The Matthew Law

by gabriella

Dal Vangelo secondo Matteo 13,10-17

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù i discepoli e gli dissero:

“Perché parli loro in parabole?”

Egli rispose:

“Perché a voi è dato di conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. Così a chi ha sarà dato e sarà nell’abbondanza e a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. Per questo parlo loro in parabole: perché pur vedendo non vedono, e pur udendo non odono e non comprendono.

E così si adempie per loro la profezia di Isaia che dice: ‘Voi udrete, ma non comprenderete, guarderete, ma non vedrete. Perché il cuore di questo popolo si è indurito, son diventati duri di orecchi, e hanno chiuso gli occhi, per non vedere con gli occhi, non sentire con gli orecchi e non intendere con il cuore e convertirsi, e io li risani’.

Ma beati i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché sentono. In verità vi dico: molti profeti e giusti hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, e non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, e non l’udirono!”

Mentre la teologia dibatte il significato delle parole di Gesù, la sociologia americana ha fatto di questo passo evangelico una metafora della conoscenza e dell’acquisizione del sapere: la Matthew Law, appunto, rappresentazione evangelica della Legge di potenza descritta da economisti e sociologi dell’organizzazione (si veda, piuttosto che la voce Wikipedia sulla legge di potenza, quella sulla Pareto ottimalità, più accessibile ai non matematici).

E’ in virtù della “legge di Matteo” che condanna gli have not a restare tali ed anzi a vedersi ulteriormente spogliati di ciò che hanno – mentre regola contemporaneamente l’arricchimento di coloro che hanno – che coloro che si avvicinano alla conoscenza sprovvisti di strumenti per capire, vengono respinti e si allontanano per sempre dalla possibilità di superare il loro stato di povertà culturale, mentre quelli che possiedono tali strumenti se ne servono per diventare sempre più ricchi di sapere. La scuola dovrebbe costruire quel complicato meccanismo di “redistribuzione” culturale, capace di spezzare la legge di Matteo e la scontata binarietà dei suoi esiti.

Torniamo alla risposta di Gesù ai discepoli e confrontiamola con questi frammenti di Eraclito:

Il logos è a tutti comune.

Di questo logos che è sempre gli uomini non hanno intelligenza, sia prima di averlo ascoltato, sia dopo averlo ascoltato. Benchè infatti tutte le cose accadano secondo questo logos, essi assomigliano a persone inesperte, pur provandosi in parole e in opere tali quali sono quelle che io spiego, disntinguendo secondo natura ciascuna cosa e dicendo com’è. Ma agli altri uomini rimane celato ciò che fanno da svegli, allo stesso modo che non sono coscienti di ciò che fanno dormendo.

E’ necessario che coloro che parlano adoperando la mente si basino su ciò che è a tutti comune, come la città sulla legge e in modo ancora più saldo.

Print Friendly, PDF & Email


Comments are closed.


%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: