture diverse, considerati da tutti poco più che animali. Parlo  in nome di quelli che hanno perso il lavoro in un sistema che è strutturalmente ingiusto e congiunturalmente in crisi, ridotti a percepire della vita solo il riflesso di quella dei più abbienti. Parlo in nome delle donne del mondo intero che soffrono in nome di un sistema maschilista che le sfrutta. Le donne che vogliono cambiare hanno capito e urlano a gran voce che lo schiavo che non organizza la propria ribellione non merita compassione per la sua sorte. Questo schiavo è responsabile della sua sfortuna se nutre qualche illusione quando il padrone gli promette libertà. 

Giunto al potere a trentaquattro anni con un colpo di stato militare, Sankara aveva risollevato in pochi anni il Burkina Faso [fascia del Sahel] dalla sua miseria secolare.

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12 Agosto, 2013

Alain Badiou, Il capitalismo contemporaneo è il capitalismo classico

by gabriella

risveglio della storiaContro gli autori che individuano nella forma sociale contemporanea una fase nuova, postmoderna, o cognitiva, del rapporto sociale di produzione capitalista, Badiou mostra l’assolutà conformità e assenza di novità del capitalismo contemporaneo: il capitalismo postmoderno è il «classico capitalismo», l’essenza del sistema di mercato restaurato dopo le anomalie degli anni «rossi» 1960-1980. Tratto da Il risveglio della storia. Filosofia delle nuove rivolte mondiali, Firenze, Ponte alle Grazie, 2012.

[….] il capitalismo contemporaneo presenta tutti i tratti del capitalismo classico.

È assolutamente conforme a quanto ci si poteva aspettare da esso, tanto più che la sua logica non è più ostacolata da azioni di classe risolute e localmente vittoriose. Prendiamo per esempio, per quello che riguarda il divenire del Capitale, tutte le karl-marx1categorie predittive di Marx e vedremo che è solo oggi che esse si sono confermate in tutta la loro evidenza. Marx non ha forse parlato di «mercato mondiale»? Ma cos’era il mercato mondiale nel 1860 in rapporto a quello che è oggi, quello che si è voluto inutilmente rinominare «globalizzazione»? Marx non aveva forse pensato il carattere ineluttabile della concentrazione del capitale? Che cos’era questa concentrazione, quali erano le dimensioni delle imprese e delle istituzioni finanziarie all’epoca di questa previsione, in rapporto ai mostri che ogni giorno nuove fusioni fanno sorgere?

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7 Luglio, 2013

Karl Polanyi, La società di mercato

by gabriella

Il banchiere e sua moglie, 1514 [particolare] - particolareTratto da Per un nuovo occidente che raccoglie testi di Polany scritti dal 1919 al 1958 [Il Saggiatore, 2013]. Grazie a Ilaria Monti per la segnalazione.

La società nella quale viviamo, a differenza delle società tribali, ancestrali o feudali, è una società di mercato.

L’istituzione del mercato costituisce qui l’organizzazione di base della comunità. Il legame di sangue, il culto degli antenati, la fedeltà feudale sono sostituiti dalle relazioni di mercato. Una siffatta condizione è nuova, in quanto un meccanismo istituzionalizzato offerta/ domanda/ prezzo, ossia un mercato, non è mai stato nulla più che una caratteristica secondaria della vita sociale.

Al contrario, gli elementi del sistema economico si trovavano, di regola, incorporati in sistemi diversi dalle relazioni economiche, come la parentela, la religione o il carisma. I moventi che spingevano gli individui a prendere parte alle istituzioni economiche non erano, solitamente, di per sé «economici », ossia non derivavano dal timore di rimanere altrimenti privi degli elementari mezzi di sussistenza. Quel che era ignoto alla maggior parte delle società – o meglio a tutte le società, a eccezione di quelle del laissez-faire classico, o modellate su di esso – era esattamente la paura di morire di fame, quale specifico stimolo individuale a cacciare, raccogliere, coltivare, mietere.

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