Archive for 17 Marzo, 2012

17 Marzo, 2012

Christoph Türcke, La società eccitata

by gabriella

Pubblicato il saggio del filosofo tedesco Christoph Türcke. Gli shock emotivi non producono la crisi, ma le condizioni per la difesa dell’ordine costituito. Un’importante analisi del capitalismo che ne fotografa però solo l’ambivalenza. Recensione di Benedetto Vecchi.

Ci sono dei libri che difficilmente cadono nel dimenticatoio. Possono anche non avere successo di pubblico, né di critica, ma le tesi che esprimono reggono all’usura determinata dall’imperante just in time dell’industria culturale. La società eccitata di Christoph Türcke è uno di questi libri (Bollati Boringhieri, pp. 352, euro 43).

Uscito nel 2002 in Germania, ha dovuto attendere dieci anni prima che fosse pubblicato da Bollati Boringhieri, che ha ritardato la sua uscita per la difficoltà del testo, al punto che il suo traduttore, Tommaso Cavallo, ha voluto spiegare le scelte fatte per termini del tedesco antico, del latino medievale. I problemi non nascono solo dai raffinati e talvolta arcaici lemmi scelti da Türcke, ma perché La società eccitata non nasconde mai l’ambizione di volere essere un’analisi puntale del capitalismo contemporaneo e, al tempo stesso, una resa dei conti con il marxismo tedesco occidentale del secondo dopoguerra, così fortemente condizionato dalla Scuola di Francoforte, dal principio speranza di Ernst Bloch o dalla messianica ricezione tedesca di Walter Benjamin.

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17 Marzo, 2012

16 marzo 1968, Massacro di My Lai

by gabriella

Il massacro di My Lai [qui raccontato da Alessandro Portelli], conosciuto anche come massacro di Song My, fu un eccidio di civili inermi nella Guerra del Vietnam, quando i soldati statunitensi della Compagnia Charlie agli ordini del tenente William Calley, uccisero oltre 500 civili, perlopiù vecchi, donne, bambini e neonati. La strage, ricordata per la ferocia dei soldati che si abbandonarono allo stupro e alla tortura di molte delle vittime, avvenne il 16 marzo 1968 a My Lai, una delle quattro frazioni raggruppate nei pressi del villaggio di Song My, nella provincia di Quang Ngai a circa 840 chilometri a nord di Saigon.

Come venne riferito da un tenente dell’esercito sudvietnamita ai suoi superiori, si trattò di una rappresaglia decisa dagli americani dopo uno scontro a fuoco con alcuni Viet Cong che erano sfuggiti alla cattura confondendosi tra i contadini.

Il massacro fu fermato dall’equipaggio di un elicottero dell’esercito USA in ricognizione, che atterrò frapponendosi tra i soldati americani e i superstiti vietnamiti. Il pilota, sottufficiale Hugh Thompson Jr., affrontò i capi delle truppe americane minacciandoli di aprire il fuoco su di loro se non si fossero fermati. Mentre due membri dell’equipaggio dell’elicottero – Lawrence Colburn e Glenn Andreotta – puntavano armi pesanti contro i soldati che avevano preso parte alle atrocità, Thompson diresse l’evacuazione del villaggio.

L'”indagine” iniziale su My Lai venne svolta dal comandante dell’11a Brigata, Col. Oran Henderson, su ordine dell’assistente comandante della Divisione Americal (dalla contrazione di America e Caledonia), BG Young. Sei mesi dopo, Tom Glen, un giovane soldato dell’11a (la “Brigata dei macellai”) scrisse una lettera accusando la Divisione Americal (e altre intere unità dell’esercito USA, non dei singoli individui) di ordinaria brutalità nei confronti dei civili vietnamiti; la lettera era dettagliata, le sue accuse terrificanti, e il suo contenuto riecheggiava denunce di altri soldati americani. Colin Powell, all’epoca un giovane Maggiore dell’Esercito, venne incaricato delle investigazioni sul massacro. Powell scrisse:

A diretta refutazione di quanto ritratto, c’è il fatto che le relazioni tra soldati americani e popolazione vietnamita sono eccellenti.

In seguito, la confutazione di Powell sarebbe stata chiamata un atto di “white-washing” (candeggiatura) delle notizie del massacro.

Dopo i crimini contro l’umanità commessi a Falluja e le torture disumanizzanti di Abu Graib, le azioni di Robert Wales e dei suoi commilitoni oggi a Kandahar tengono vivo in noi il ricordo di My Lai.

17 Marzo, 2012

19 marzo 1994, morte di Don Giuseppe Diana

by gabriella

Per amore del mio popolo non tacerò, Natale 1991

Siamo preoccupati. Assistiamo impotenti al dolore di tante famiglie che vedono i loro figli finire miseramente vittime o mandanti delle organizzazioni della camorra.

Come battezzati in Cristo, come pastori della Forania di Casal di Principe ci sentiamo investiti in pieno della nostra responsabilità di essere «segno di contraddizione».

Coscienti che come chiesa «dobbiamo educare con la parola e la testimonianza di vita alla prima beatitudine del Vangelo che é la povertà, come distacco dalla ricerca del superfluo, da ogni ambiguo compromesso o ingiusto privilegio, come servizio sino al dono di sé, come esperienza generosamente vissuta di solidarietà».

La Camorra

La Camorra oggi é una forma di terrorismo che incute paura, impone le sue leggi e tenta di diventare componente endemica nella società campana.

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17 Marzo, 2012

Alessandra Cava, Rsvp

by gabriella

tu sei l’occhio, sei tutto l’occhio che sei, sei la lente
l’obiettivo, il confluire dello sguardo, canale, sei l’immagine
immobile, immobile prospettiva sei, il non svanire –
io sto in ritratto nitido, io sto scolorata, saturata, messa
in luce, dentro i quattro lati, io sto in quattro lati buoni,
sto buona nei lati affilati, negli angoli retti dell’impressione,
sto in pezzi senza memoria nei cassetti, tacendo, io sempre
tacendo, io sempre, mai una parola, mai una parola buona –
eppure noi siamo ancora in carta, in mobile fissità, siamo in
questo spessore di carta, in leggerezza nel peso della carta

Ascoltabile dalla voce dell’autrice su Chiodo fisso, Radiorai3


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