Archive for Giugno, 2013

9 Giugno, 2013

Mario Tronti, Sul concetto di crisi

by gabriella

Una sintesi dei passaggi più significativi di Parola chiave, Crisi, tratto da Centro per la riforma dello stato.

Nel 1980, per il numero di aprile-maggio, La Rivista, diretta da Walter Pedullà, manda in stampa un numero monografico con il titolo “La crisi del concetto di crisi”. Marco d’Eramo invia un breve testo che istruisce ilTucidide tema. Le risposte sono di personaggi più che significativi: tra gli altri, Jacques Attali, Julien Freund, Emmanuel Le Roy Ladurie, Edgar Morin, René Thom. Molto gustoso un passaggio della proposta di d’Eramo:

“Mentre si apre il penultimo decennio di questo millennio, la ‘Crisi’ è uno strumento che basta a evocare l’Emergenza, l’Unità- Nazionale, l’Austerità, lo Sforzo-Collettivo. È il miraggio di una Nuova-Era, di una Società-Più-Umana. È il preludio della Catastrofe, la consorte del Riflusso. Una volta la lingua era più ricca. Spengler parlava di Declino o Tramonto (dell’Occidente), Horkheimer di Eclissi (della Ragione)”.

Si parla di noi, della nostra attuale crisi, come ne parlano gli interpreti, che sono poi, come si sa, i responsabili stessi della crisi. La prima preoccupazione dovrebbe essere quella di non parlarne in questi termini. Che la crisi sia di natura economico-finanziaria, non c’è dubbio. Che se ne possa dire nella sola lingua dell’economia e della finanza, questo è molto dubbio.

Riportiamo allora il concetto di crisi alla sua storia di lunga durata. Utilizziamo alcuni spunti del fascicolo sopra citato. Tucidide riprende la crisi sia da Ippocrate, nel senso medico, come improvviso cambiamento in un corpo, sia da Sofocle, nel senso teatrale, come rappresentazione del trauma.

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8 Giugno, 2013

Same Sex Families, il benessere dei figli delle coppie gay

by gabriella

coppie gay

I figli di genitori gay «crescono anche meglio di quelli nati in famiglie tradizionali». Presentati i primi risultati del più ampio studio attualmente disponibile sulla condizione minorile nelle famiglie omosessuali, condotto dall’università di Melbourne su 500 minori residenti in Australia. Le same-sex families sono più unite – suggerisce la ricerca – perché devono affrontare gli attacchi che arrivano dalla società, metabolizzarli e dare loro una spiegazione.

Vivono con due mamme o due papà, e sono alla pari con i loro coetanei per autostima, comportamento emozionale e tempo speso in compagnia dei genitori. Ma avrebbero una marcia in più rispetto alla media in tema di benessere complessivo e coesione familiare. I bambini figli di coppie omosessuali crescono altrettanto bene, e sotto alcuni aspetti meglio, rispetto a quelli che vivono nelle famiglie tradizionali. Lo dicono i risultati preliminari di uno studio condotto dall’università di Melbourne su 500 minori residenti in Australia: le same-sex families sono più unite – suggerisce la ricerca – perché devono affrontare gli attacchi che arrivano dalla società, metabolizzarli e dare loro una spiegazione.

The Australian Study of Child Health in Same-Sex Families, si legge sul sito dell’ateneo, è «la più ampia ricerca al mondo» sul tema. E’ iniziata nel 2012, si concluderà nel 2014 e coinvolge 500 minori tra i 2 mesi e i 17 anni e 315 genitori (80% donne, 18% uomini e 2% di altro genere) tra gay, lesbiche, bisex e queer che hanno compilato online o via mail un Child Health Questionnaire riconosciuto dalla comunità scientifica internazionale. Lo scopo è “misurare il benessere fisico, mentale e sociale dei bambini che vivono in questo ambiente”: secondo l’Australian Bureau of Statistics, nel 2011 erano 33mila le coppie omosex che vivevano insieme a 6.120 figli under 25. Tra gli obiettivi c’è anche quello di “studiare il ruolo della discriminazione” sul loro sviluppo. Cinque gli indicatori utilizzati: autostima, emotività, tempo trascorso con i genitori, stato di salute e coesione familiare.

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7 Giugno, 2013

Polonia, Special Economic (leggi Exploitation) Zones

by gabriella

Wałbrzych

Gli sviluppi europei della globalizzazione – dumping sociale, sfruttamento intensivo del lavoro, cancellazione di qualunque diritto, riduzione in schiavitù – nello stralcio dell’intervista rilasciata da due attivisti del sindacato Inicjatywa Pracownicza in occasione della proiezione a Bologna del documentario «Special Exploitation Zones» e di un video dedicato alle condizioni di vita e di lavoro delle donne di Wałbrzych. La Polonia è l’unico stato membro dell’Unione Europea ad aver istituito delle Special Economic Zones (SEZ), zone di sfruttamento estremo dei lavoratori che permettono alle imprese multinazionali di estrarre enormi profitti connettendo i territori ai flussi transnazionali grazie a regimi fiscali particolari e lucrando sulle condizioni inumane di lavoro e di vita di operai spesso migranti.

Nell’estate del 2012 la fabbrica Chung Hong Electronics, situata in una di queste zone, è diventata l’arena di una rivendicazione collettiva e di uno sciopero – lo “sciopero delle madri”. La fabbrica è un subappalto di LG Electronic, che produce schede TV. Gli operai hanno rifiutato di far funzionare le macchine per quasi due settimane. Uno sciopero così prolungato non si verificava in Polonia dal 1989.

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Quali erano le condizioni di lavoro alla Chung Hong?

I: I lavoratori della Chung Hong ricevono salari molto bassi, di solito il minimo, in Polonia sono 300 € netti, 400 € lordi. Più della metà di questo salario devi spenderlo per la casa, perciò per la vita ti rimangono attorno ai 150 €, anche meno, come se fosse nulla. Dall’altra parte sei costretto a fare gli straordinari, attorno alle 150 ore all’anno, ma chiaramente alcuni fanno molto di più e se la produzione procede ad alto ritmo i lavoratori devono lavorare 16 ore al giorno, 2 turni, se rifiutano possono anche essere licenziati. Si può vedere la precarizzazione della condizione lavorativa nel senso che le persone sono lasciate a casa dal lavoro e poi possono tornare ma solo a costo della flessibilizzazione delle loro condizioni, contratti a tempo determinato. Questa situazione l’abbiamo osservata alla FIAT. Quest’anno FIAT ha licenziato 1450 lavoratori e un mese fa circa 150 di loro hanno avuto la possibilità di essere reintegrati, ma come precari, con salari più bassi e contratti a tempo determinato.

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5 Giugno, 2013

A Terni cose turche

by gabriella

Alta tensione a Terni nel corso della manifestazione dei lavoratori dell’Ast in sciopero dopo l’esito negativo degli incontri con la proprietà del sito siderurgico, la multinazionale finlandese Outokumpu. La polizia carica i manifestanti, il sindaco ferito.

In serata viene diramata la notizia che il ferimento non è stato causato dall’azion e di contenimento della Polizia, ma dal colpo d’ombrello di uno dei manifestanti. La versione fornita dagli uomini della Questura è contraddetta il giorno seguente da un video girato dal TG3 – Umbria.

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4 Giugno, 2013

Yamamoto Tsunemoto, Hagakure

by gabriella

hagakure

Hagakure, I, 46

Tra le massime scolpite sul muro del daimio Naoshige ce n’era una che diceva:

le questioni più gravi vanno trattate con leggerezza.

Il maestro Ittei commentò:

quelle meno gravi vanno trattate con serietà.

Non esistono più di due o tre problemi da considerare seriamente e, se sono esaminati in tempi ordinari, possono essere compresi. Per risolverli immediatamente è necessario solo pensarci in anticipo, e poi trattarli con leggerezza quando giunge il momento. Tuttavia non è facile fronteggiare un evento e risolverlo con leggerezza se no ci si è preparati prima, perché non si sa prendere la decisione giusta. Quindi la massima

le questioni più gravi vanno trattate con leggerezzahagakure

può essere pensata come fondamento dell’agire.

Hagakure, I, 91

Il modo appropriato di applicarsi nell’arte della calligrafia è quello di scrivere gli ideogrammi con accuratezza, ma ciò non è sufficiente, perché così la scrittura sarà semplicemente fiacca e rigida.

E’ necessario andare oltre la forma pura e allontanarsi dalla regola. Questo principio di applica a tutte le arti.

4 Giugno, 2013

Miyamoto Musashi, Go Rin no Sho. Yagyu Munenori, Libro della tradizione familiare dell’arte della guerra

by gabriella

Miyamoto MusashiColoro che sono ignoranti non mostrano il proprio genio perché pare che non ne abbiano affatto. Allo stesso modo l’intelligenza altamente sviluppata non appare perché viene celata. E’ solo la pseudo-erudizione che si manifesta apertamente.

Yagyu Munenori

 

Miyamoto Musashi (1584-1645). Dal Go Rin no Sho

Alcuni a tutt’oggi si mantengono con l’arte della spada (kendo) tuttavia si limitano a insegnare le “tecniche” della scherma. Recentemente i monaci shintoisti ispirati dagli dei hanno fondato le loro scuole di scherma e girano per il paese insegnando l’arte.

Da sempre si considera l’arte del vantaggio come una delle arti tradizionali, ma quando parliamo di essa non dovremmo limitarci alla sola tecnica della spada.

Se ci guardiamo attorno ci rendiamo conto che tante arti sono venali. Persino gli uomini si vendono; inventano marchingegni per trafficare meglio invece di di mettere a disposizione la propria competenza. E’ un po’ come separare il seme dal fiore e attribuire maggior valore al fiore. Questo comportamento li spinge a vantarsi delle proprie capacità per sbalordire il prossimo. Avendo una generica familiarità con le tecniche di scherma insegnate nelle diverse scuole, cercano il loro tornaconto insegnando o apprendendo solo queste. Purtroppo la conoscenza superficiale della materia è spesso più nociva dell’ignoranza assoluta.

Mi piace paragonare l’arte della guerra all’attività dell’artigiano e più esattamente a quella del carpentiere, che costruisce le case. L’ideogramma del carpentiere significa “grande abilità” e lo stesso vale per i principi dell’arte della guerra. Se volete apprendere l’arte della guerra leggete questo mio libro e meditate.

Il maestro è l’ago il discepolo il filo. Per conoscere a fondo è necessario esercitarsi con grande abilità.

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4 Giugno, 2013

Sunzì, L’arte della guerra

by gabriella

sun-tzu

Fa’ uso della collera per confonderli,
dell’umilità per renderli arroganti,
fa’ crollare loro i nervi con l’arguzia,
sii fra loro motivo di discordia.
Attaccali quando sono impreparati,
sferra il colpo quando meno se lo aspettano.
Sii tanto sottile da essere informe,
tanto silenzioso da essere impercettibile.
Solo così potrai essere artefice del destino dei tuoi nemici.

2 Giugno, 2013

Esercitazione su Castoriadis. 3D

by gabriella

cornelius-castoriadisTratto da Psicanalisi e immaginazione radicale del soggetto [intervista rilasciata a Parigi, 7 maggio 1994].

Professor Cornelius Castoriadis, la sua pratica di analista ha anche un’influenza sulla sua concezione filosofica?

C’è un rapporto molto profondo tra la mia concezione della psicoanalisi e la mia concezione della politica. Ambedue infatti mirano all’autonomia dell’essere umano, anche se, ovviamente, attraverso vie diverse. La politica mira a liberare l’essere umano, a permettergli di accedere alla propria autonomia per mezzo di un’azione collettiva la quale ha come oggetto la trasformazione delle istituzioni; vale a dire, la politica mira ad instaurare delle istituzioni di autonomia. L’oggetto della politica non è la felicità, come si voleva nel Settecento e nell’Ottocento, e come intendeva anche Marx. Questa concezione non è solo erronea, ma anche catastrofica. L’oggetto della politica è la libertà. Anche l’idea americana del diritto a ricercare la felicità – contenuta nella Dichiarazione di Indipendenza – implica una nozione di autonomia del soggetto. Quando Lei parla di autonomia, la intende nel senso “americano”? No, non la intendo nel senso americano. In effetti, se lei ricorda, la Dichiarazione Americana dice: “pensiamo che Dio abbia creato gli esseri umani tutti liberi ed eguali, e con eguali diritti a perseguire la felicità”.

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2 Giugno, 2013

Pierfranco Pellizzetti, Foucault interprete di Nietzsche

by gabriella

Nietzsche-FoucaultTraggo da Micromega questa utile introduzione alla tematica foucaltiana dei processi di veridizione del potere e alla loro originaria ispirazione nietzschena.

Un grande terzetto di fantasiosi studiosi
tedeschi, Nietzsche, Marx e Freud ha distrutto
il XX secolo dal punto di vista morale così come
Einstein, bandendo il moto assoluto, lo ha distrutto
cognitivamente e Joyce, bandendo la narrazione
assoluta, lo ha distrutto esteticamente.
Clifford Geertz

Scrollatevi di dosso le catene come la rugiada
caduta su di voi durante il sonno.
Siete molti, e loro sono pochi!
Percy Bysshe Shelley

Scrive Marco D’Eramo nell’ultimo numero di MicroMega:

«come raccomandava in continuazione ai suoi allievi Pierre Bourdieu, i termini della politica vanno considerati non solo strumenti, ma poste in gioco della lotta politica. Quando nel Settecento Voltaire e Diderot si impossessarono della luce, della chiarezza (si definirono illuministi) e relegarono gli avversari nell’oscurità (“i secoli bui”), avevano già vinto la partita».

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2 Giugno, 2013

Joseph Stiglitz, Cuts don’t work, they hurt. Vladimiro Giacché, Gli errori degli economisti 2.0

by gabriella

teorema-stiglitzStiglitz non è certo il primo a sostenerlo [si veda sotto il video denuncia di Unite Squeezed Britain] ma ora, il teorema del premio nobel per l’economia dimostra l’esistenza della correlazione tra l’aumento dell’Indice di Gini (indice di diseguaglianza) e la diminuzione degli investimenti, dunque la stagnazione della crescita economica.

Come bene illustrato nell’articolo di Vladimiro Giacché (in coda) si tratta della terza confutazione consecutiva agli assunti di base dell’economia mainstream, dopo quella della tesi che il taglio del deficit abbia una modesta ricaduta (o,50%) sul PIL e la denuncia dell’errore di Rogoff e Rheingold nei calcoli a sostegno della tesi che l’oltrepassamento della soglia del 90% nel rapporto deficit/PIL inneschi la recessione economica.

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[youtube=http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=B0xXaU9DE0Y]

Roberto Petrini, Repubblica del 31 maggio 2013

È la diseguaglianza il vero killer del Pil. Nei paesi dove i ricchi sono sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri il Prodotto interno lordo segna il passo e, a volte precipita. Nelle nazioni dove si estende una grande middle class si affaccia invece la prosperità. Il premio Nobel Joseph Stiglitz rompe gli indugi e formalizza in un vero e proprio teorema, come egli stesso lo definisce, la sintesi degli studi che conduce da anni.

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