Posts tagged ‘familismo amorale’

7 Marzo, 2017

Donne e maternità tra Ottocento e Novecento

by gabriella
Piacasso, Maternidad, 1903

Pablo Picasso, Maternidad, 1903

Il testo, frutto di una ricerca storica di qualche mese fa, preparatoria di un modulo didattico sulla questione femminile, affronta la nascita e la fortuna dell’argomento differenzialista tra Ottocento e Novecento; la differenza di genere e il lavoro extradomestico delle donne tra Ottocento e Novecento; l’evoluzione della famiglia e del modello di maternità [le note sono in revisione].

Indice

1. Questione femminile e differenza biologica tra ottocento e novecento
2.
La differenza di genere e il lavoro extra-domestico
3. L’evoluzione della famiglia e del modello di maternità

3.1 La figura della madre nel primo Novecento: dalla madre oblativa alla madre educatrice
3.2 L’identità molteplice della madre contemporanea

 

1.  Questione femminile e differenza biologica tra ottocento e novecento

«Nella maternità affondano profondamente le radici tanto della schiavitù
quanto della liberazione del sesso femminile».

Helene Stöcker, 1912

La tesi della differenza naturale delle donne e dell’origine biologica di questa differenza ha una storia millenaria che sfida le divisioni ideologiche e le distinzioni di campo. L’approccio essenzialista alla questione femminile è stato, infatti, cavalcato sia dalla prospettiva sessista di autori che hanno visto nella donna soprattutto l’incompletezza e la minorità, sia da quella parte del dibattito femminista che ha visto nella natura originariamente altra delle donne, il valore di una specificità storicamente oppressa.

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18 Marzo, 2015

Il familismo amorale

by gabriella

Moral Basis Backward SocietyAnna Lombroso commenta per il Simplicissimus la tesi di Edward Banfield sulle basi culturali dell’arretratezza, notando come la distruzione dei diritti e garanzie sociali che si accompagna alla postmodernità abbia rivitalizzato residui arcaici mai davvero archiviati.

Proprio l’insuperabilità italiana della famiglia, già grado elementare dell’eticità hegeliana, sintetizza così la peculiarità di una società già passata alla necrosi della modernità, senza averne goduto gli splendori, mostruosità pre e post-moderna nello stesso tempo.

Quello che una volta era considerato “Familismo Amorale” – secondo la definizione coniata dall’antropologo americano Edward Banfield per descrivere il comportamento degli abitanti del Borgo di Chiaromonte in Basilicata, nel quale si massimizzavano “unicamente i vantaggi materiali di breve termine della propria famiglia nucleare, supponendo che tutti gli altri si comportino allo stesso modo” – è stato talmente tollerato da diventare una sorta di autodifesa legittimata, che portava naturalmente l’individuo a perseguire solo l’interesse della propria famiglia e mai quello della comunità.

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Edward Banfield (1916 – 1999)

“Il primo centro di potere è la famiglia”, scriveva Barzini, corollario del “tengo famiglia” di Longanesi. “L’organizzazione legittima o illegittima della quale la famiglia fa parte, è il gruppo, il clan, il partito politico, la camarilla, la combriccola, la consorteria, la setta, l’associazione, l’alleanza aperta o segreta, ma per quanto potenti possano essere altrove queste consorterie, di rado esse hanno l’importanza che hanno sempre avuto e hanno tutt’ora in Italia”. E Gramsci: “al partito politico e al sindacato moderni si preferiscono le cricche, le camorre, le mafie, sia popolari sia legate a classi alte”.

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