L’Ecuador preferisce l’ambiente al petrolio

by gabriella

yasuniTraggo dal blog Alloradillo! un breve commento alla decisione presa  nel 2012 dall’Ecuador – l’orgoglioso paese sudamericano che si è sottratto al ricatto del debito e ha dato asilo a Julian Assange – di non trivellare il suolo di un’area protetta ricca di greggio e salvaguardarne la biodiversità. Un anno fa il presidente Correa aveva chiesto all’ONU di contribuire ad un progetto di valorizzazione e protezione dello Yasuni. Oggi, con i primi fondi raccolti, l’avvio dell’iniziativa in difesa della foresta pluviale.

yasuni2L’Ecuador, uno degli stati che chiamiamo ‘non sviluppati’ o del ‘terzo mondo’, ha appena dimostrato di essere molto più sviluppato di tante nazioni. Mentre nel resto del mondo si abbattono dittatori e si sacrificano popoli interi all’oro nero, per l’ Ecuador l’ambiente e la natura sono più importanti del petrolio.

Mentre il resto del mondo fa a gara per accaparrarsi le ultime riserve di greggio, infatti, la repubblica sudamericana non le vuole più toccare. Soprattutto se queste si trovano in aree protette. Come il Parco Yasuní, la zona più ricca di biodiversità dell’intero pianeta. Un paradiso per insetti, uccelli, mammiferi e anfibi, che in un solo ettaro ospita fino a 655 specie di alberi, lo stesso numero di quelle in Usa e Canada messi insieme.

Yasuni3E’ questo quello che conta per l’ Ecuador, più del fatto che sotto il parco si siano 850 milioni di barili di oro nero, il 20% delle riserve nazionali. Ora, dopo 5 anni di attesa, il sogno ambientalista ecuadoriano sta per diventare realtà. In un solo anno, infatti, sono stati raccolti, sopratutto grazie a donazioni di privati, tra cui anche gli attori Leonardo di Caprio e Ed Norton, 300 milioni di dollari. Una cifra limitata, pari a meno del 10% di quella richiesta all’Onu dal presidente Rafael Correa per compensare i mancati introiti petroliferi.

Cifra limitata, ma comunque sufficiente a far partire i lavori: finanziare energie verdi, riforestazione e progetti per le comunità locali, in alternativa alle trivellazioni. Lasciando intatta la riserva, l’Ecuador potrà evitare l’emissione di 407 milioni di tonnellate di CO2, quasi quella dell’intera Italia in un anno.

Yasuni4“I Paesi ricchi di petrolio sono maledetti, e dipendono da esso così tanto da non sviluppare nient’altro”. “Il petrolio foraggia la corruzione e fa pagare il prezzo di tutto ai più poveri – aggiunge Ivonne Baki, capo del comitato di negoziazione di Yasunì-ITT – portando benefici solamente alle élite”.

“Quello che c’è sulla terra vale molto più di quello che si trova nel sottosuolo”, aggiunge Baki riguardo a Yasunì.

E ciò può valere per molti altri luoghi del pianeta, Italia inclusa.

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