Debito pubblico, i meccanismi

by gabriella

Per capire i meccanismi dell’aumento del debito pubblico (sulla Grecia si è sentita raccontare per mesi la fiaba che  “vivevano al di sopra delle loro possibilità”), può essere utile questo articolo del Sole di oggi che racconta come venerdì scorso abbiamo piazzato i nostri BTp (Buoni del Tesoro poliennali) al 6%, poi sceso al 5,80% (nel 2008, prima della crisi, pagavamo il 4,40%), raggiungendo il massimo differenziale di sempre dai bond tedeschi (spread) che ha toccato 318 punti (la Germania oggi paga il 2, 62%).

Se allo strangolamento bancario tradizionale (se sei povero rischio a prestarti denaro, dunque mi paghi un interesse più alto) si aggiungono i giudizi di rating (autentiche profezie che si autoavverano), le scommesse speculative (i CDS sono assicurazioni che garantiscono gli investitori dal rischio e muovono enormi capitali sulle poste a loro convenienti, facendo, di nuovo avverare ciò che “temono”) e le compravendite al ribasso (cioè gli attacchi speculativi veri e propri), sarà facile capire perchè una manovra finanziaria da 40 miliardi (che taglia, comme al solito, pensioni, sanità e scuola) risulta insufficiente dopo un week end .. nero.

Insomma, pensioni, ospedali e scuola sono al tappeto, ma lo sono non certo perchè spendevamo troppo per farle funzionare (secondo una logica da “bilancio familiare”), ma perchè la logica monetarista a cui immoliamo il benessere sociale, funziona in questo modo.

Leggendo l’articolo del Sole si avrà l’impressione che ciò che sta succedendo sia sacrosanto e che tutto funzioni perfettamente, ma non bisogna farci caso, basta avere i giusti anticorpi al loro approccio “Titanic”.

 

Lo spread a 300 punti costa 5 miliardi l’anno

di Isabella Bufacchi

12 luglio 2011

Gli stranieri hanno venduto: a disinvestire sono stati principalmente gli investitori istituzionali esteri mentre il ruolo degli speculatori, come gli hedge fund, sarebbe stato marginale. Gli italiani non hanno comprato: banche e fondi si stavano leccando le ferite del venerdì nero ed erano sotto shock per la rapidità del crollo.

La liquidità si è prosciugata, il differenziale tra i prezzi di acquisto e vendita si è allargato, la volatilità è schizzata alle stelle: mai così elevata sul BTp a cinque anni dal 1999. Le quotazioni hanno ceduto rovinosamente, i rendimenti con oscillazioni mozzafiato sono saliti su livelli impensabili fino solo a qualche giorno fa. Così, in una seduta storica che rimarrà impressa nella memoria di traders e investitori, i BTp a due, cinque e dieci anni hanno chiuso ieri rispettivamente al 4,25%, 5,20% e 5,71% (+0,44%) trascinando gli spread contro i bond tedeschi sui record di 300, 337 e 305 centesimi (+0,47%). Sforata la barriera dei 300 anche sui credit default swap: secondo Cma, il costo della protezione dei Cds a cinque anni sul rischio-Italia è lievitato chiudendo ieri negli Usa a 303 centesimi dai 249 della chiusura di venerdì.

Anche Spagna, Grecia, Irlanda e Portogallo, il gruppo degli stati europei periferici con un andamento dei conti pubblici ben peggiore di quello dell’Italia negli ultimi due anni, hanno subìto un tracollo. I Bonos decennali spagnoli hanno sfondato la soglia del 6% chiudendo al 6,06% e avvicinandosi con una velocità seriamente preoccupante al 7% che è considerato un punto di non ritorno, un tasso insostenibile che se dovesse protrarsi nel tempo imporrebbe la richiesta di salvataggio, come avvenuto per Grecia, Irlanda e Portogallo. I titoli GGB greci, irlandesi e portoghesi a tre anni si sono portati rispettivamente sopra il 30%, 18% e 20 per cento. «La crisi di fiducia nell’Europa e nell’euro è stata accelerata dal declassamento di 4 gradini del rating del Portogallo da parte di Moody’s ‐ ha commentato Lorenzo Pagani, executive vice president di Pimco ‐ perché tra le motivazioni della retrocessione c’è la difficoltà di ritorno del Portogallo sul mercato dei capitali e la conseguente, inevitabile ripartizione delle perdite con partecipazione dei privati, modello-Grecia. Insomma, gli investitori stanno scoprendo che possono perdere il capitale acquistando i titoli di stato europei».

Secondo Pagani, l’Italia non sarebbe stata colpita ieri dalla speculazione né da un problema sui fondamentali, «che non sono cambiati»: «Molti investitori avevano deciso di rimanere sottopesati su Spagna, Irlanda, Portogallo e Grecia e di sovrappesare l’esposizione sull’Italia. Il contagio è arrivato al mercato italiano quando, a causa della persistente incertezza della crisi greca, molti stranieri hanno deciso di ridurre il rischio sull’Italia». Alcuni investitori esteri, dopo un’ottima performance dei titoli di stato italiani nel primo semestre 2011 (i migliori in Europa insieme a quelli spagnoli), hanno deciso venerdì e ieri di disinvestire prima di perdere il guadagno.

Come tutte le tempeste perfette, anche questa si è scatenata per un insieme di cattive notizie a partire dall’irrisolta crisi greca e dall’incapacità della classe politica europea di convincere il mercato sulla solidità e affidabilità della moneta unica. Il progetto del veicolo Efsf, che dovrebbe essere potenziato per estendere la rete di sicurezza, è in alto mare da oltre un anno. Ieri i traders sono rimasti delusi dal mancato intervento della Bce, che avrebbe potuto riaprire il programma di acquisto di titoli di stato sul secondario per sostenere le quotazioni di BTp e Bonos. La debolezza del Governo Berlusconi e l’incertezza sulla tenuta di Giulio Tremonti come ministro dell’Economia, i tempi lunghi e le dimensioni deludenti della manovra 2011-2014, i brutti dati recenti sulla crescita italiana hanno inasprito l’attesa del declassamento dei rating italiani Moody’s e S&P.

La capacità dell’Italia di raccogliere fondi sul mercato e ripagare i debiti non viene però messa in discussione dal mercato, che invece dubita della sopravvivenza dell’euro. «L’attacco all’Italia è un attacco alla moneta unica», ha sintetizzato ieri un operatore. E per l’asta di oggi di BoT annuali a 12 mesi per 6,75 miliardi contro i 7,5 in scadenza non si prevedonno problemi. Il Tesoro tornerà sui mercati con aste leggere giovedì: in offerta BTp quinquennali tra 0,75 e 1,25 miliardi e BTp a 15 anni tra 0,750 e 1,75 miliardi. Confermata l’emissione di due Btp off-the-run, non più in corso di emissione: un ex decennale e un ex quindicennale per un ammontare complessivo tra 1,5 e 2 miliardi.

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