Archive for Novembre, 2013

12 Novembre, 2013

Roberto Lolli, Il contrattualismo

by gabriella

Pacta sunt servanda

Cielo

La nozione politica di “Contratto” nelle forme del pensiero antico è connessa al rapporto tra sfera religiosa e mondo umano. Il Patto – lo si chiami “Alleanza” nell’Antico Testamento, Eusébeia in Grecia o Pax Deorum a Roma – si prospetta come una relazione di potere nella quale l’ordine politico discende originariamente dalla volontà divina ed è mantenuto in virtù del rispetto da parte degli uomini di regole e rituali di origine sacra. A fondamento del potere era assunto un mito o una narrazione religiosa, in grado di conferire legittimazione a una casa regnante o al governo libero delle città. In ogni caso, era come se le istituzioni politiche sgorgassero dalla volontà di un dio, dalla natura o da se stesse, venendo a oscurarsi così l’idea che fossero gli uomini e non gli Dèi o il Fato a plasmare le leggi della città.

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12 Novembre, 2013

Roberto Lolli, Dubbi e certezze nel 600

by gabriella

La realtà e il suo specchio

Il Seicento è un’età di forti contraddizioni: è il secolo della Rivoluzione scientifica e della caccia alle streghe, delle teorie politiche innovative di Thomas Hobbes e John Locke e della Guerra dei Trent’Anni, delle arti barocche e della censura religiosa. Nessun secolo quanto il XVII si presta altrettanto bene a testare lo schema interpretativo dell’epoca contrassegnata dalla ‘crisi delle certezze’ che poi si dispiega in tutta la sua ampiezza per descrivere il Novecento.

Di questa situazione di transizione, di questa impotenza dell’individuo di fronte a qualcosa che eccede le capacità di comprensione o le possibilità di azione la massima espressione è il dubbio.

Il dilemma di Amleto

Amleto è un personaggio già moderno, come del resto altre grandi figure shakespeariane. La modernità del suo carattere si coglie in molti aspetti. Per esempio, la rivelazione da parte dello spettro di suo padre (freudianamente Amleto pure lui) delle modalità dell’avvelenamento subito e l’affidamento di una missione di “sacra vendetta” non vengono recepite con entusiastico vigore dal giovane principe. Amleto tituba, tentenna, lo spettro deve apparire una seconda volta per spronare il principe di Danimarca a compiere il gesto riparatore, l’atto che restituisca al mondo un equilibrio arcaico, barbaro, basato sul ripagare ferocia con ferocia. L’accettazione di questo compito, rimettere in sesto un mondo ‘fuor di quadro’, implica però dover affrontare la più drammatica tra le alternative: “essere o non essere”, cioè agire – e morire o essere comunque dannati – o non agire e sopravvivere disattendendo la voce dello spettro? Non si tratta di un dilemma del quale si conosca già la risposta: dalla terra dei morti nessuno è mai tornato per dirci se e quale sia la pena per l’anima peccatrice.

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12 Novembre, 2013

Roberto Lolli, La quaestio de universalibus

by gabriella

Un ‘campione medievale’

 Nel Medioevo, il ‘campione’ era colui che partecipava a un torneo cavalleresco e rappresentava se stesso o la casata o addirittura il suo signore e il suo sovrano. Era colui che stava sul campo, che affrontava il combattimento (in spagnolo Rodrigo Diaz de Bivar, lo storico e leggendario Cid, era detto, appunto, ‘Campeador’). Nel linguaggio moderno ‘campione’ ha assunto fondamentalmente due significati: ‘atleta vittorioso’ ed ‘esempio statistico, parametro di misurazione’.

 Ecco allora il ‘campione medievale’: la disputa sugli universali. Si tratta di un tema significativo, trasversale, che implica, infatti, anche la possibilità di collegarsi sul versante storico alla quaestio e al ruolo dell’università rispetto alla città; dall’altro, sul versante scientifico, alle forme del ragionamento logico. Soprattutto, consente di concentrare in un argomento gran parte del dibattito filosofico medievale mostrando il passaggio dalle prime soluzioni platoniche – che si delineano nell’Alto Medioevo e, dopo la svolta del Millennio, con l’affermarsi delle prime elaborazioni della Scolastica – fino a quelle più audaci, razionaliste e per molti versi moderne dei secoli XIII e XIV, quando, per citare Johan Huizinga, si profila “l’Autunno del Medioevo”.

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12 Novembre, 2013

Roberto Lolli, Elogio dei sofisti

by gabriella

sofistiContro i Sofisti

Il movimento dei pensatori Sofisti ha goduto sempre di pessima fama, tanto che i termini oggi in uso nella lingua italiana derivati da questa denominazione sono perlopiù connotati negativamente e, comunque, indicano un’alterazione rispetto alla verità (sofisma, sofisticato, sofisticazione…). In realtà, la parola ‘sofisti’ per i greci significava ‘sapienti’, ma questo termine, alla luce dell’ironica professione di ignoranza formulata da Socrate, per gli avversari assumeva esattamente il significato opposto. Come noto, fu soprattutto Platone a scatenare contro di loro tutta la potenza di fuoco dei suoi scritti, accusandoli di essere depositari di un sapere vuoto, prostituti del pensiero, seguaci dell’opinione (dòxa). In breve, agli occhi di Platone, un sofista è tutto ciò che è contrapposto al vero filosofo, al cercatore di sapere.

Il giudizio di Aristotele è meno drastico, in quanto lo Stagirita, se contrasta la critica dei Sofisti alla possibilità di fondare un sapere scientifico, almeno riconosce loro il merito di avere individuato e teorizzato le regole di una retorica razionale, fondata su argomentazioni razionali e non sul sentimentale appello alle viscere. La retorica dei sofisti, per Aristotele, possiede un legittimo spazio di applicazione in quei campi – il tribunale, le assemblee politiche – dove la verità non è semplice da accertare e le opinioni che esprimono legittimi interessi contrapposti hanno pieno diritto di cittadinanza.

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10 Novembre, 2013

Moni Ovadia, Sull’identità ebraica

by gabriella

moni ovadiaNel testo dell’intervista Perché lascio la mia comunità ebraica, rilasciata a Il Manifesto e pubblicata il 9 novembre 2013, Moni Ovadia espone la sua visione dell’ebraismo, quale religione fondativa dell’universalismo e del nucleo originario dell’idea di giustizia sociale. Uno spirito che Israele avrebbe da tempo abbandonato, secondo l’attore, abbracciando un sinistro «ein Folk, ein Reich, ein Land», in virtù del quale persegue il genocidio palestinese.

Lunedì scorso tramite un’intervista chiestami dal Fatto Quotidiano, ho dato notizia della mia decisione definitiva di uscire dalla comunità ebraica di Milano, di cui facevo parte, oramai solo virtualmente, ed esclusivamente per il rispetto dovuto alla memoria dei miei genitori. A seguito di questa intervista il manifesto mi ha invitato a riflettere e ad approfondire le ragioni e il senso del mio gesto, invito che ho accolto con estremo piacere. Premetto che io tengo molto alla mia identità di ebreo pur essendo agnostico.

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6 Novembre, 2013

Adriano Prosperi, Sanzionare per legge il negazionismo

by gabriella

 

PriebkeSull’onda emotiva del caso Priebke è stato proposto un emendamento al codice penale che punisce con il carcere chi nega l’esistenza di crimini di genocidio o contro l’umanità. Ma una norma del genere contro un reato di opinione non può entrare nel codice di un paese erede dei principi dell’Illuminismo senza alterarlo in modo sostanziale. Tratto da Repubblica, 30 ottobre 2013.

Col processo e con la condanna di Priebke l’Italia aveva dato una lezione di civiltà giuridica al mondo intero. Non vendetta, solo giustizia: una regolare estradizione dell’assassino delle Ardeatine dall’Argentina, un processo, la sentenza. E dopo la condanna la concessione dei benefici dell’età.

Così l’antico capitano delle SS ha potuto muoversi tranquillamente per Roma in mezzo agli eredi delle sue vittime. Ne ha fatto uso per rivendicare un miserabile orgoglio di soldato e per negare l’ingranaggio di morte di cui era stato un piccolo anello. Dietro di lui intanto altri pensavano a come farne un’icona politica dopo il vicino decesso. A favore del disegno c’era la prevedibile benedizione della Chiesa e il consueto facile perdono italico. Ma stavolta dall’alto di quel Vaticano che non aveva visto il rastrellamento degli ebrei del 1943, qualcuno ha visto il disegno e ha inceppato il meccanismo.

E subito dopo l’onore dell’Italia civile è stato salvato dal popolo di Albano Laziale. È fallito così il tentativo di una burocrazia cieca e di un manipolo di antisemiti in tonaca di inscenare una celebrazione del morto e del nazismo nei luoghi bagnati dal sangue delle vittime.

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1 Novembre, 2013

Albert Camus, Réflexions sur la guillotine (1957)

by gabriella

Camus, guillotine[121] Peu avant la guerre de 1914, un assassin dont le crime était particulièrement révoltant (il avait massacré une famille de fermiers avec leurs enfants) fut condamné à mort en Alger. Il s’agissait d’un ouvrier agricole qui avait tué dans une sorte de délire du sang, mais avait aggravé son cas en volant ses victimes. L’affaire eut un grand retentissement. On estima généralement que la décapitation était une peine trop douce pour un pareil monstre. Telle fut, m’a-t-on dit, l’opinion de mon père que le meurtre des enfants, en particulier, avait indigné. L’une des rares choses que je sache de lui, en tout cas, est qu’il voulut assister à l’exécution, pour la première fois de sa vie. Il se leva dans la nuit pour se rendre sur les lieux du supplice, à l’autre bout de la ville, au milieu d’un grand concours de peuple. Ce qu’il vit, ce matin-là, il n’en dit rien à personne. Ma mère raconte seulement qu’il rentra en coup de vent, le visage bouleversé, refusa de parler, s’étendit un moment sur le lit et se mit tout d’un coup à vomir. Il venait de découvrir la réalité qui se cachait sous les grandes formules dont on la masquait. Au lieu de penser aux enfants massacrés, il ne pouvait plus penser qu’à ce corps pantelant qu’on venait de jeter sur une planche pour lui couper le cou.

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1 Novembre, 2013

Contro la pena di morte

by gabriella

In Iran, dove il principio della sanzione retributiva è sancito dalla sharia, i genitori di un ragazzo hanno salvato dalla forca l’assassino del loro figlio. Il macabro rituale iraniano prevede infatti che siano i parenti della vittima a stringere il cappio intorno al collo del colpevole e a dare il calcio alla sedia che lo sostiene. Sette anni fa Balal, vent’anni, aveva ucciso a coltellate Abdallah, ora sconterà una pena detentiva in carcere [tratto da un servizio di Repubblica].

Questo episodio mi ha fatto tornare in mente le parole di un padre di cui ho scordato il nome che, interrogato sulla pena che avrebbe voluto infliggere agli assassini di sua figlia, rispose di ritenere giusto che fosse lo stato a decidere, proprio perché in grado di trattenergli la mano e mettere la giustizia al posto della sua vendetta. Questi genitori iraniani hanno saputo oltrepassare persino il senso di giustizia e la sensibilità di quel padre.

Tutto è pronto per l'esecuzione

Tutto è pronto per l’esecuzione

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1 Novembre, 2013

Lo sviluppo della vita

by gabriella

Lo sviluppo della vita lungo le ere geologiche (4 miliardi e mezzo di anni), la comparsa dei mammiferi (nel Cretaceo, l’ultimo periodo dell’era Mesozoica) e dei primati (il Proconsul, nel Miocene, 18 milioni di anni fa), la biforcazione tra le scimmie antropomorfe e la specie Homo da 3 a 5 milioni di anni fa, tra Miocene, Pliocene e Pleistocene [il gibbone si separa 18 milioni di anni fa, l’orango 14, il gorilla 7, gli scimpanzé e il bonobo da 3 a 5].

Ere geologiche

Pangea e la deriva dei continenti

Nel Paleozoico, e per buona parte del Triassico, le terre emerse formavano un unico supercontinente, Pangea, la cui frammentazione è iniziata 200 milioni di anni fa. La prima spaccatura (Nord/Sud) contrappone Laurasia (Europa, Asia e Nordamerica) a Gondwana (Sud America, Africa e Oceania).

 

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1 Novembre, 2013

Rudolf Hoess, Lettera al figlio. Ultime lettere da Stalingrado

by gabriella

Pochi giorni prima della sua esecuzione, Rudolf Hoess, comandante ad Auschwitz, assassino a mani nude, oltre che ideatore dello sterminio dei prigionieri con lo Zyklon B, scrisse un’ultima lettera ai figli, con la quale cercò il senso di una vita in camicia bruna. Queste le parole rivolte al maggiore:

Rudolf Hoess (1900 - 1947)

Rudolf Hoess (1900 – 1947)

« Mio caro Klaus! Tu sei il più grande. Stai per affacciarti sul mondo. Ora devi trovare la tua strada nella vita. Hai delle buone capacità. Usale! Conserva il tuo buon cuore. Diventa una persona che si lascia guidare soprattutto dal calore e dall’umanità. Impara a pensare e giudicare responsabilmente da solo. Non accettare tutto acriticamente e come assolutamente vero, impara dalla vita. Il più grave errore della mia vita è stato credere fedelmente a tutto ciò che venisse dall’alto senza osare d’avere il minimo dubbio circa la verità che mi veniva presentata. Cammina attraverso la vita con gli occhi aperti. Non diventare unilaterale: esamina i pro ed i contro in ogni argomento. In ogni tua impresa non lasciare parlare solo la tua mente, ma ascolta soprattutto la voce del tuo cuore ».

 

L’intero testo nella versione tradotta in inglese [da Lest We Forget]

« You, my dear, good children!

Your daddy has to leave you now. For you, poor ones, there remains only your dear, good Mommy. May she remain with you for a long time yet. You do not understand yet what your good Mommy really means to you, and what a precious possession she is to you. The love and care of a mother is the most beautiful and valuable thing that exists on this earth. I realized this a long time ago, only when it was too late; and I have regretted it all my life.

To you, my dear children, I address therefore my last (beseeching) request: Never forget your dear good mother! She has constantly taken care of you with such sacrificing love. How much of the good things in life has she sacrificed for your sake. How she feared for you when you were ill and how painfully and untiringly did she nurse all of you. Only for your sake must she suffer now all of the bitter misery and poverty.

Don’t ever forget this throughout your whole life. Help her now to carry her painful fate. Be loving and good to her. Help her as well as you can with your limited strength. In this manner pay her part of the thanks for the love and care she gave you during the days and nights.

Klaus, my dear boy! You are the oldest. You are now going out into the world. You have to now make your own way through life. You have good aptitudes. Use them! Keep your good heart. Become a person who lets himself be guided primarily by warmth and humanity. Learn to think and to judge for yourself, responsibly. Don’t accept everything without criticism and as absolutely true. Learn from life.

The biggest mistake of my life was that I believed everything faithfully which came from the top, and I didn’t dare to have the least bit of doubt about the truth of that which was presented to me. Walk through life with your eyes open. Don’t become one-sided; examine the pros and cons in all matters. In all your undertakings, don’t just let your mind speak, but listen above all to the voice in your heart.

Much, my dear boy, will not be understood by you as yet. But always remember my last advice. I wish you, my dear Klaus, all the luck in your life. Become a competent, straightforward person who has his heart in the right place.

Kindi and Püppi, you my big girls!

You are yet too young to learn the extent of the hard fate dished out to us. But you especially, my dear good girls, are specially obligated to stand at your poor unfortunate mother’s side and with love assist her in every way you can. Surround her with all your childlike love from your heart and show her how much you love her …

As fundamentally different as you two are in your character, you both … have, however, soft and feeling hearts. Retain these throughout your later life. This is the most important thing. Only later will you understand that and will you remember my last words.

My Burling, you dear little guy!

Hang on to your happy child disposition. The cruel life will tear you, my dear boy, soon enough away from your child’s world. I was happy to hear from your dear mother that you are progressing so well in school. Your dear father is unable to tell you anything more. You poor little guy have now only your dear good Mommy left who will care for you. Listen to her with love and kindness and so remain ‘Daddy’s dear Burling

My dear Annemäusl

How little was I permitted to experience your dear little personality. Your dear good Mommy will have to take you, my dear Mäusl, for us into her arms and tell you of your daddy, and how very much he loved you. May you be for a long time Mommy’s little ray of sun and continue to give her much joy. May you, with your sunny ways, help your poor dear Mommy through all the dreary hours.

Once more from my heart I ask you all, my dear good children, take to heart my last words. Think of them again and again.

Keep in loving memory, Your Dad ».

 

Ultime lettere da Stalingrado [Einaudi, 1981]

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