Daniela Lucangeli, Il ruolo delle emozioni nella vita quotidiana

by gabriella

Un’intervista del giornalista scientifico Gerardo D’Amico alla neuroscienziata Daniela Lucangeli dell’Università di Padova sul ruolo delle emozioni nella nostra vita quotidiana.

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Ecco a voi il secondo servizio andato in onda su Rai News 24. Il grande decisore è nell'intelligenza delle emozioni.

Publiée par Daniela Lucangeli sur Vendredi 8 décembre 2017

Gerardo D’Amico. Qual è il rapporto tra il nostro cervello chimico-fisico, la massa cerebrale, i neuroni e le nostre emozioni? E qualcosa su cui i neuro-scienziati stanno studiando da tanto tempo. Qui siamo nella sala dei quaranta dell’università di Padova, quella è la cattedra di Galileo.

Salve professoressa. Allora, com’è possibile che quest’organo tanto perfetto quanto sconosciuto ancora, il nostro cervello, si lasci condizionare da se stesso quindi dalle proprie emozioni anche da un punto di vista chimico ?

Daniela Lucangeli. Il cervello è una struttura vivente straordinaria: miliardi di cellule che si chiamano neuroni che gemmano tutte le connessioni in millesimi di secondo e in ogni millesimo di secondo noi cambiamo e siamo contemporaneamente la continuità con il passato e con il futuro e la differenza. Tutto questo si chiama neuroplasticità, per capirci.

Le emozioni cosa c’entrano in tutto questo? Vede, io non le conoscevo bene, perché ero uno scienziato cognitivo e, vede che adopero il passato, mi occupavo dei processi dell’intelligenza, di memoria, attenzione, apprendimento .. poi un bimbo mi ha chiesto aiuto, un giorno, e mi ha detto “iutimi” e io ho pensato che se un bimbo chiede aiuto a un estraneo più facilmente che a chi lo sta aiutando, è da capire bene. E soprattutto, in che cosa mi chiede aiuto?

Poco tempo dopo un altro, quando ero diventata brava ad aiutare nell’apprendimento, mi ha chiesto: “ adesso che hai tolto gli errori, togli anche che mi fanno male?”

Gerardo D’Amico. Perché gli errori della nostra mente procurano dolore al corpo …

Daniela Lucangeli. .. dolore, ma non solo al corpo, a qualcosa che io in questo momento considero le memorie di chi siamo.

Allora, per capirci: cosa fanno le emozioni? il nostro cervello è un ribollitore biochimico, Aigostar Cris – Bollitore elettrico in vetro borosilicato (196516)ai miei studenti lo spiego così, che produce energia, hertz, tanto è vero che ci facciamo elettroencefalogrammi per capire se tutto funziona bene e l’elettroencefalogramma misura queste onde, questi hertz. Per capirci: dormiamo, ne emettiamo 3. Siamo svegli 9.

Se noi studiamo e ci impegniamo tanto, consumiamo energia perché ci stanchiamo, lo sentiamo, ma basta una goccia di emozione un momento di paura, o un momento di allegria, che immediatamente abbiamo dei picchi di reazione in cui il cuore ci batte più forte, l’ossigeno va meglio al cervello, la sudorazione cambia, il cuore batte più forte, l’ossigeno va meglio al cervello, l’espressione del viso cambia, la pelle cambia colore, tutto si modifica ..

Gerardo D’Amico. Da quei grafici voi vedete però che ci sono due modalità che ci devono raccontare moltissimo: il grafico del piacere è il grafico della paura

Daniela Lucangeli Lei tocca le due capacità di rispondere che ha il nostro cervello antico. Prima di essere in grado di pensare, di parlare, di capire, di studiare, noi siamo stati capaci di difenderci e come? Capendo ciò che ci faceva bene e ciò che ci faceva male. Le nostre emozioni sono là, nel cervello antico e sono emozioni intelligenti che hanno questa capacità binaria di identificare ciò che ci duole, e ciò che invece ci fa bene.

Faccio un esempio, per capirci, se io in questo momento mi sento felice, ho un momento di gioia, sa io la chiamo proprio un’onda di reazione alta alta, ma è breve il momento della gioia. Perché è breve? perché il cervello che è capace di sapere che la gioia mi nutre, che la devo cercare ancora, proprio così determina il bisogno: io ne devo cercare ancora, ma se provo invece che gioia paura, ansia, angoscia, allora, invece di un picco, probabilmente io avrò quello che si chiama un alert, basso basso, perché ha un’intensità più sottotraccia come dice lei, ma lunga nel circuito ..

Gerardo D’Amico. Invade la nostra vita

Daniela Lucangeli perché quell’alert dice “scappa che ti duole, ti fa male”

Gerardo D’Amico. Questi meccanismi impattano, condizionano, addirittura guidano in modo veramente molto pesante, a volte, le nostre vite. Che possiamo fare per rimetterli in carreggiata? Perché sono due meccanismi che servono alla nostra sopravvivenza ..

Daniela Lucangeli Se il nostro cervello ha la funzione di apprendere, apprende anche tutto quello che riguarda questa sfera della vita e quindi impara ad essere triste, impara ad essere in ansia, impara ad essere in alert continuo.

Più questa esperienza è comune, più resta nei sistemi di memoria, quindi l’organizzazione Mondiale della sanità qualche tempo fa ci ha dato un SOS perché una delle grandi preoccupazioni e che i nostri figli, fra poco, abbiano una precocizzazione della depressione e dei disturbi dell’umore. Cioè, oramai in America un adulto ogni 10 soffre di depressione maior: è perché perché siamo in una situazione in cui pochissimi non hanno questa costanza delle emozioni di alert, di “scappa che sei in una situazione di pericolo” o di eccesso di fatica.

Gerardo D’Amico. E quindi come se ne esce professoressa?

Daniela Lucangeli Ah, io mi sono messa a insegnare addirittura agli operatori di nido, perché prima noi iniziamo, prima le strutture si costruiscono salve e come? io le chiamo le emozioni antagoniste: alla paura è antagonista il coraggio, all’errore e all’ansia per l’errore è antagonista il diritto all’errore e poi abbiamo come degli interruttori ..

Gerardo D’Amico. Che interruttori abbiamo per le emozioni?

Ma, guardi, le scienze umane ce ne spiegano straordinari: guardarsi negli occhi, sorridersi, abbracciarsi .. 30 secondi di abbraccio comandano all’amigdala di produrre gli ormoni che permettono al momento del parto di resistere il dolore. 30 secondi abbraccio scatenano un’emozione che si chiama “conforto”.

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