Posts tagged ‘Cos’

25 Agosto, 2013

Friedrich Nietzsche, Delle tre metamorfosi

by gabriella

nietzscheIl primo discorso di Zarathustra dopo la discesa dalla montagna. In Così parlò Zarathustra (1885), edizione liberamente accessibile liberliber, pp. 53-56.

Tre metamorfosi dello spirito io vi narro: come lo spirito divenne cammello, e il cammello leone, e il leone fanciullo.

Molte cose gravi sono per lo spirito, per lo spirito forte  e paziente dove impera il rispetto: il suo vigore brama ciò che è pesante, ciò che v’è di più pesante. Che v’è di pesante? questo chiede lo spirito paziente; e  ‘inginocchia al pari del cammello, e vuole lo si carichi molto. Che v’è di più pesante, o eroi? così chiede lo spirito paziente; ditemelo affinchè me lo addossi e mi rallegri della mia forza. Non è questo: umiliarsi per far soffrire il proprio orgoglio? Mettere in luce la propria follia per deridere la propria sapienza? O non è questo: disertare la nostra causa quand’essa celebra la sua vittoria? Salir su gli alti monti per tentare il tentatore? Oppure è questo: nutrirsi delle ghiande e dell’erbe della conoscenza e soffrir la fame dell’anima per amore della verità?

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28 Aprile, 2013

Fabri Fibra, o della poetica neofascista

by gabriella

Fabri FibraVenerdì 17, Su le mani, Non fare la puttana, Zoccole. La cantica del senso comune più degradato sale dalle periferie e si aggrega intorno a temi di genuina reazione: l’odio per le donne, l’omofobia, la frustrazione impotente, l’aggressività idiota, il ripiegamento sul piccolo gruppo e l’insofferenza per gli outsider.

Non conservatevi, datela a tutti anche ai cani, se non me la dai io te la strappo come Pacciani.
Giro in casa con in mano questo uncino, ti ci strappo le ovaie e che cazzo me le cucino!
Questa classica sfigata che va in cerca di attenzione e finirà un giorno stuprata nel bagno della stazione,
così ‘sta ritardata dopo i primi due cannoni si addormenta e non si accorge che le tolgo i pantaloni.
Le ragazze sono così, sono tutte molto strane, si dividono in due gruppi: le mignotte e le puttane.

Il sentire dei liquami sociali costruisce così la poetica del risentimento paranoide che trova espressione nel rap di Fabri Fibra, il quale ha dichiarato (piuttosto consapevolmente): “faccio il rap per i maiali”.

Su di lui leggo in rete critiche sdegnate, difese demenziali o appelli a un’equivocata libertà d’espressione. Niente che si avvicini a un’intelligenza minima del fenomeno, cioè della reazione, ciò che Nietzsche chiamava il «pensare bassamente» e che ha descritto nel racconto dell’incontro di Zarathustra con la propria caricatura (la scimmia):

[Zarathustra] arrivò anche alle porte della grande città: ma qui un pazzo, colla bava alla bocca, gli corse incontro con le braccia aperte e gli attraversò il cammino. Era quello stesso che il popolo chiamava «la scimmia di Zarathustra»: giacché si era appropriato alcunché del suo stile e della sua inflessione di voce, e toglieva anche volentieri molte cose a prestito dalla sua sapienza.

 Questo è il giudizio che su di lui (sulla scimmia o, se si preferisce, sul porco a cui Fabri Fibra si ispira) esprime Zarathustra:

«Dall’amore soltanto deve uscire il mio disprezzo e il
mio uccello augurale; ma non dalla palude!
Ti si chiama la mia scimmia, o pazzo furioso: ma io ti
chiamo il mio maiale grugnente, – col grugnire mi guasti
il mio elogio della pazzia.

[…] – sedesti allora presso queste lordure, per aver un pretesto a grugnire,
– per avere un pretesto a molta vendetta! la vendetta è infatti tutta la tua schiuma,
o pazzo vanitoso; io t’indovinai bene!
Ma il tuo folle discorso mi urta anche quando hai ragione!
E se la parola di Zarathustra avesse pur mille ragioni, tu, con la mia parola,
commetteresti sempre un torto!»

Così parlò Zarathustra; poi guardò la grande città, sospirò, ed a lungo si tacque.
Alla fine disse così: Mi disgusta anche questa grande città, non questo pazzo soltanto. Tanto qui come là non v’è nulla da rendere peggiore.

Friedrich Nietzsche, Così parlò Zarathustra


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