Posts tagged ‘principio di sfida ottimale’

21 Dicembre, 2022

L’apprendimento negli ambienti d’apprendimento

by gabriella

ragazza studiosaNegli ambienti d’apprendimento, come la scuola, si impara in molti modi diversi.

Aspetti consapevoli ed inconsci entrano in gioco nella motivazione, nell’attenzione, nelle convinzioni limitanti, nel rinforzo e in una serie di vincoli e condizionamenti che agiscono attraverso la didattica, la relazione docente-allievo e il clima di classe.

 

Indice

1. La motivazione ad apprendere

1.1 Le lavagne vuote di Skinner e la motivazione «estrinseca»
1.2 Il disequilibrio cognitivo di Bruner e la motivazione «intrinseca»
1.3 L’autorealizzazione di Maslow

      1.3.1 Il desiderio innato di conoscere e la gerarchia dei bisogni
     1.3.2 Il paradosso della motivazione: la Legge di Matteo

1.4 La motivazione non è una premessa ma un risultato (non solo individuale, ma del sistema)

              1.4.2.1 Il modello svedese
1.4.2.2 Le differenze storiche tra i sistemi educativi svedese e italiano e i punti forza di quello italiano

 

2. L’analisi dei livelli di aspirazione

2.1 Lo studio di Ferdinand Hoppe su come costruiamo i nostri obiettivi

2.1.1 Susan Harter e il principio di sfida ottimale


2.2
La motivazione al successo e i motivi di chi teme l’insuccesso

 

3. L’apprendimento negli ambienti d’apprendimento

3.1 L’apprendimento scolastico
3.2 Le difficoltà e i disturbi di apprendimento

 

4. Il clima di classe e la relazione docente-allievo

      4.1 La paura di sbagliare e l’impotenza appresa
      4.2 L’effetto Pigmalione

5. I diversi tipi d’apprendimento

5.1 Intelligenza operativa e intelligenza riflessiva

 

1. La motivazione ad apprendere

«Scegli un lavoro che ami e non dovrai lavorare un solo giorno in vita tua».

Confucio, Massime, VI secolo a. C.

Il primo fattore ad influenzare la qualità e la velocità dell’apprendimento è la motivazione, vale a dire la spinta emotiva a studiare e l’interesse per l’oggetto dell’apprendimento che fanno nascere il desiderio (eros) di impadronirsene.

Platone (427 – 447 a.C.)

Nel pensiero occidentale il primo ad affermare che educazione ed apprendimento hanno a che fare con l’eros è stato Platone (V a.C.). Per il filosofo, infatti, l’amore per qualcosa è legato alla percezione di una mancanza che fa nascere il desiderio di possederla.

Miguel Benasayag

Recentemente, gli psichiatri Miguel Benasayag e Carl Schmit hanno parlato dell’interesse per il sapere come del«la volontà di sapere e comprendere per abitare il mondo», capace di sconfiggere la tristezza e il vuoto dell’epoca contemporanea [Benasayag, Schmit, L’epoca delle passioni tristi, 2004].

Per i due psichiatri, infatti, la conoscenza è uno strumento di orientamento indispensabile per riconquistare il proprio equilibrio interiore e dare senso al caos contemporaneo.

La psicologia ha interpretato in modo differente la motivazione: per i comportamentisti è legata essenzialmente a gratificazioni esterne, mentre per Bruner e gli psicologi umanisti è il frutto di un bisogno interiore che l’oggetto della motivazione, che si tratti di uno sport, di un hobby o di una disciplina scolastica, soddisfa.

Vediamo le tesi principali.

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31 Agosto, 2012

Daniela Lucangeli, Learning disabilities: difficoltà vs disturbo

by gabriella

LucangeliLa conferenza sui disturbi dell’apprendimento tenuta a Perugia dalla professoressa Lucangeli (Univ. Padova) alla fine di maggio 2012, è stata tra gli interventi conclusivi della formazione per gli insegnanti umbri sulla Legge 170/2011. Proprio la sua collocazione al termine di un percorso che valorizzava gli strumenti della legge l’ha resa socraticamente preziosa, perché capace di mettere in crisi la credenza nella natura biologica di molte difficoltà d’apprendimento (qui le slide).

L’intervento di Daniela Lucangeli permette di capire che i ragazzi dislessici non hanno bisogno di strumenti burocratici per essere inclusi, ma che sono la scuola e l’insegnamento ad aver bisogno di strumenti e di potenziamento per includerli davvero. Al netto del risultato legislativo sui DSA si registra, al contrario, la tendenza ormai ventennale a togliere alla scuola sempre più mezzi e capacità di intervento educativo.

Apprendimento e cervello

Abbattere l’insuccesso scolastico, realizzare gli obiettivi scolastici e creare benessere.

Daniela Lucangeli

Fin dall’esempio con cui esordisce, appare evidente il rifiuto della professoressa Lucangeli di aderire al biologicismo delle neuroscienze. Un museo espone in una teca otto cervelli, una targa ricorda a lato che sono appartenuti a quattro scienziati e quattro criminali, ma la loro struttura e fisionomia esteriore sono identiche: né il crimine, né il genio sono dunque nel nostro cervello [si veda per questo Alva Noë, Perché non siamo il nostro cervello, Nota mia].

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