28 Maggio, 2024
by gabriella
Eugène Dévaud (1876 – 1942)
L’influente dottrina del personalismo e l’antimodernismo del cattolicesimo fine ottocentesco.
Indice
2.1 Antropologia personalistica e fine dell’educazione [tratto da L’educazione della persona, 1959]
2.2 Simulazione di seconda prova su Maritain
1. La reazione cattolica all’attivismo pedagogico
Il mondo cattolico ha guardato con sospetto e distanza alle innovazioni dell’attivismo pedagogico, nella convinzione che la scuola nuova mettesse in discussione l’educazione cristiana.
La principale obiezione mossa dai filosofi cattolici all’attivismo, consiste nel rilievo che l’uomo non è solo natura istintiva e sensibile, ma anche spirituale e razionale e che il suo destino non è solo di ordine sociale, ma anche personale e religioso.
Per questo, secondo lo svizzero Eugène Dévaud, la vera scuola attiva è quella che considera tutto l’uomo, inclusi gli aspetti spirituali e religiosi, ed è perciò quella ispirata all’umanesimo cristiano, il solo in grado di indicare il senso all’esperienza umana.
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Posted in Didattica - Materiali, Esame di stato, Pedagogia | Commenti disabilitati su La filosofia dell’educazione di Jacques Maritain
6 Novembre, 2013
by gabriella
Sull’onda emotiva del caso Priebke è stato proposto un emendamento al codice penale che punisce con il carcere chi nega l’esistenza di crimini di genocidio o contro l’umanità. Ma una norma del genere contro un reato di opinione non può entrare nel codice di un paese erede dei principi dell’Illuminismo senza alterarlo in modo sostanziale. Tratto da Repubblica, 30 ottobre 2013.
Col processo e con la condanna di Priebke l’Italia aveva dato una lezione di civiltà giuridica al mondo intero. Non vendetta, solo giustizia: una regolare estradizione dell’assassino delle Ardeatine dall’Argentina, un processo, la sentenza. E dopo la condanna la concessione dei benefici dell’età.
Così l’antico capitano delle SS ha potuto muoversi tranquillamente per Roma in mezzo agli eredi delle sue vittime. Ne ha fatto uso per rivendicare un miserabile orgoglio di soldato e per negare l’ingranaggio di morte di cui era stato un piccolo anello. Dietro di lui intanto altri pensavano a come farne un’icona politica dopo il vicino decesso. A favore del disegno c’era la prevedibile benedizione della Chiesa e il consueto facile perdono italico. Ma stavolta dall’alto di quel Vaticano che non aveva visto il rastrellamento degli ebrei del 1943, qualcuno ha visto il disegno e ha inceppato il meccanismo.
E subito dopo l’onore dell’Italia civile è stato salvato dal popolo di Albano Laziale. È fallito così il tentativo di una burocrazia cieca e di un manipolo di antisemiti in tonaca di inscenare una celebrazione del morto e del nazismo nei luoghi bagnati dal sangue delle vittime.
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Posted in Storia | Commenti disabilitati su Adriano Prosperi, Sanzionare per legge il negazionismo
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