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21 Settembre, 2013

Marco Segala, Goethe, Schopenhauer e l’ottica sperimentale

by gabriella
Wolfgang von Goethe (1749 - 1832)

Wolfgang von Goethe (1749 – 1832)

Traggo da ITEM, Institut des textes et manuscrits modernes, questo utile articolo sulla concezione della percezione e dei colori in Schopenhauer e Goethe.

 

1. Esperimenti e teoria

Il sodalizio tra Goethe e Schopenhauer a Weimar, dal novembre 1813 al maggio 1814, fu un episodio significativo nella biografia di Goethe fondamentale per il ventiseienne Schopenhauer, fresco della Promotion in filosofia all’università di Jena. In quei pochi mesi il giovane filosofo rimeditò, con il contributo del grande poeta, temi tratti dalle pagine di Kant e Schelling. Il rapporto tra verità e arte, la figura del genio, il monismo, l’idea di sviluppo ascendente delle forme naturali, la concezione gnoseologica e il ruolo centrale della causalità, l’idea di filosofia della natura: nessuno di questi argomenti centrali nel sistema del Mondo come volontà e rappresentazione sarebbe come noi lo conosciamo se Goethe non fosse stato presente nella vita di Schopenhauer 1.

Tuttavia non fu la filosofia l’oggetto principale delle loro conversazioni in quei mesi di intensa frequentazione, bensì la ricerca sperimentale sui colori. Con l’imporsi di un rapporto maestro-discepolo, Goethe offrì a Schopenhauer l’opportunità di avvicinare una disciplina scientifica in modo completamente nuovo rispetto al periodo degli studi universitari, introducendolo alla pratica sperimentale. Nelle giornate trascorse con Goethe, Schopenhauer fu avviato allo studio della Farbenlehre (1810), all’apprendimento delle tecniche di indagine sui fenomeni cromatici e alla risoluzione di quesiti scientifici attraverso l’ideazione e la realizzazione di procedure sperimentali. Goethe cercava un collaboratore per proseguire nella sua battaglia per la cromatologia, dopo lo scarso successo riscosso dall’opera del 1810. Schopenhauer fu lusingato dall’attenzione e dalla stima manifestate dal poeta dopo la lettura della sua dissertazione Ueber die vierfache Wurzel des Satzes vom zureichenden Grunde e si convinse della bontà del progetto scientifico goethiano 2. Condivise il proposito di spodestare la concezione newtoniana, secondo la quale i colori sono fondamentali e la luce bianca è una miscela di colori, e sposò l’idea di Goethe sulla polarità tra luce bianca e oscurità come «fenomeno originario» che in un mezzo torbido genera il colore 3.

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