Archive for ‘Scuola Pubblica’

11 Marzo, 2013

Roberto Ciccarelli, Sistema nazionale di S/valutazione

by gabriella

distruzionescuola

Venerdi scorso un governo dimissionario e di minoranza ha approvato il Regolamento sul Sistema Nazionale di Valutazione, un meccanismo che allontana ulteriormente la scuola pubblica italiana dai propri compiti costituzionali attraverso il meccanismo dell’accountability, la responsabilizzazione verso i risultati che toglierà agli studenti più svantaggiati quanto resta.

Insorgono sindacati e studenti: «È il colpo di mano di un governo arrogante e autoritario». La straordinaria vitalità in limine mortis del governo Monti ha partorito un’altra riforma della scuola, calata dall’alto, senza fondi, mirata alla creazione di un sistema della valutazione ispirata all’ideologia dell’accountability, che in italiano si traduce con «rendicontabilità». Ieri il consiglio dei ministri ha approvato il regolamento del Sistema Nazionale di Valutazione (Snv) per le scuole del sistema pubblico nazionale e per le istituzioni formative accreditate dalle regioni.

Il nuovo sistema si basa sull’attività dell’Invalsi (l’Istituto nazionale per la valutazione del sistema di istruzione e formazione), sulla collaborazione dell’Indire (l’Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa) e sulla creazione di un «contingente» di ispettori che avranno il ruolo di guidare i nuclei di valutazione esterna. Ad oggi sono oltre 1300 le scuole che lo stanno sperimentando. Una volta concluso, questo processo rivoluzionerà la vita di 9 mila istituti, un milione di dipendenti e 7 milioni di studenti. Il provvedimento, voluto fortemente dal ministro dell’istruzione Francesco Profumo, spingerà gli istituti a stilare un rapporto di autovalutazione seguendo i dati messi a disposizione dal sistema informativo del Miur, dall’Invalsi e dalle stesse scuole. Il suo principio ispiratore mira a sottoporre i docenti e gli studenti, oltre che gli stessi istituti, ad un crescente controllo di valutazione e sanzione della loro «produttività».

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9 Gennaio, 2013

Girolamo De Michele, Le politiche scolastiche del PD bocciate dai suoi elettori

by gabriella

bastico_ghizzoni

Il mondo della scuola lo ha detto in tutti i modi: la vera differenza tra il centro-destra e il centro-sinistra, sulla scuola, non era sui contenuti, ma sulle forme. Privatizzazione e svalorizzazione della scuola pubblica, taglio dei posti di lavoro, uso spregiudicato di dati pseudo-oggettivi (Ocse) che attesterebbero l’arretratezza della scuola italiana e l’eccessivo numero di insegnanti, con conseguente spreco di risorse, devozione al culto della valutazione (test Invalsi), supina acquiescenza ai desiderata d’Oltretevere (fondi alle scuole private). Bastava aver sfogliato il Quaderno bianco sulla scuola redatto dal ministro Fioroni, ma soprattutto dal viceministro Mariangela Bastico nel 2007, ai tempi del governo Prodi, che proponeva un taglio di 56.000 posti di lavoro in 5 anni, fornendo utili suggerimenti ben graditi al successivo ministro Gelmini [1].>

La differenza stava nel metodo: il centro-sinistra mascherava la svendita del settore scuola alla Margherita, cioè ai cattolici del PD, con una retorica ipocrita di difesa della scuola pubblica, il centro-destra non aveva timore di usare la clava e il machete in un settore considerato (a giusta ragione, dal punto di vista del PdL e della Lega) un nemico da abbattere.

La vicenda del ddl 953, già noto come “legge-Aprea”, e poi rinominato, dopo il dislocamento di Valentina Aprea alla regione Lombardia e il cambio di governo, “legge Ghizzoni-Aprea”, è emblematica: fingendo di opporsi alla trasformazione delle scuole in fondazioni, Manuela Ghizzoni aveva riscritto la legge creando di fatto le premesse giuridiche per la futura trasformazione delle scuole in fondazioni attraverso l’ingresso nell’amministrazione scolastica di fondi e soggetti privati, il depotenziamento degli organi collegiali (col Consiglio d’Istituto trasformato in un consiglio d’amministrazione) e delle rappresentanze dei docenti e dei lavoratori A.T.A., e il rafforzamento dei poteri dei dirigenti scolastici già posto in essere dalla riforma-Brunetta del 2009 (dlgs 150/09).

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7 Gennaio, 2013

Dal 2014 carta igienica e toner solo ai più meritevoli? Finanziamenti alle scuole in base ai risultati raggiunti

by gabriella

carta-igienicaLa legge di stabilità comincia a realizzare l’accountability, la “responsabilizzazione” delle scuole verso i risultati raggiunti che rovescia il principio costitituzionale dell’attribuzione delle risorse al fine di realizzare l’eguaglianza e la promozione sociale. Un breve commento di Orizzontescuola.

A decretarlo è la legge di stabilità. Nell’Art1 comma 149, infatti, si legge:

“A decorrere dal 2014 i risultati conseguiti dalle singole istituzioni sono presi in considerazione ai fini della distribuzione delle risorse per il funzionamento”.

La domanda che ci poniamo è: qual è il sistema, “oggettivo”, che determinerà quali sono le scuole migliori?
Parliamo di fondi che servono per l’acquisto della cancelleria e del materiale di pulizia, per le spese postali e telefoniche nonché per la manutenzione degli strumenti da utilizzare nei laboratori. L’obiettivo è di dar seguito alle logiche “premiali” introdotte con la Riforma Brunetta della Pubblica Amministrazione nel 2009. Così, dal 2014, gli istituti scolastici del territorio italiano riceveranno i finanziamenti pubblici non più in base al numero di alunni e docenti, oltre che la complessità delle scuole, ma in proporzione ai risultati conseguiti.
In che modo? L’unico sistema che in prospettiva potrà essere avviato è il regolamento sulla valutazione, attualmente approvato dal Consiglio dei Ministri ma che non ha ancora iniziato il suo iter parlamentare. Esso prevede la confluenza di Invalsi, Indire e un corpo ispettivo, nonché un’analisi auto valutativa delle istituzioni scolastiche. Per i dettagli vi rimandiamo a: http://www.orizzontescuola.it/news/valutazione-delle-scuole-analizziamo-il-regolamento

http://www.orizzontescuola.it/news/valutazione-delle-scuole-analizziamo-il-regolamento

18 Dicembre, 2012

Ungheria: proteste di massa per il diritto allo studio

by gabriella

A man holds up a sign during a protest in central Budapest.

Stralcio da un articolo di repubblica.it la notizia della protesta studentesca in corso in Ungheria da una settimana.

Migliaia di studenti stanno protestando a Budapest, davanti ai palazzi del governo e alcuni di loro verso il Palazzo della Radio, per il diritto allo studio e il ripristino delle libertà fondamentali.

Le manifestazioni degli studenti si protraggono quotidianamente da quando il governo ha annunciato di voler ridurre drasticamente le borse di studio (già fatto anche da noi) e aumentare le tasse universitarie (già fatto anche da noi). Il che in un paese a basso reddito medio significa riservare l’accesso all’università ai soli benestanti (ovviamente, come da noi). Il governo magiaro ha peraltro già dimezzato il numero delle università in contrasto con la politica di promozione culturale del resto della Mitteleuropa (Germania, Polonia, Repubblica cèca per esempio) e dei paesi scandinavi (è in corso anche da noi).

La protesta è partita dalla Eotvoes Lorand Egyetem, la più prestigiosa delle università della capitale, legata ai migliori atenei del mondo. Gli studenti però sono aiutati solo dalla rete e dai blog, i media ufficiali tacciono (anche i nostri). Dopo un incontro con studenti filogovernativi, Orbàn ha proposto un compromesso rifiutato dai giovani: studi gratis ma se v’impegnate a lavorare poi in patria. Assurdo, vista l’altissima disoccupazione giovanile e l’alta domanda di forza lavoro qualificata poliglotta in Germania e altrove (ecco un aspetto originale: ai nostri studenti si chiede invece di lasciare l’Italia e cercare occupazione lontano da mammà, come ha affermato simpaticamente il ministro Cancellieri).

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30 Novembre, 2012

Quando gli studenti prendono la parola

by gabriella

Adele

«Prima volta che succede», balbetta  il Rettore dell’Università di Parma (alla fine del video) “e forse è anche un bene. L’Università è fatta così” – dopo l’intervento pronunciato con ammirevole fermezza da una studentessa dell’Ateneo al termine dell’inaugurazione dell’anno accademico. In realtà, Rettore, é la democrazia che è fatta così ed è un bene senz’altro, soprattutto a scuola e quando serve a dire la verità.

Di seguito la ricostruzione dell’intervento dell’Associazione Libre.

«Caro ministro Clini, caro magnifico rettore: oggi state celebrando un funerale, non l’inaugurazione della nostra università». Scena surreale, a Parma, alla cerimonia di apertura dell’anno accademico: a scuotere l’aula è una ragazza, Adele Marri, portavoce del collettivo studentesco “Anomalia Parma”. Una requisitoria memorabile. La ragazza parla per cinque, interminabili minuti: parole durissime, scolpite nell’aria. Una denuncia drammatica, che ha la fermezza composta e terribile di un testamento. E’ la vigilia di una morte annunciata: fine della scuola, della libertà, della democrazia. Fine dello Stato di diritto. E fine del futuro, per decreto dell’infame Europa del rigore. Lo scenario: crimini contro l’umanità di domani, quella dei giovani. Sentenza senza appello. E senza neppure la dignità di un commento: ammantati di ermellini, gli emeriti membri del senato accademico restano ammutoliti, dietro al clamoroso imbarazzo del “magnifico rettore”.

«Prima, il rettore ha detto che l’università è un luogo libero», esordisce Adele, che protesta: lezioni sospese per permettere a tutti di partecipare alla cerimonia inaugurale, «e invece quello che abbiamo trovato è stata un’università blindata da cordoni di polizia e carabinieri con scudi e manganelli».

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29 Novembre, 2012

E’ la scuola ad abbattere lo spread

by gabriella

spreadQuesta è la lettera che gli insegnanti della scuola in cui lavoro hanno inviato ai genitori dei propri studenti per invitarli a sostenere la battaglia della scuola in difesa dell’istruzione pubblica.

Caro genitore,

il motivo per cui abbiamo deciso di metterci in agitazione è che vogliamo lottare contro lo spread. Anzi contro gli spread. Lo spread più famoso in Italia è la differenza tra il rendimento dei titoli di stato italiani e quelli tedeschi, cioè quelli più virtuosi d’Europa, ed è espresso in punti base (ogni punto percentuale vale cento punti base). Quello che a 450 punti cadono i governi.

Ecco gli spread contro i quali noi vorremmo combattere (mentre il governo sembra non volerlo fare).

Primo spread: la dispersione scolastica (cioè quanti tra i 24 e i 64 anni hanno come massimo titolo di studio la licenza media). 3720 punti. Questa è la differenza tra il paese più virtuoso d’Europa, la Lituania, e l’Italia. In Italia il 45,2% delle persone tra 24 e 64 anni ha soltanto la terza media, in Lituania l’8%. Ovviamente “bassi livelli di istruzione espongono le persone adulte a una minore inclusione nel mercato del lavoro e riducono le probabilità di accesso ai programmi di formazione continua nel corso della vita”, come dice il rapporto ISTAT del 2012. Cioè in parole povere fanno guadagnare di meno nel corso della vita.

Problema

Per contrastare la dispersione scolastica è meglio assegnare più classi agli insegnanti (e farli lavorare di meno per ogni singolo studente), oppure meno classi (e farli lavorare di più per ogni singolo studente, in particolare, per esempio, per quelli a rischio dispersione)?

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27 Novembre, 2012

Perugia: decisa una settimana di occupazione. Avv. Marco Barone, Norme e giurisprudenza sull’occupazione della scuola

by gabriella

Nel video di Umbria 24, la cronaca della manifestazione che ha aperto la settimana di occupazione e autogestioni nelle scuole cittadine. La notizia della defezione del ministro arriva al minuto 5:58.

In coda, l’articolo dell’avv. Marco Barone sulle norme che regolano, a vari livelli, l’occupazione delle scuole.

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=tnuLjLQ3K6w]

Avv. Marco Barone, Occupare la scuola non è reato

In tempo di crisi e problematiche sociali e politiche di varia natura, le scuole sono in pieno movimento.

Un movimento che spesso apre la porta all’occupazione del plesso scolastico, in altri casi alla semplice autogestione o cogestione.
Sorgono spontanei dei dubbi, ovvero le azioni di protesta, in particolar modo quella dell’occupazione della scuola, se non consentono il raggiungimento della soglia minima dei 200 giorni per lo svolgimento delle lezioni, come previsto dall’articolo 74 comma 3 del Testo Unico della Scuola, pongono a rischio la validità dell’anno scolastico? Ed il personale della scuola è tenuto a recuperare i giorni di attività lavorativa non pienamente prestati a causa dell’occupazione? Come è ben noto il diritto è interpretabile, a volte in modo restrittivo a volte in modo estensivo, non sempre ciò che è legale è legittimo, così come non sempre ciò che è legittimo è legale. Ma in realtà legalità e legittimità potrebbero coincidere.

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23 Novembre, 2012

Quale accordo?

by gabriella

Arrivano da ogni parte le notizie della spontanea reazione di disgusto che si è levata ieri pomeriggio, alla revoca dello sciopero di CISL, UIL, GILDA e SNALS, dagli insegnanti, studenti e genitori che (nelle scuole non occupate) erano riuniti nei consigli di classe.

Dall’interno dei palazzi romani era probabilmente difficile immaginare che una scuola al lavoro in squallidi androni senza riscaldamento, impegnata nel primo bilancio dell’attività annuale – consueto bollettino di guerra degli studenti che non ce la fanno, morti, feriti e dispersi della guerra mossa alla scuola -, avrebbe accolto la notizia come un insulto.

E invece è successo. Ci sono eventi infatti che innescano choc cognitivi capaci di riconnettere improvvisamente elementi fino ad allora tenuti separati. Quando questo accade, il solito loop della ricerca delle responsabilità, dei ragazzi che non studiano, degli insegnanti che non insegnano e dei genitori che non educano, si inceppa e diviene chiaro in pochi istanti cosa lega questi fatti.

E’ allora che la notizia che CISL, UIL, GILDA e SNALS avrebbero trovato l’accordo viene colta nel suo senso autentico e lascia emergere davanti a tutti il grottesco che contiene: accordo su che? Sugli “scatti”? Tagliando di un terzo il Fondo d’Istituto? Tagliando cioè, in uno, le già minime possibilità di recupero e rimotivazione degli studenti e il salario accessorio di chi entra in questo macello per milletrecento euro al mese?

Assumersi la responsabilità di questa decisione, in un momento come questo, mette automaticamente questi sedicenti sindacati fuori dalla scuola. Insegnanti e studenti sciopereranno senza di loro e non certo per fedeltà di sigla a CGIL o COBAS.

22 Novembre, 2012

La scuola conferma lo sciopero

by gabriella

e dappertutto contesta i delegati CISL, UIL, GILDA e SNALS, le cui sigle in giornata hanno revocato l’adesione allo sciopero del 24, fingendo che la protesta degli insegnanti e degli studenti sia montata per l’adeguamento salariale e che i fondi reperiti all’ultimo momento non siano stati sottratti alle scuole stesse.

19 Novembre, 2012

Le pillole del sapere

by gabriella

I pregevoli contenuti che il MIUR ha acquistato per la futura didattica multimediale. Test INVALSI?, classi affollate? The best is yet to come.

[youtube=http://www.youtube.com/watch?v=dghRH6NBdOk]

L’intero spezzone dal sito Rai.


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