Archive for Novembre, 2023

9 Novembre, 2023

Le forme dell’odio sociale

by gabriella

Lavoro di gruppo della 3E. L’approfondimento sarà concluso dalla visione del film L’onda.

Temi

1. Umberto Galimberti, Cattivi

Chi sono i cattivi soggetti? I criminali? Approfondimento sull’Effetto Lucifero del filosofo e psicanalista Umberto Galiberti.

Tommaso, Marco, Davide

 

2. 3. Il meccanismo del capro espiatorio

Presentazione (primi 3 paragrafi) del classico studio del filosofo francese René Girard sulla funzione della vittima designata, dai sacrifici umani al bersaglio sociale.

Aurora D., Patrizio

Aurora G., M. Giulia, Sara S.

 

 

4. La personalità autoritaria 

Analisi di testi sulla ricerca di Theodore Adorno e Frenkel -Brunswik intorno alle basi psicologiche del fascismo. Il fascismo è un movimento storico e, come tale, ha cause storiche e sociali. Adorno si interrogò, quindi, non sulle cause del fasicsmo, ma sulle possibili caratterisitiche del tipo psicologico sensibile al suo messaggio politico, concentrato in particolare sull’ostilità per “gli ebrei e i negri”.

Testi: – Giovanni Jervis. Il problema pp. 12
– La scala F pp. 2

Matilde, Asia, Sara Z.

 

5. L’odio per lo straniero

Introduzione alla xenofobia.

– A, Dal Lago, Qualcuno da odiare (primo paragrafo)
– J. Steinbeck, Maledetti Okies (tratto da Furore)

Chiara M, Eleonora, Rebecca

 

6. La coltivazione della paura sociale 1. Come si costruisce una strega

Studio della storica svizzera Martine Ostorero sulla costruzione della strega ad opera dell’Inquisizione.

Anna, Giada, Rita

 

7. e 8. La coltivazione della paura sociale 2. La zingara rapitrice

Inchiesta sullo stereotipo razzista della zingara rapitrice che analizza tutti i casi di rapimenti attribuiti a donne rom in Italia negli ultimi 50 anni.

Alessia, Virginia, Elisa

Giulia, Nicole

 

x. La marginalizzazione di un gruppo: i Cagots, gli intoccabili europei

Recensione a un testo storico sulla vicenda medievale dei reietti d’Europa.

 

 

 

 

 

9 Novembre, 2023

Theodor W. Adorno, La personalità autoritaria

by gabriella

Frutto di un’indagine durata dal 1944 al 1949, nel quadro degli studi sull’antisemitismo promossi dall’American Jewish Committee, e pubblicata nel 1950, La personalità autoritaria rappresenta tutt’ora il tentativo più importante di ricerca sociologica condotta con l’impiego sistematico delle teorie psicanalitiche.

Essa trova la propria base nell’incontro delle prospettive interpretative della Scuola di Francoforte, il cui portavoce è Theodor Adorno, con l’impostazione della scuola psicanalitica viennese, rappresentata da E. Frenkel-Brunswik, e con l’interesse per lo studio e la misurazione degli aspetti sociali della personalità, sviluppati dalla psicologia sociale statunitense.

Quest’opera si prefigge quindi di determinare le caratteristiche della personalità autoritaria, intesa come una «struttura profonda» della personalità che ha la sua origine nell’esperienza personale del soggetto e nei suoi primi rapporti con l’ambiente familiare.

L’indagine condotta da Adorno e dai suoi collaboratori mette capo alla scoperta del rapporto tra «personalità autoritaria» e ideologia etnocentrica, rapporto la cui radice viene riconosciuta nel meccanismo di proiezione in virtù del quale l’individuo attribuisce ai membri dei «gruppi esterni» elementi che trova presenti in sé, ma di cui vuol negare o ignorare l’esistenza. Così il rifiuto dei gruppi di minoranza (dagli ebrei ai “negri”), si rivela correlato con la sottomissione all’autorità e con l’aggressività autoritaria, e con una serie di altri atteggiamenti, quali la tendenza all’esteriorizzazione, il convenzionalismo, l’orientamento in vista del potere, ecc.

In questa prospettiva, il fascismo è inquadrato non solo come fenomeno storico, ma come forma di un rapporto sociale basato sulla gerarchia e l’oppressione, la cui espressione nelle relazioni interpersonali (di genere, o genitoriali, ad esempio) o sociali (tra gruppi) ] passa, quindi, anche per la terapia della personalità e dei tratti «profondi» dell’autoritarismo [dalla quarta di copertina].

Di seguito, la bella introduzione di Giovanni Jervis all’edizione italiana [Milano, Edizioni di Comunità, 1973, pp. XIX-XXXI] di The Authoritarian Personality (1949); la premessa di Max Horkheimer, il saggio di Adorno sul pregiudizio con test finale.

 

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9 Novembre, 2023

Martine Ostorero, La caccia alle streghe. Stigmatizzazione dell’Altro e paura del diavolo

by gabriella
martine ostorero

Martine Ostorero

 «L’immaginario del sabbah è una costruzione colta al servizio della strumentalizzazione delle credenze».

Martine Ostorero

«La tecnica dei semplificatori del mondo, santi inquisitori o cinici demagoghi che siano,
pare essere sempre quella dell’espulsione della paura oltre i confini del gruppo, o almeno ai suoi margini.
Localizzando lì, nel nemico po nello straniero, la colpa della crisi avvertita o temuta,
s’ottiene di dar vita a un ulteriore “luogo comune” sostitutivo o di rinforzo.
Capita così che il nero, l’ebreo, lo zingaro, o come avviene sempre di più, l’immigrato,
assumano il ruolo di pharmakói, di capri espiatori: insieme veleno e antidoto,
responsabili del disordine e, in quanto vittime immolate, propiziatori dell’ordine».

Roberto Escobar, Metamorfosi della paura, 1997

Presentazione della lezione tenuta dalla prof.ssa Martine Ostorero dell’Università di Losanna al seminario del Progetto Pestalozzi sulla Storia della paura, tenuto il 10 maggio 2012 a Losanna.

Il testo, preceduto da una videolezione realizzata sul tema per i miei studenti, si conclude con alcuni documenti storici relativi ai processi per stregoneria tenutisi nel cantone svizzero del Vaud nel XV secolo.

Secondo Martine Ostorero (Univ. Lausanne), la descrizione delle pratiche di demonolatraia e dell’immaginario legato al sabbah (etimo legato, non a caso, alla festività ebraica dello shabbat, sabato) è stata la prima condizione della caccia alle streghe.

La seconda è stata invece la diabolizzazione della magia e di tutte le eresie, azione che si è sviluppata come una costruzione colta al servizio della strumentalizzazione delle credenze. Il momento d’avvio fondamentale della stigmatizzazione delle streghe è la bolla papale del 1325-27 che identifica magia ed eresia, producendo il fondamentale slittamento che porterà all’assimilazione dell’eresia alla stregoneria a cui aderirà lo stesso Tommaso d’Aquino.

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9 Novembre, 2023

Sabina Tosi Cambini, Chi ruba i bambini?

by gabriella

zingara-rapitriceI risultati del più recente studio socio-giuridico sui rapimenti di minori da parte di rom, in un estratto della relazione tenuta da Sabina Tosi (UniFi) al Convegno Internazionale La condizione giuridica di Rom e Sinti in Italia [Università Milano-Bicocca, 16-18 giugno 2010]. L’inchiesta, che ha esaminato tutti i casi di cronaca dal 1986 al 2007 (quaranta casi in tutto) ha evidenziato come al racconto del tentato rapimento non fosse associato alcun reale rapimento, oltre ad una serie di costanti, come l’assenza di testimoni, e una comunicazione scorretta da parte dei media. L’autrice ha pubblicato lo studio nel 2007 per l’editore CISU, con il titolo La zingara rapitrice. Racconti, denunce, sentenze (1986-2007).

 

Introduzione

Questo contributo presenta alcuni risultati della ricerca da me condotta sui (presunti) rapimenti di bambini non rom da parte di rom e sinti in Italia1: uno studio condotto in parallelo con quello di Carlotta Saletti Salza volto a verificare quanti bambini figli di rom o sinti siano stati dati in affidamento e/o adozione dai Tribunali per i Minori italiani a famiglie gagé. La ricerca ha coperto gli anni dal 1986 al 2007, i casi sono stati individuati e analizzati partendo dall’archivio Ansa (notizie nazionali e locali) e arrivando alla consultazione dei fascicoli dei Tribunali. L’analisi ha, quindi, preso in considerazione ventinove casi, oltre undici di sparizione di minori (dunque, 40 in tutto), sui quali è da subito opportuno indicare il risultato principale della ricerca, e cioè che non esiste nessun caso in cui sia avvenuta una sottrazione del bambino: nessun esito, infatti, corrisponde ad una sottrazione dell’infante effettivamente avvenuta, ma si è sempre di fronte ad un tentato rapimento, o meglio, ad un racconto di un tentato rapimento. La consultazione
dell’archivio ci ha dato modo di arrivare ad un corpus di notizie che ho studiato sincronicamente e diacronicamente. Alla confusione che generano i media al momento della denuncia del fatto, dando come provato e “vero” il tentato rapimento, se non vi è un arresto non corrisponde quasi mai la notizia dell’esito dell’azione delle Forze dell’ordine. Nei pochi casi in cui questo accade, la notizia non è per comunicare che i rom non c’entrano niente, ma è perché l’esito scioglie in sé altri eventi: truffe, fatti drammatici, situazioni che suscitano ilarità.

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9 Novembre, 2023

Alessandro dal Lago, Qualcuno da odiare

by gabriella
treviso

La protesta di Treviso contro gli stranieri

L’allarme sociale scatenato dalla sistemazione dei migranti in quartieri periferici a Treviso e Roma, alcuni mesi fa, perpetua la logica della paura a cui siamo familiarizzati dagli anni ’90. In questo frammento di Non persone. L’esclusione dei migranti in una società globale [Milano, Feltrinelli, 1999, pp. 72-75], Alessandro Dal Lago spiega il ruolo della stampa nella costruzione di un senso comune ostile e il meccanismo tautologico attraverso cui si costruisce la paura dello straniero.

Il sociologo non può disinteressarsi dell’ideologia razziale semplicemente
perché dal punto di vista scientifico è una scempiaggine: molte situazioni
sociali sono efficientemente controllate dalle definizioni di imbecilli.

P. Berger, Invito alla sociologia (trad.it) 1967

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8 Novembre, 2023

Max Weber, L’ascesi intramondana e lo spirito del capitalismo

by gabriella
Max Weber

Max Weber (1864- 1920)

In questo brano dell’Etica protestante e lo spirito del capitalismo, Weber prende in esame gli scritti del predicatore puritano Richard Baxter, autore in cui si trova, a suo giudizio, la forma più compiuta ed influente del particolare tipo di ascesi intramondana proprio dell’ethos capitalistico.

A differenza dell’etica protocristiana e paolina, la morale puritana non condanna la ricchezza, ma l’adagiarsi nel possesso e nell’ozio improduttivo, eticamente smidollato e odioso agli occhi di Dio che prescrive invece il lavoro a sua lode e gloria.

È di qui che nasce anche la caratteristica condanna della povertà e la colpevolizzazione di chi resta ai margini tipica del sentire tory.

1. Per individuare i nessi che collegano le rappresentazioni religiose fondamentali del protestantesimo ascetico con le massime della vita economica quotidiana, occorre in primo luogo menzionare quegli scritti teologici che sono sicuramente nati dalla prassi della cura delle anime. Poiché in un’epoca in cui l’aldilà era tutto, dall’ammissione all’eucaristia dipendeva la posizione sociale del cristiano, l’opera dei religiosi, con la cura delle anime, la disciplina ecclesiastica e la predica, esercitava un’influenza che noi moderni non possiamo neanche più immaginare […] le forze religiose che si affermano in tale praxis hanno plasmato il «carattere popolare» in maniera decisiva e determinante.

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6 Novembre, 2023

Democrito

by gabriella
Democrito (460 ca-370 a.C.)

Democrito (460 ca-370 a.C.)

Colui che il mondo a caso pone.

Dante, Inferno, IV

 

Con Anassagora, Democrito è il filosofo che ridà legittimità alla ricerca intorno alla natura, dopo il divieto di Parmenide di pensare molteplicità e divenire che per gli eleati equivaleva a contraddittoria compresenza di essere e non essere.

Anche Democrito sceglie una soluzione pluralista: la verità profonda delle cose è legata agli atomi, unità indivisibili di materia che volteggiano nel vuoto dando origine a generazione e distruzione.

 

Indice

1. Il viaggio di Leucippo
2.
 La fisicizzazione dell’essere e non essere eleatici 
3. L’atomo e la matematizzazione del mondo

3.1 La matematizzazione del mondo
3.2 Conoscenza sensibile e conoscenza razionale
3.3 Il movimento degli atomi

3. Una filosofia materialista, meccanicista, antifinalista

3.1 L’etica

 

1. Il viaggio di Leucippo

Il fisico Carlo Rovelli

Secondo Carlo Rovelli, una tappa fondamentale nella storia della conoscenza è stata il viaggio o la fuga di Leucippo, il maestro di Democrito, da Mileto ad Abdera nel 450 a.c.. Scrive il fisico:

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1 Novembre, 2023

Il minuto di silenzio

by gabriella

Ieri, nella mia scuola, si è tenuta l’assemblea sindacale sui temi del momento: la ripartizione del Fondo scolastico tra i progetti, i nuovi compiti del consiglio di classe, i progressi legislativi del famigerato “Liceo” del Made in Italy.

Inaspettatamente, il collega che la presiedeva ha proposto all’assemblea di far precedere la discussione da un minuto di silenzio in memoria delle ultime vittime israeliane e palestinesi.

Nessuno ha obiettato, me compresa, ma non si era mai aperta in questo modo un’assemblea sindacale. In altri tempi mi sarei alzata a spiegare perché non si fa e non è giusto che si cambi ma, invecchiando, sono diventata più sensibile alle ragioni individuali e non ho voluto fare un intervento che sarebbe suonato come la stroncatura della conduzione del giovane collega eletto, una persona troppo amabile che mi dispiaceva offendere.

Ho sempre detestato i minuti di silenzio, soprattuto da quando il Ministero dell’Istruzione li ha resi una pratica odiosa di condizionamento, prescrivendoli in ogni occasione in cui fosse necessario rafforzare l’ordine del discorso e ricordare alla scuola come si deve pensare e cosa si deve dire.

Li boicotto, perciò, fieramente, da anni, sostituendoli con minuti di parola in cui apro la discussione con gli studenti sul tema in questione, certa che far crescere la riflessione e l’informazione su quanto accade sia più facile con le parole che coi silenzi, con il ragionamento piuttosto che con la commozione e con il dia-logos invece che con l’ascolto obbediente delle superiori disposizioni.

Spesso una commozione non educata si traduce in pura educazione alla conformità, cioè in una semplice diseducazione: una misura controproducente, contraria agli obiettivi che vuole perseguire.

Ma, in un’assemblea sindacale che si apre con un minuto di silenzio accade qualcos’altro. Far iniziare un’iniziativa collettiva con un gesto individuale pubblico, trasforma un luogo di discussione e di mobilitazione in un oratorio. Non ci riuniamo per rivolgersi insieme a un’entità trascendente, per sentire insieme come un unico cuore, ma per dividerci, ragionare imperfettamente e prendere decisioni necessariamente umane.

Ci sono senz’altro sensibilità culturali e politiche diverse tra noi, ma mettere mano al rituale per innestarvi pratiche che hanno origine in storie diverse non resta senza conseguenze nei minuti successivi al primo.


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