Posts tagged ‘sentimenti’

26 Aprile, 2022

Le emozioni

by gabriella

sofferenzaDi solito pensiamo alle emozioni come a sensazioni soggettive provocate dall’ambiente fisico o sociale.

Queste sono invece solo una componente dell’esperienza emotiva, accan­to ai pensieri, alle modificazioni fisiologiche e ai comportamenti espressivi.

Il testo della lezione affronta l’intreccio di questi elementi, degli stimoli esterni o interni e degli elementi cognitivi e affettivi che chiamiamo emozioni.

 

Indice

1. La componente cognitiva
2. Gli aspetti fisiologici
3. Il comportamento espressivo

3.1 Empatia e neuroni specchio

 

4. Lo sviluppo delle emozioni

Di solito pensiamo alle emozioni come a sensazioni soggettive provocate dall’ambiente esterno. Le sensazioni che proviamo, invece, sono solo una componente dell’esperienza emotiva, accanto ai pensieri, alle modificazioni fisiologiche e ai comportamenti espressivi.

Le emozioni sono, quindi, un processo interiore legato a molti aspetti dell’individuo. Le ricerche sperimentali degli ultimi decenni hanno rafforzato l’ipotesi che siano risposte adattive dell’organismo agli stimoli ambientali.

 

1. La componente cognitiva

mamba

Topo e serpente: reazione di fuga

Negli animali inferiori certi stimoli producono una reazione di scarica immediata su base innata. Ad esempio, il movimento strisciante di un serpente pro­duce immediatamente nel topo una risposta di fuga, mentre l’avvicinarsi di un gatto determina istantaneamente l’attacco della femmina di pettirosso in difesa del nido.

Questi comportamenti emotivi sono istintivi: l’attacco e la fuga compaiono ogni volta che la sopravvivenza è messa in pericolo. Nel cervello dei rettili, infatti, gli stimoli sensoriali attivano immediatamente i centri di risposta dell’aggressività siti nel tronco encefalico, ciò che rende automatiche e molto veloci le risposte emotive, aumentando le possibilità di sopravvivenza degli individui. Lo stesso accade nel pettirosso.

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7 Ottobre, 2020

Umberto Galimberti, Professore, ma che me ne faccio di Dante? Analisi del testo ed esercitazione

by gabriella

DanteNel primo libro della Metafisica Aristotele risponde alla domanda sull’utilità della filosofia, evidenziando che non serve a nulla, ma «proprio perché priva del legame di servitù è il sapere più nobile» [Met, I, 2, 982b].

 

Lettera del Prof. D.

La prima lezione di letteratura per un insegnante di liceo è la più difficile. Lo è perché, nel tentativo di spiegare cos’è la letteratura, si troverà a rispondere alla domanda: “A cosa serve la letteratura?”, che puntualmente gli studenti gli porranno. Mi sono trovato a dover convincere i ragazzi che quello che avremmo letto e studiato tutto l’anno sarebbe servito a qualcosa, e con mille citazioni, più o meno colte, e più o meno adeguate, ho tentato pure di dire a cosa. Mi sono sentito spesso un pazzo, che scimmiottava qualche strampalato professore da film, e penso alla fine di non aver raggiunto il mio scopo. I ragazzi hanno sì apprezzato la prima lezione, ma già alla quarta o quinta il commento: “Ma cosa me ne faccio di Dante?” era trattenuto a stento. Lei come convincerebbe i giovani di oggi dell’importanza e dell’utilità della lettura? Cosa direbbe, o farebbe leggere loro? Perché i ragazzi chiedono l’utilità di ogni materia (“Che me ne faccio dell’analisi logica?”, “A che serve la storia?”), come se avesse senso studiare solo quello che immediatamente garantisce un tornaconto? Prof. D.

 

Risponde Umberto Galimberti

In un mondo dominato dall’utile, l’unica possibile liberazione è nell’inutile

Dal momento che vent’anni di televisione commerciale hanno fatto perdere ai nostri ragazzi qualsiasi interesse per la cultura, e dal momento che il denaro è diventato, soprattutto negli ultimi anni, il generatore simbolico di tutti i valori, è ovvio che, non capendo più che cosa è bello, che cosa è buono, che cosa è giusto, che cosa è sacro, i nostri ragazzi capiscano solo che cosa è utile.

E da questo punto di vista la letteratura è proprio inutile. Anche se ogni cosa è utile a qualcos’altro, e questo qualcos’altro è utile a qualcos’altro ancora, per cui se non si approda a qualcosa di inutile, tutte le catene di utilità diventano insignificanti e prive di senso.

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31 Ottobre, 2018

Gabriel Tarde, Che cos’è la società?

by gabriella

L’articolo di Gabriel Tarde, Qu’est-ce que la société?, del 1884, in cui teorizza la natura culturale dei sentimenti e individua la forza dell’influenza sociale nel meccanismo dell’imitazione.

Indice

1. Premessa: sulla natura culturale dei sentimenti
2. Che cos’è la società?

 

1. Premessa: sulla natura culturale dei sentimenti

Gabriel Tarde (1843 - 1904)

Gabriel Tarde (1843 – 1904)

In uno scritto del 1884, uscito su una rivista filosofica parigina e intitolato Che cos’è la società, Gabriel Tarde, scienziato sociale a lungo oscurato dalla fama di Durkheim, descriveva la condizione dell’uomo in società come il

«non avere che idee suggerite e crederle spontanee»,

Durkheim

Émile Durkheim (1858 – 1917)

concludendo che

«tale è l’illusione del sonnambulo come dell’uomo sociale».

Le prove addotte da Tarde circa la natura artificiale, non naturale, delle opinioni e dei sentimenti umani sono tratte, come in tutta la sociologia delle origini (a partire dalle Lettere persiane di Montesquieu) dalla diversità culturale. Come mostra il sociologo, anche ciò che sembra più naturale in una cultura è “respinto con orrore” in un’altra, come

«l’amore paterno nei popoli per i quali lo zio materno veniva prima del padre, la gelosia in amore nelle tribù in cui regnava la comunanza delle donne, ecc.».

Sarà Durkheim a rendere ancora più perentoria l’osservazione di Tarde e ad indicare nelle istituzioni sociali il luogo d’origine dei sentimenti, delle convenzioni, delle opinioni umane:

è perché esiste il matrimonio che amo mia moglie .. è perché ho introiettato l’obbligazione sociale di proteggerli che amo i miei figli.

 In altre parole,

l’uomo non è, nella sua essenza che l’insieme dei rapporti sociali [Marx, Sesta tesi su Feuerbach]

 

 

2. Che cos’è una società?

tarde1Che cos’è una società? Si è in genere risposto: un gruppo di individui diversi che si rendono mutui servizi. Da questa definizione chiara quanto falsa sono nate tutte le frequenti confusioni tra le cosiddette società animali, o la maggior parte di esse, e le uniche, autentiche società, delle quali, sotto un certo riguardo, quelle animali costituiscono un piccolo numero.

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