Archive for ‘Storia’

11 Dicembre, 2019

12 dicembre 1969, la strage di Piazza Fontana e l’inizio della strategia della tensione

by gabriella

Cinquant’anni fa, a Piazza Fontana 17 persone morirono e 87 rimasero ferite. La strage alla Banca dell’agricoltura di Milano fu uno degli attentati più sanguinosi tra i 140 perpetrati tra il 1968 e il 1974. Era l’inizio della strategia della tensione.

Tutti i processi celebrati fino ad oggi hanno stabilito con certezza che un gruppo di neofascisti ideò ed eseguì l’attentato ordito da funzionari “deviati” dei servizi segreti, formula giornalistica che lascia in ombra la realtà, indicata dall’

autorevole opinione di esperti dello specifico contesto storico che tale supposta deviazione dissimulasse la fedeltà ai vertici politico-istituzionali e alle esigenze di un ordine sovranazionale, legato alla logica dei blocchi contrapposti di superpotenze e – più in generale – all’adesione dell’Italia a protocolli internazionali non conoscibili dall’opinione pubblica italiana. Dalla voce “Storia dei servizi segreti” di Wikipedia.

Nessuno dei responsabili è in carcere.

read more »

29 Settembre, 2019

Marzabotto

by gabriella

Tra il 29 settembre e il 5 ottobre di 75 anni fa la strage nazifascista di Marzabotto i cui morirono 775 persone, in gran parte donne e bambini.

Dopo l’eccidio di Sant’Anna di Stazzema avvenuta il 12 agosto 1944, inizia quella che viene ricordata come “la marcia della morte” che attraversando Versilia e Lunigiana giunse al bolognese. Lo scopo era fare “terra bruciata” attorno alle formazioni partigiane nelle retrovie della linea gotica sterminando le popolazioni che le appoggiavano.

Nella zona circostante Monte Sole agiva con successo la brigata Stella Rossa che dalla posizione elevata ed impervia portava attacchi a strade e ferrovie che rifornivano il fronte. Già nel maggio del ’44 l’esercito tedesco aveva tentato un assalto ma era stato respinto come nei casi successivi durante l’estate. Così il feldmaresciallo Albert Kesselring decise di dare un duro colpo a questa organizzazione sterminando indiscriminatamente i civili e radendo al suolo i paesi circostanti. Già in precedenza Marzabotto aveva subito rappresaglie, ma mai così gravi come quella dell’autunno 1944.

Capo dell’operazione fu nominato il maggiore Walter Reder, comandante del 16º battaglione esplorante corazzato della 16. SS-Panzergrenadier-Division Reichsführer SS, sospettato a suo tempo di essere uno tra gli assassini del cancelliere austriaco Engelbert Dollfuss.

read more »

2 Agosto, 2019

2 agosto 1980, La strage di Bologna

by gabriella

Il 2 agosto 1980, l’esplosione di una bomba nella sala d’aspetto della stazione di Bologna causa la morte di  85 persone e il ferimento di oltre 200. La strage raccontata in diretta su Tutta la città ne parla.

bologna 2ago

Ma per i giovani bolognesi sono state le BR o gli anarchici.

 

28 Luglio, 2019

Robespierre

by gabriella
Maximilien Robespierre

Maximilien Robespierre (1758 – 1794) Busto in terracotta modellato nel 1791 dallo scultore giacobino sordomuto Claude-André Deseine

Il 28 luglio 1794 saliva il patibolo Maximilien Robespierre. Cresciuto con il culto della repubblica romana e di Rousseau, arrestato e condotto ferito alla ghigliottina, il suo corpo fu gettato in una fossa comune del Cimetière des Errancis, con sorte opposta a quella del ginevrino le cui spoglie riposano al Panthéon tra i grandi di Francia.

Un estratto di Études sur Robespierre, il profilo che Albert Mathiez tracciò nel 1958, riaprendo il dibattito storico sull’incorrutibile e sul Terrore [Sul processo del re; La Costituzione del 24 giugno 1793].

In coda al testo il film La révolution française, realizzato per il bicentenario della rivoluzione con il patrocinio dei Ministeri della Difesa e della Cultura [sottitolato in inglese].

«La rivoluzione di un popolo di ricca spiritualità,
quale noi abbiamo veduto effettuarsi ai
nostri giorni, può riuscire o fallire;
essa può accumulare miseria e crudeltà tali
che un uomo benpensante, se anche potesse sperare
di intraprenderla con successo una seconda volta,
non si indurrebbe a tentare a tal prezzo l’esperimento;
questa rivoluzione, io dico,
trova però negli spiriti di tutti gli spettatori (che non sono in questo gioco coinvolti) una partecipazione d’aspirazioni
che rasenta l’entusiasmo, anche se la sua manifestazione non
andava disgiunta da pericolo, e che per conseguenza
non può avere altra causa che una
disposizione morale della specie umana».

Immanuel Kant, Il conflitto delle facoltà, 1798

«La solennità del suo portamento; l’autorità della parola sempre umile, anche se severa; il volto nobilmente alterato dall’abitudine alla meditazione e da una lunga pratica di vita; la fronte spaziosa, lo sguardo pensoso, il tratto fiero delle labbra abituate alla prudenza, tutto lo rendeva simile ai saggi dell’antica Grecia. Di loro aveva la virtù, la penetrazione, la bontà.
Persino la sua austerità era di una dolcezza infinita».

Louis Blanc

 

Indice

1. La giovinezza, il culto di Rousseau e la difesa dei diseredati
2. I discorsi d’eguaglianza

2.1 Contro l’eleggibilità per censo: Dal discorso sul marc d’argent, il testo d’imposta stabilito per l’eleggibilità
2.2 Contro i liberisti e gli accaparratori
2.3 La proprietà non è un diritto naturale
2.4 Il testamento politico
2.5 La fine

3. La Révolution Française

 

1. La giovinezza, il culto di Rousseau e la difesa dei diseredati

Nato ad Arras, nel dipartimento del Passo di Calais, il giovane Maxime poté studiare a Parigi, nel prestigioso collegio Louis-Le-Grand, grazie a una borsa di studio. Brillante negli studi, ebbe per compagni Camille Desmoulins, più giovane di lui di due anni, che gli fu amico fino ai tragici giorni della primavera 1794 e Louis-Marie Stanislas Fréron, ministro della repubblica, poi termidoriano e avversario dell’antico compagno di studi.

read more »

22 Giugno, 2019

La paura. Storia di un’idea politica

by gabriella

Le note seguenti sono tratte dalle lezioni tenute da alcuni storici svizzeri al seminario sulla Storia politica e sociale della paura e del suo  sfruttamento organizzato a Losanna dal Groupe d’étude des didactiques de l’histoire de la Suisse romande et italienne (GDH) e dall’Università di Losanna (UNIL) dal 9 all’11 maggio 2012.

L’idea che emerge da queste giornate di studio è che la paura è motore di coesione sociale e di rappresentazione del mondo (Heimberg).

Le pagine degli storici illustrano le formazioni dossastiche dell’angoscia istillate da politici (Jost) o religiosi (Ostorero, Bugnard) in una costruzione sociale dell’altro – streghe, eretici, ebrei, comunisti, mendicanti – (Tabin) funzionale alla costruzione di un’identità rassicurante di onest’uomini.

Il programma del seminario, a cui ho partecipato nel contesto del Programma Pestalozzi per la formazione dei docenti, è in coda al post, insieme alla webquest pensata per un terzo liceo. Le traduzioni sono mie.

 

Indice

1. Julien Wicki, Si può insegnare la storia di un’emozione?
2. Charles Heimberg, La paura nella storia
3. Martine Ostorero, La caccia alle streghe: stigmatizzazione dell’Altro e paura del diavolo

3.1 Processo per stregoneria contro Cathérien Quicquat

read more »

25 Aprile, 2019

Roberto Scarpinato, Resistenza, Costituzione e identità nazionale

by gabriella

In questo articolo, dedicato alla memoria del 25 aprile, Roberto Scarpinato spiega le ragioni per cui un paese culturalmente arretrato come il nostro, si è dato una Costituzione tra le più avanzate al mondo:

[…] se si pone a confronto l’Italia disegnata dalla Costituzione con l’Italietta reale arretrata e provinciale del tempo (il 20 per cento di analfabeti contro l’1 per cento per cento di Germania e Inghilterra, il 3 per cento degli Stati Uniti, il 4 per cento della Francia),con l’Italia che sino a pochi anni prima aveva inneggiato in massa al Duce salvo poi scoprirsi afascista dopo il disastro bellico, si comprende come tra queste due entità vi fosse lo stesso abisso che esiste tra il dover essere e l’essere.La nostra Costituzione superò noi stessi e la nostra storia, fu un gettare il cuore oltre l’ostacolo, indicando un modello da raggiungere: la costruzione di uno Stato democratico di diritto che superava le possibilità etiche delle culture autoctone delle classi dirigenti e delle masse. Questa è la forza ma nello stesso tempo il peccato originale della Costituzione del 1948 e del suo ethos resistenziale: il peccato di non essere in alcune sue parti vitali e strategiche – a differenza delle Costituzioni statunitense e inglese – quella che gli inglesi chiamano la «legge della terra», cioè l’espressione formale della sostanza culturale di un popolo.

La lezione della storia dimostra come le minoranze progressiste in Italia abbiano sempre avuto vita difficile. Condannate nel corso dei secoli al rogo, al carcere, all’abiura, all’esilio e, nel migliore dei casi, al silenzio e all’irrilevanza sociale, hanno svolto un ruolo spesso determinante per l’evoluzione del paese, ma solo grazie a temporanee crisi  di potere delle maggioranze e a contingenti circostanze favorevoli. Così è stato anche per la Resistenza, che ci ha lasciato una preziosissima eredità, la Costituzione, oggi più che mai sotto assedio. Tratto da MicroMega 3/2015 – “Ora e sempre Resistenza” – Almanacco di storia.

 

La storia ‘lunga’ che costruisce l’identità

L’identità di un popolo non si forma nella sua storia breve ma nel corso della sua storia lunga, allo stesso modo in cui l’identità di un individuo non si struttura negli ultimi anni della sua vita, ma si sedimenta nel corso della sua infanzia e della sua adolescenza, affondando segrete radici nella sua biografia transgenerazionale.

La Resistenza e la Costituzione fanno parte, a mio parere, della storia breve del paese, di una parentesi apertasi nel XX secolo a causa di fattori eccezionali, cessati i quali la storia lunga e con essa la «normalità italiana» hanno ripreso lentamente il sopravvento.

read more »

24 Marzo, 2019

24 marzo 1944. La strage delle Fosse Ardeatine

by gabriella

La lapide che commemora l’eccidio delle Fosse Ardeatine invita gli italiani a non piangere e non imprecare, se la morte dei 335 innocenti sarà servita a condannare per sempre il crimine degli assassini nazisti.

Rosario Bentivegna, eroe della Resistenza di Roma, è morto il 2 aprile 2012, dopo una vita dedicata a difendere la verità storica di quei fatti.

La sua storia, ricostruita a partire da documenti di contropiano.org e di RaiStoria.

 

Indice

1. Per Rosario Bentivegna
2. I Gap, l’attacco di Via Rasella, il massacro delle Fosse Ardeatine
3. Alessandro Portelli, Giustizia per le Fosse Ardeatine?

 

1. Per Rosario Bentivegna

Il giorno stesso e quello successivo alla morte di Rosario Bentivegna, tutti i media hanno riportato alcuni degli elementi della sua biografia: partigiano dei Gruppi di Azione Patriottica, eroe della Resistenza di Roma, partecipò all’azione più esemplare della resistenza antifascista e antinazista realizzata sul fronte urbano in un momento in cui decine di migliaia di giovani combattevano sulle montagne.

Prese, infatti, parte all’attacco contro una colonna di SS altoatesine in via Rasella, nel centro di Roma, il 23 Marzo 1944.

Nell’azione i partigiani uccisero 33 militari occupanti e due civili italiani che passavano per caso al momento dell’esplosione di un ordigno nascosto in un carretto da netturbino.

il rastrellamento

A quell’azione di guerra contro l’esercito occupante, i tedeschi, con la collaborazione dei fascisti italiani, risposero con la rappresaglia nota come strage delle Fosse Ardeatine.

read more »

9 Febbraio, 2019

10 febbraio, il giorno di quale ricordo?

by gabriella

Alcuni lavori storici e interviste sui fatti commemorati da quello che è stato istituito come “giorno del ricordo”, un ricordo sempre parziale e personale, più che una memoria fatta di ricostruzione e comprensione.

Il primo è una ricostruzione storica del prof. Raoul Pupo (Università di Trieste). A seguire la decostruzione delle falsificazioni del triestino Lorenzo Filipaz che affronta  ventiquattro concetti chiave del modo di raccontare le foibe e l’esodo giuliano-dalmata; l’altro, curato dal blog didattico avanguardiedellastoria, raccoglie documenti testuali e audiovisivi per una lezione sui fatti di guerra del confine orientale.

In coda due interviste a Boris Pahor e Claudia Cernigoi.

 

Indice

1. Lorenzo Filipaz, #Foibe o #esodo

1.1 Cosa si commemora veramente nel «Giorno del Ricordo»?
1.2 L’irredentismo non è forse solo un ideale o un’innocua nostalgia?
1.3 Perché la «Giornata della memoria» va bene e il «Giorno del ricordo» no?
1.4 Dovremmo ritornare a non parlarne, continuando il “silenzio assordante”?
1.5 E allora le foibe???
1.6 Ma… l’esodo non fu una fuga dalle foibe?
1.7 Cosa cambia tra “foibe istriane” e “foibe giuliane”?
1.8 Ma… non furono infoibati decine di migliaia di italiani?
1.9 Il numero è così importante?
1.10 Ma, aldilà del numero, in Istria non furono infoibati «solo perché italiani»?
1.11 Gli istriani italofoni erano dunque tutti fascisti?
1.12 E’ vero che furono epurati anche antifascisti italiani?
1.13 Che senso ha distinguere gli infoibati dai morti nei campi di prigionia jugoslavi?
1.14 Non fu espansionismo slavo? E l’annessione dell’Istria e la «corsa per Trieste» come si spiegano?
1.15 Ma il regime Jugoslavo non voleva «sbarazzarsi degli italiani»? L’ha ammesso anche Gilas!
1.16 Per quale ragione il regime jugoslavo avrebbe voluto trattenere gli italiani?
1.17 Ma l’Italia non aveva interesse a mantenere gli italiani nella Zona B?
1.18 E quanti furono gli esuli?
1.19 Perché si sente ripetere la cifra di 350.000?
1.20 Ma che siano stati 250.000 o 350.000 cosa cambia?
1.21
 Perché le associazioni degli esuli sarebbero così nazionaliste?
1.22 Quindi gli esuli furono obbligati ad essere nazionalisti?
1.23 Ma gli esuli esistono ancora? Quali e quanti soci ormai contano le loro associazioni?
1.24 Cosa leggere per capire l’esodo?

 

2. AVANGUARDIEDELLASTORIA, Il giorno di quale ricordo?

2.1 Una doverosa premessa
2.2 I materiali

 

3. Incontro con Boris Pahor

4. Intervista a Claudia Cernigoi, Foibe tra storia e mito

 

1. Lorenzo Filipaz, L’esodo istriano, le foibe

«Il vero guaio è che gli sciocchi la violentano, la vita, specie quella altrui, illusi di togliere la complicazione.»
Giulio Angioni, Gabbiani sul Carso

Febbraio: Come ogni anno mi preparo alla valanga di imposture che si accompagna al cosiddetto Giorno del Ricordo. Capi di stato, di governo e di partito di qualsivoglia colore faranno a gara a chi la spara più grossa o a chi intona più forte la solita solfa. Vediamo quest’anno a che altezza arriva l’asta degli infoibati, e se è un’annata buona possiamo contare su un bell’incidente diplomatico.

read more »

20 Gennaio, 2019

Il brigantaggio

by gabriella

Didattica della rivolta postunitaria del Sud, del brigantaggio, di briganti e brigantesse.

Vi hanno briganti quando il popolo non li aiuta.
Quando si ruba per vivere e morire con la pancia piena.
e vi ha brigantaggio quando la causa del brigante e la causa del popolo
allorquando questo lo aiuta, gli assicura assalti, la ritirata, il furto e ne divide i guadagni.

Ora noi siamo nella condizione del brigantaggio.

Vincenzo Padula. Cronache del brigantaggio in Calabria, 1864-5

 

Indice

1. Sergio Pasquandrea, Il brigantaggio postunitario

1.1 Le cause
1.2 Chi erano
1.3 Chi li appoggiava
1.4 Cronologia
1.5 Dati
1.6 La repressione

1.6.1 La strage di Pontelandolfo a Casalduni
1.6.2 La legge Pica
1.6.3 L’eredità della Priora

1.7 Carmine Crocco

 

2. Filomena De Marco (Filomena Pennacchio)
3. Michelina De Cesare
4. Rocco Chirichigno (Il Coppolone)
5. Michele Pezza (Fra’ Diavolo)

 

read more »

9 Dicembre, 2018

Il Sol invictus

by gabriella

Mentre si discute accanitamente di conservazione delle tradizioni e dell’identità cristiana e di diritto dei bambini al Natale della grotta e della cometa a scuola, può essere utile ascoltare la lezione dei teologi sull’origine di queste tradizioni.

Il testo seguente è tratto da Chi ci aiuta a vivere? Su Dio e l’uomo [Queriniana, 2006, pp. 97-103] di Joseph Ratzinger.

In coda un articolo di Cecilia Calamani.

“Il mondo in cui sorse la festa di Natale era dominato da un sentimento che è molto simile al nostro. Si trattava di un mondo in cui il ‘crepuscolo degli dèi’ non era uno slogan, ma un fatto reale. Gli antichi dei erano a un tratto divenuti irreali: non esistevano più, la gente non riusciva più a credere ciò che per generazioni aveva dato senso e stabilità alla vita. Ma l’uomo non può vivere senza senso, ne ha bisogno come del pane quotidiano. Così, tramontati gli antichi astri, egli dovette cercare nuove luci. Ma dov’erano?

read more »


%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: