Posts tagged ‘cervello’

6 Gennaio, 2022

Daniela Lucangeli, Il ruolo delle emozioni nella vita quotidiana

by gabriella

Un’intervista del giornalista scientifico Gerardo D’Amico alla neuroscienziata Daniela Lucangeli dell’Università di Padova sul ruolo delle emozioni nella nostra vita quotidiana.

rai news 2

Ecco a voi il secondo servizio andato in onda su Rai News 24. Il grande decisore è nell'intelligenza delle emozioni.

Publiée par Daniela Lucangeli sur Vendredi 8 décembre 2017

Gerardo D’Amico. Qual è il rapporto tra il nostro cervello chimico-fisico, la massa cerebrale, i neuroni e le nostre emozioni? E qualcosa su cui i neuro-scienziati stanno studiando da tanto tempo. Qui siamo nella sala dei quaranta dell’università di Padova, quella è la cattedra di Galileo.

Salve professoressa. Allora, com’è possibile che quest’organo tanto perfetto quanto sconosciuto ancora, il nostro cervello, si lasci condizionare da se stesso quindi dalle proprie emozioni anche da un punto di vista chimico ?

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15 Marzo, 2021

Richard Thompson, Lo sviluppo del cervello

by gabriella

Nella raccolta di articoli seguente, ho messo in relazione i risultati di studi e ricerche in campo biologico sullo sviluppo del cervello e gli importanti esperimenti di Webb e Rosenzweig sul ruolo dell’ambiente nello sviluppo dell’intelligenza.

 

 

Indice

1. Lo sviluppo del cervello fetale

1.1 Cervello e DNA
1.2 Gli stadi di sviluppo del cervello fetale
1.3 I meccanismi di sviluppo dei nervi e del cervello

 

2. Il ruolo delle prime esperienze nello sviluppo del cervello

2.1 Gli esperimenti di Webb e Rosenzweig

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21 Settembre, 2020

Oliver Sacks, Il paradosso creativo del deficit e della malattia

by gabriella

Antropologo su Marte

«Sono stato un essere senziente, un animale pensante di questo splendido pianeta, ed è stato un enorme privilegio e un’immensa avventura».

30 agosto 12015

Oliver Sacks è morto il 30 agosto 2015. Sotto un brano del suo Antropologo su Marte sul potenziale benefico dell’ipercompensazione – una dinamica psicologica di per sé non esente da rischi.

La circostanza da cui Sacks prende avvio, nella prefazione di Un antropologo su Marte [Milano, 1998], mi ha ricordato un’esperienza analoga di molti anni fa e la sottile soddisfazione nel constatare quali possibilità possano aprirsi a chi abbia deciso di sbucciarsi una mela pur avendo perso temporaneamente l’uso di un braccio.

Le osservazioni di questo clinico, così comuni ma anche così innovative in un ambito oggi incline al riduzionismo e al biologicismo delle neuroscienze, meritano di essere attentamente considerate dagli studiosi di psicologia.

L’immaginazione della natura è più ricca della nostra

Freeman Dyson

Sto scrivendo con la mano sinistra, sebbene io sia decisamente destrimane. Un mese fa sono stato operato alla spalla destra e a tutt’oggi non devo usare il braccio destro – né sarei capace di farlo. Scrivo in modo lento e goffo, ma ogni giorno che passa acquisto disinvoltura e naturalezza. E’ un continuo adattarmi a imparare a usare la sinistra: non solo per scrivere ma anche per fare molte altre cose. Per compensare il fatto di avere un braccio appeso al collo, sono diventato molto abile – prensile – con le dita dei piedi.

oliver-sacksSulle prime, quando mi immobilizzarono il braccio, per qualche giorno mi sentii sbilanciato; ma ora cammino in modo diverso e ho scoperto un nuovo equilibrio. Sto sviluppando modelli diversi, abitudini diverse ... un’identità diversa, si direbbe, almeno in questa sfera particolare.

Di sicuro, in alcuni dei miei programmi e dei circuiti del mio cervello stanno avvenendo dei cambiamenti: cambiamenti che alterano i pesi, le connessioni e i segnali sinaptici, ma i nostri metodi di visualizzazione dell’attività cerebrale sono ancora troppo grossolani per poterli mostrare.

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29 Maggio, 2012

Alva Noë, Perché non siamo il nostro cervello

by gabriella

In questo libro genialmente semplice e illuminante, nella migliore tradizione scientifica americana, il filosofo e neuroscienziato Alva Noë mostra l’irriducibilità della coscienza a mero epifenomeno del cervello. Dall’Introduzione:

Il nostro problema consiste nel fatto che abbiamo cercato la coscienza dove non c’è. Dovremmo invece cercarla là dove essa si trova. La coscienza non è qualcosa che accade dentro di noi. Piuttosto, è qualcosa che facciamo o creiamo. Meglio: è qualcosa che realizziamo. La coscienza assomiglia più alla danza che alla digestione.

Lo scopo di questo volume è convincervi di ciò. Voglio anche mostrarvi che quanto sostengo è quello che ci insegna un genuino approccio biologico allo studio della mente e della natura umana. L’idea che l’unica indagine propriamente scientifica della coscienza sarebbe quella che la identifica con eventi nel sistema nervoso è frutto di un riduzionismo ormai datato. Tale idea è analoga a quella che considera la depressione solo un male cerebrale. In un certo senso, questo è ovviamente vero. Esistono “firme” neurali della depressione. L’azione diretta sul cervello, nella forma di una terapia farmacologica, può avere effetti sulla depressione. Ma in un altro senso, questo è ovviamente non vero. È semplicemente impossibile comprendere in termini unicamente neurali perché una persona cada in depressione, ovvero perché proprio questo individuo qui e ora sia depresso. La depressione colpisce persone in carne e ossa, che affrontano, sulla scorta delle loro storie di vita vissuta, i problemi concreti della loro esistenza; e lo fa sullo sfondo non solo di queste storie individuali, ma anche della storia filogenetica della specie. Il dogma che la depressione sia un male cerebrale serve agli interessi delle compagnie farmaceutiche, non c’è alcun dubbio. Serve anche a destigmatizzare la lotta contro la depressione, i che è una buona cosa. Ma esso è falso.

Per progredire nella comprensione della coscienza occorre rinunciare alla microanalisi neurale interna (per dirla nei termini usati da Susan Hurley e da me tempo fa). Il luogo della coscienza è la vita dinamica dell’intera persona o dell’intero animale immersi nel loro ambiente. È solo assumendo una prospettiva olistica sulla vita attiva della persona e dell’animale che possiamo cominciare a rendere intelligibile il contributo che il cervello dà all’esperienza cosciente.

Questo libro contiene delle proposte. L’esperienza umana è una danza che si svolge nel mondo in compagnia di altri individui. Noi non siamo il nostro cervello. Non siamo rinchiusi nella prigione delle nostre proprie idee e sensazioni. Il fenomeno della coscienza, così come quello della vita, è un processo dinamico che coinvolge il mondo. Siamo di casa in ciò che ci circonda. Siamo fuori dalle nostre teste.[…]

Una presentazione in inglese di Noë della tematica sviluppata nel saggio.

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