Archive for ‘Poesia’

24 Febbraio, 2013

Primo Levi, Se questo é un uomo

by gabriella

LeviDal Centro Internazionale di studi Primo Levi, la pagina dedicata al testo dell’impossibile racconto.

Se questo è un uomo è il primo libro pubblicato da Primo Levi, che lo scrisse dopo essere sopravvissuto al Lager di sterminio di Auschwitz e dopo aver attraversato l’Europa intera in un viaggio di ritorno durato più di otto mesi. Alla fine del testo l’autore indica due luoghi e due date, «Avigliana-Torino, dicembre 1945 – gennaio 1947»: ad Avigliana c’era la sede della fabbrica dove lo avevano appena assunto come chimico, a Torino la casa dov’era nato e dove avrebbe abitato per tutta la sua vita. Levi andò scrivendo quel suo primo libro in qualsiasi ritaglio di tempo disponibile, e quando non scriveva raccontava a voce la propria esperienza a chiunque incontrasse: il raccontare era per lui un bisogno primario come il cibo.

read more »

24 Febbraio, 2013

Anton Cechov, La malinconia

by gabriella

vetturino russo davanti al suo calesse  - 1880Uno straziante racconto di Anton Cechov, ripreso da Uomini e profeti.

A chi mai canterò la mia tristezza?…
Crepuscolo della sera. La grossa, umida neve tùrbina fiaccamente intorno ai fanali or ora accesi e si posa in uno strato sottile e morbido sui tetti, sul dorso dei cavalli, sulle spalle, sui berretti di pelo. Il vetturino Jona Potàpov è tutto bianco, come un fantasma. Si è curvato quanto è possibile curvarsi a un corpo vivo, siede a cassetta e non si muove. Se anche lo coprisse un cumulo di neve, egli non sentirebbe il bisogno di scuoterselo di dosso… Anche la sua cavallina è bianca e immobile. Per la sua immobilità e angolosità di forme e le sue gambe rigide come bastoni è, anche da vicino, simile a uno di quei cavallucci di pane che i fornai vendono per una copeca. Con tutta probabilità essa è immersa ne’ suoi pensieri. Chi, uomo o bestia, è stato strappato all’aratro, ai paesaggi noti e grigi, per esser gettato qui, in questo baratro, pieno di luci mostruose, di incessante frastuono e di uomini in corsa, non può non pensare.

Jona e la sua cavallina non si muovono da quel posto da un pezzo. Sono usciti dalla rimessa ancor prima del pranzo e quanto a clienti niente e poi niente. Ma ecco sulla città discendono le ombre della sera. Il pallore della luce dei fanali cede a un color vivo, e l’andirivieni della via si fa più rumoroso.
“ Vetturino, via Viborg!” ode Jona. “Vetturino!”.
Jona sussulta e attraverso le ciglia incollate di neve vede un militare in cappotto col cappuccio.
“ Via Viborg!” ripete il militare. “O che, dormi? Via Viborg!”.
In segno di assenso Jona tira le redini, e a questo atto dal dorso della cavalla e dalle sue spalle casca la neve a strati… Il militare si siede nella slitta. Il vetturino fa schioccare la lingua, allunga il collo come un cigno, si solleva e, più per abitudine che per necessità, agita la frusta. Anche la cavallina allunga il collo, piega le gambe ch’eran simili a bastoni e si mette in moto indecisa.
“ Dove vai, demonio?” grida una voce a Jona, appena si è mosso, dalla folla oscura che cammina davanti e dietro a lui. “Dove diavolo vai a finire? Tieni la destra!”
“ Tu non sai guidare! Tieni la destra!” dice irritato il militare.
Un cocchiere dalla cassetta d’una carrozza lo rimbrotta, un passante che attraversa la strada e che ha sfiorato con la spalla il muso della cavallina, lo guarda con rabbia e scuote dalle maniche la neve. Jona siede a cassetta come sugli aghi, spinge i gomiti dai lati e si guarda intorno, come asfissiato, quasi che non capisca dove si trovi e perché.
“ Come son tutti furfanti!” dice argutamente il militare. “Spiano l’occasione per scontrarsi apposta con te o cascare sotto il cavallo. Certo si sono messi d’accordo”.
Jona dà uno sguardo al passeggero e muove le labbra… Vuole evidentemente dire qualche cosa, ma dalla gola non esce niente altro che un mugolio.
“ Cosa?” domanda il militare.
Jona torce le labbra ad un sorriso, sforza la gola e dice rauco: “Un figlio, signore… mi è morto questa settimana.”

read more »

23 Dicembre, 2012

Un nuovo mondo

by gabriella

camminando

AVETE SENTITO?

è il suono del vostro mondo che cade a pezzi
è quello del nostro che risorge
il giorno che è stato il giorno, era notte
e notte sarà il giorno che sarà  il giorno
democrazia!
libertà!
giustizia!

Ezln

14 Agosto, 2012

Bertold Brecht, Odio di classe

by gabriella

miseriaQuelli che portano via la carne dalle tavole
insegnano ad accontentarsi.
Coloro ai quali il dono è destinato
esigono spirito di sacrificio.

I ben pasciuti parlano agli affamati
dei grandi tempi che verranno.
Quelli che portano all’abisso la nazione
affermano che governare è troppo difficile
per l’uomo qualsiasi.

14 Agosto, 2012

Pierluigi Vuillermin, Brecht: “Cinque difficoltà per chi scrive la verità”

by gabriella

Il Brecht parresiaste, analizzato in un brillante saggio di Pierluigi Vuillermin uscito su Kainòs nel 2012.

Chi ai nostri giorni voglia combattere la menzogna e l’ignoranza e scrivere la verità, deve superare almeno cinque difficoltà. Deve avere il coraggio di scrivere la verità, benché essa venga ovunque soffocata; l’accortezza di riconoscerla, benché venga ovunque travisata, l’arte di renderla maneggevole come un’arma; l’avvedutezza di saper scegliere coloro nelle cui mani essa diventa efficace; l’astuzia di divulgarla fra questi ultimi.

Bertold Brecht

In questo saggio1 mi propongo di rileggere, e in un certo senso riattualizzare, un famoso testo brechtiano degli anni Trenta. Si tratta di uno scritto politico-letterario che Brecht pubblica nel 1935, dopo l’avvento di Hitler al potere, in cui il drammaturgo tedesco, ormai in esilio, rivolgendosi agli artisti e agli intellettuali, enuncia le regole programmatiche (quasi un manuale di strategia militare) per dire la verità ai deboli e combattere la menzogna dei potenti.

read more »

14 Agosto, 2012

Bertold Brecht, Il nemico, Dalla parte del torto, Eppure noi sappiamo, Generale, Potessi tu trasformare il mondo, Lode della dialettica, Lode del comunismo

by gabriella

BrechtIl nemico

Al momento di marciare
molti non sanno
che alla loro testa marcia il nemico.

La voce che li comanda
è la voce del loro nemico.
E chi parla del nemico
è lui stesso il nemico.

 

Dalla parte del torto

Ci sedemmo dalla parte del torto
visto che tutti gli altri posti erano occupati.

read more »

12 Luglio, 2012

Haizi 海子

by gabriella

Una distesa di fiori selvatici, la prateria dove si assiste alla morte di ogni spirito 
E vento, risalente a luoghi lontani, ancor più lontano dei luoghi lontani 
Il mio gemito è suono sommesso di corda tesa, senza lacrima alcuna 
Lontananza di luoghi lontani che restituisco alla prateria 
Uno è chiamato Testa di cavallo, uno è chiamato Coda di cavallo 
Il mio gemito è suono sommesso di corda tesa, senza lacrima alcuna 

In luoghi lontani una distesa di fiori selvatici, solo nella morte rappresi 
Sospesa in alto sulla prateria la luna, come specchio rischiara il tempo millenario 
Il mio gemito è suono sommesso di corda tesa, senza lacrima alcuna 
Solitario sospingo il cavallo attraverso la prateria 

Haizi, Settembre 九月 

26 marzo 1989. Vicino a uno tra i più rinomati bastioni orientali della Grande muraglia, un ragazzo disteso sulle rotaie della ferrovia aspetta il passaggio di un treno. Solo due giorni prima era ricorso il suo venticinquesimo compleanno. Sul corpo sarebbero stati ritrovati una Bibbia, una raccolta di scritti di J. Conrad, una copia dello Walden di H. D. Thoreau e uno dei resoconti delle spedizioni dell’etnografo norvegese T. Heyerdahl. Si tratta di Haizi, un giovane di origini contadine, nato nella provincia sudorientale dello Anhui.

Il vero nome di Haizi era Zha Haisheng. Chi lo conosceva lo descrive come una persona semplice, pura e diretta; radicale nei suoi idealismi romantici e sentimentali. Oggi Haizi è uno dei poeti contemporanei cinesi più popolari, riferimento costante di artisti e musicisti folk. Amato e discusso sui social network, è omaggiato dal mondo accademico e osservato anche da alcuni studiosi anglofoni. Il giorno della sua morte è ricordato con dei reading di poesia, soprattutto a Pechino. La sua scomparsa è spesso accostata al suicidio del celebre poeta Qu Yuan, gettatosi nelle acque di un fiume più di duemila anni fa (1).

read more »

Tags:
9 Luglio, 2012

Laozí, Dao Dé Ching

by gabriella

Il Dao è flessibile come un arco; l’alto diventa più basso, ed il modesto si eleva.
Esso riduce la distanza che è stata stesa, ed allunga ciò che è divenuto troppo corto.
È la Via del Dao di prendere da quelli che hanno troppo e di darlo a chi ha bisogno,
La via della persona comune, non è la Via del Dao, perchè simili persone
sono abituate a prendere da quelli che sono poveri e dare a quelli che sono ricchi.
Il saggio sa che i suoi averi non sono di nessuno, perciò lui li dà al mondo;
senza riconoscenza e senza rimpianti, solamente facendo il suo lavoro.
Cosi egli compie ciò che a lui viene richiesto; e senza starci a pensar su,
lui fa dono della sua saggezza, senza mostrarlo in alcun modo.

Taglia via la saggezza, getta via il sapere: il profitto del popolo sarà centuplicato.
Taglia via l’umanità, getta via la giustizia: il popolo tornerà alla pietà filiale.
Taglia via l’abilità, getta via il profitto: non ci saranno più ladri né banditi.
Per queste tre cose la cultura non è sufficiente.
Abbi quindi qualcosa su cui fare affidamento.
Mostrati naturale, abbraccia la semplicità.
Abbi pochi interessi personali e pochi desideri.
Con lo studio ogni giorno si aumenta.
Con la via ogni giorno si diminuisce.
Si diminuisce sempre più finché si arriva al non-fare.

13 Maggio, 2012

Stefano Tassinari, Sbagliare dalla parte giusta

by gabriella

E mi rimane, infine, la certezza
che si possa sbagliare dalla parte giusta
schierati a protezione di un’intesa
tra l’utopia di chi insegue gli orizzonti
e gli orizzonti stessi che si spostano per noi
come se fossero le guide di un cammino
in fondo al quale scavalcare il mare
per ritrovare lì l’amore degli insorti
che solo noi sappiamo pronunciare.

Stefano Tassinari era vicepresidente dell’Associazione Scrittori Bologna. E’ morto l’8 maggio 2012. Lo stralcio soprastante è tratto da Carmillaonline.

20 Marzo, 2012

Walt Whitman, Leaves of Grass

by gabriella

I wander all night in my vision,
Stepping with light feet …. swiftly and noiselessly stepping
and stopping,

Bending with open eyes over the shut eyes of sleepers,
Wandering and confused …. lost to myself …. ill-assorted …. contradictory,
Pausing and gazing and bending and stopping.

How solemn they look there, stretched and still;
How quiet they breathe, the little children in their cradles.

The wretched features of ennuyés, the white features of corpses, the livid faces
of drunkards, the sick-gray faces of onanists,
The gashed bodies on battlefields, the insane in their strong-doored rooms, the
sacred idiots,

The newborn emerging from gates and the dying emerging from gates,
The night pervades and enfolds them.

The married couple sleep calmly in their bed, he with his palm on the hip of the
wife, and she with her palm on the hip of the husband,
The sisters sleep lovingly side by side in their bed,

The men sleep lovingly side by side in theirs,
And the mother sleeps with her little child carefully wrapped.
The blind sleep, and the deaf and dumb sleep,

read more »


%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: