12 Gennaio, 2022

Kafka, Il postino delle bambole

by gabriella
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Franz Kafka (1883 – 1924)

Un anno prima di morire, Franz Kafka incontrò, durante una passeggiata con la fidanzata al parco Steglitz, una bambina che piangeva disperata. I due si avvicinarono e le chiesero se si fosse persa, ma la bambina rispose che non lei, ma la sua bambola si era persa.

Lo scrittore le chiese di non piangere perché, disse, la bambola non si era persa, era solo partita per un viaggio. Elsi chiese spiegazioni, allora Kafka finse di essere un postino delle bambole e disse che era stata lei a scriverglielo in una lettera.

Quando la bambina chiese di vederla, disse di averla lasciata a casa e che gliela avrebbe mostrata il giorno dopo. I due si incontrarono al parco venti volte, per leggere venti lettere della bambola scomparsa.

“Per favore non piangere, sono partita in viaggio per vedere il mondo, ti riscriverò raccontandoti le mie avventure…”, così cominciava la lettera.

Quando lui e la bambina si incontrarono egli le lesse questa lettera attentamente descrittiva di avventure immaginarie della bambola amata. La bimba ne fu consolata e quando i loro incontri arrivarono alla fine Kafka le regalò una bambola. Era ovviamente diversa dalla bambola perduta, e in un biglietto accluso spiegò: “i miei viaggi mi hanno cambiata”.

Molti anni più avanti la ragazza cresciuta trovò un biglietto nascosto dentro la sua bambola ricevuta in dono. Riassumendolo diceva:

“Ogni cosa che tu ami molto probabilmente la perderai, però alla fine l’amore muterà in una forma diversa” [tratto da Kafka e la bambola viaggiatrice di Jordi Sierra i Fabra].

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6 Gennaio, 2022

Daniela Lucangeli, Il ruolo delle emozioni nella vita quotidiana

by gabriella

Un’intervista del giornalista scientifico Gerardo D’Amico alla neuroscienziata Daniela Lucangeli dell’Università di Padova sul ruolo delle emozioni nella nostra vita quotidiana.

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Ecco a voi il secondo servizio andato in onda su Rai News 24. Il grande decisore è nell'intelligenza delle emozioni.

Publiée par Daniela Lucangeli sur Vendredi 8 décembre 2017

Gerardo D’Amico. Qual è il rapporto tra il nostro cervello chimico-fisico, la massa cerebrale, i neuroni e le nostre emozioni? E qualcosa su cui i neuro-scienziati stanno studiando da tanto tempo. Qui siamo nella sala dei quaranta dell’università di Padova, quella è la cattedra di Galileo.

Salve professoressa. Allora, com’è possibile che quest’organo tanto perfetto quanto sconosciuto ancora, il nostro cervello, si lasci condizionare da se stesso quindi dalle proprie emozioni anche da un punto di vista chimico ?

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6 Gennaio, 2022

Umberto Galimberti, La nascita della coscienza in Occidente

by gabriella

Umberto Galimberti

Testo della lezione La nascita della coscienza in Occidente.

Siamo tutti persuasi che l’uomo è composto di anima e corpo. Del corpo se ne occupa la medicina e dell’anima se ne occupa religione e, per altro verso, la psicologia. La domanda che ci poniamo è: è vera questa impostazione? e ancora, come si è giunti a questa concezione dell’uomo? e qui dobbiamo incominciare dall’inizio. 

La parola psyché la incontriamo in Omero con riferimento all’ultimo respiro, psychein infatti è un verbo greco che significa respirare e anche la parola corpo in greco soma era riferita unicamente al cadavere, nel senso che il corpo vivo per Omero era un corpo nominato a partire dalle sue membra e dai suoi gesti, per cui Omero parla di gambe e braccia, del timo e del diaframma.

Ettore

Dice, per esempio, che Ettore presentì l’arrivo dei cavalli di Midone con il timo e col diaframma e quando Ulisse va nell’Ade e incontra l’ombra di sua madre, dice Omero, per tre volte tentò di abbracciarla, ma quest’ombra gli trasvolò in fra le braccia, perché i morti non più possiedono nervi né muscoli e questa è la situazione concepita da Omero per cui l’uomo è solamente corpo vivente, corpo che è espressivo, corpo che non è rappresentativo di uno scenario che si svolge alle sue spalle che sarebbe ad esempio l’anima.

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6 Gennaio, 2022

Tucidide, L’elogio di Atene

by gabriella

L’orazione funebre pronunciata da Pericle per i caduti della guerra del Peloponneso, come ci è stata tramandata da Tucidide e nell’interpretazione di Lucrezia Lante della Rovere.

Pericle (494 – 429 a.C.)

agora

Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia. Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo i meriti dell’eccellenza. Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, non come un atto di privilegio, ma come una ricompensa al merito e la povertà non costituisce impedimento.

Qui ad Atene noi facciamo così.

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6 Gennaio, 2022

Il bullismo

by gabriella

Il bullismo è un fenomeno sociale che solo di recente ha attirato l’attenzione dei ricercatori.

In particolare, nelle scuole inglesi il fenomeno è monitorato dagli anni ’80.

Con il termine bullismo, dall’inglese bullying (prepotenza, vessazione) si identificano tutti quegli atti che mirano deliberatamente a far male o a danneggiare un coetaneo e che si ripetono nel tempo, protraendosi per settimane, talvolta mesi o anni

Indice

1.  Identikit del fenomeno
2. Il bullismo per la psicologia
3. Il profilo psicologico del bullo: gli esempi deamicisiani di Franti e Maria Vinini
4. Il bullismo come fenomeno sociale

 

 

1. Identikit del fenomeno

Che cos’è

Le caratteristiche dell’azione del bullo sono:

  • L’intenzionalità della condotta vessatoria: il bullo agisce deliberatamente con la precisa finalità di arrecare danno e procurare sofferenza fisica o psicologica, alla vittima;
  • La persistenza nel tempo di tali atti: sebbene anche un singolo episodio grave possa essere considerato una forma di bullismo, solitamente le prevaricazioni sono frequenti e ripetute;
  • L’asimmetria di potere: tra il soggetto bullo e la vittima intercorre una relazione asimmetrica, all’interno della quale il bullo mantiene stabilmente una posizione up, la vittima rimane down, senza avere la forza di reagire per porre fine alla situazione di disagio.

 

Come si manifesta:

  • Bullismo fisico: colpire con pugni e calci, appropriarsi degli effetti personali di qualcuno o danneggiarli;
  • Bullismo verbale: deridere, insultare, prendere in giro ripetutamente qualcuno, fare affermazioni razziste;
  • Bullismo indiretto: diffondere pettegolezzi fastidiosi o false dicerie sul conto di qualcuno;
  • Bullismo relazionale: escludere uno o più coetanei dai gruppi di aggregazione.

 

2. Il bullismo per la psicologia

L’uso scientifico del termine “bullismo” è stato introdotto in Svezia, nel 1972, nell’ambito di una ricerca sull’aggressività, con significato del tutto analogo a quello di mobbing.

cutrettola

Il termine mobbing (dall’inglese mob, folla), coniato nel 1962 da Lorenz nel contesto della nascente etologia, indicava

l’attacco collettivo di una moltitudine di animali più deboli nei confronti di un animale più forte, il predatore.

Lorenz, insomma, ha utilizzato il temine per riferirsi a un tipo di comportamento animale, in particolare a quello di un piccolo uccello, la cutrettola, che attacca in gruppo per allontanare un uccello più grande, il falco, dal proprio territorio.

Il termine ha dunque acquisito maggiore potenza metaforica per esprimere con tutta la forza dell’immagine dell’assalto e dell’accerchiamento in gruppo, la situazione di terrore psicologico dovuta all’isolamento della vittima di fronte all’ostilità degli altri.

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17 Dicembre, 2021

L’aretè omerica

by gabriella

Il primo modello di eccellenza umana della civiltà occidentale.


Indice

1. La paideia greca

1.1 L’educazione e il suo fine
1.2 La paideia

 

2. L’Iliade

2.1 L’aretè aristocratica
2.2 La figura di Achille e i due maestri

 

3. L’Odissea

3.1 La Telemachìa

 

1. La paideia greca

1.1 L’educazione e il suo fine

L’educazione, che i greci chiamano paideia, è l’attività che serve a sviluppare il potenziale umano, cioè quanto di meglio possiamo diventare.

Il fine dell’educazione è infatti l’eccellenza o virtù: aretè in greco.

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7 Dicembre, 2021

L’adolescenza

by gabriella
Anna-Freud

Anna Freud

«L’adolescenza è l’epoca in cui l’esperienza la si conquista a morsi»

Jack London

L’adolescenza è uno dei momenti più critici della vita di ogni individuo e quella in cui si manifestano cambiamenti fisici, ormonali e soprattutto cerebrali e mentali.

L’adolescenza è un percorso di sperimentazione, può essere vissuta come organizzante o disorganizzante, come una occasione di crescita o rivelarsi luogo mentale di occasioni perdute o può anche presentarsi senza crisi evidenti («adolescenza interminabile»), in cui i processi adolescenziali non vengono elaborati e superati e perdurano indefinitamente come tali per il resto della vita.

Gli adulti significativi presenti nella rete sociale sono in grado di cogliere le diverse espressioni dell’adolescente e le sue possibilità di essere accolto, ascoltato e curato, sostenendo la capacità, da parte dell’adolescente, di interrogarsi sul funzionamento della propria mente, sulle difficoltà di soggettivarsi in modo vitale e creativo? 

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26 Novembre, 2021

La nascita della scuola

by gabriella

Indice

1. La rivoluzione neolitica e la nascita delle civiltà fluviali nella Mezzaluna fertile

1.1 I cambiamenti economici nel passaggio dal nomadismo alla sedentarietà
1.2 I cambiamenti sociali legati alla trasformazione neolitica

 

2. La nascita della scuola

2.1 La scrittura come strumento di governo

 

3. Egitto e Mesopotamia: l’educazione del sacerdote e dello scriba

3.1 La scrittura è il sapere più alto della casta sacerdotale
3.2
La scuola si laicizza

1. La rivoluzione neolitica e la nascita delle civiltà fluviali nella Mezzaluna fertile

1.1 I cambiamenti economici legati al passaggio dal nomadismo alla sedentarietà

Tra i 10.000 e i 3.500 anni prima di Cristo, nella lingua di terra dell’Asia occidentale, bagnata dai fiumi Tigri, Eufrate e Nilo chiamata mezzaluna fertile, si svilupparono alcune delle prime grandi civiltà.

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25 Novembre, 2021

2. Educazione informale, educazione formale

by gabriella

Indice

1. L’educazione informale nelle società prive di scrittura

1.2 Bernardo Bernardi, L’educazione informale

 

2. L’educazione formale

2.1 L’apprendimento scolastico

1. L’educazione informale delle società prive di scrittura

culture orali

Uno degli obiettivi fondamentali dell’educazione è la conservazione e la trasmissione della tradizione culturale alle generazioni più giovani.

Nelle società senza scrittura manca, però, lo strumento indispensabile per tramandare una concezione del mondo al di là del qui ed ora. L’educazione perciò deve essere assicurata attraverso il passaggio diretto e personale di valori, pensieri, modi di vita.

Questa trasmissione diretta e personale è raggiunta con l’educazione informale che viene realizzata dal gruppo familiare, dai coetanei e dagli adulti della comunità.

Si tratta di una forma di educazione basata quasi esclusivamente sull’osservazione e sull’esperienza diretta che sostituisce in gran parte ciò che nelle società alfabetiche è fornito dalla scuola.

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23 Novembre, 2021

Introduzione alla pedagogia

by gabriella

Qui, quo e qua “giovani marmotte”

Perché l’essere umano ha bisogno di educazione?  Perché ogni società umana si è dotata di un sistema di trasmissione della propria cultura alle giovani generazioni? Che differenza c’è tra il sistema educativo di una società moderna e quello di una società tradizionale?

E, ancora, perché in Occidente gli anni di scuola tendono ad allungarsi sempre di più? A queste domande risponde la pedagogia, anche interrogando saperi diversi come l’antropologia, la paleoantropologia e la sociologia.

Indice

1. Cultura e processi educativi
2. Istruzione ed educazione
3. Storia della pedagogia e ideali educativi

 

1. Cultura e processi educativi

I simboli del Giappone: ciliegi in fiore dietro un ponte rosso, attraversato da una donna in abito tradizionale

I simboli del Giappone: ciliegi in fiore dietro un ponte rosso, attraversato da una donna in abito tradizionale

Jerome Bruner (1915 – 2016)

Come tutti gli esseri viventi, l’uomo trascorre la sua esistenza in un ambiente naturale, retto da leggi fisiche e biologiche.

Ma, a differenza degli animali, organizza anche un ambiente culturale, capace di piegare la natura ai suoi bisogni, controllandola e modificandola.

Questa capacità, come ricorda lo psicologo americano Jerome Bruner, dipende da specifiche caratteristiche, quali la costruzione di strumenti, il linguaggio, l’organizzazione sociale, la prolungata infanzia e il bisogno umano di spiegare la realtà.

Attraverso di esse gli uomini hanno sviluppato ciò che gli antropologi chiamano cultura, ossia l’insieme di valori, norme, modelli, comportamenti, simboli, e strumenti che caratterizzano ogni società umana.

La cultura domina, perciò, l’esperienza di ogni essere umano, ma essa non è iscritta nel codice genetico: per essere conservata, deve essere trasmessa, così che ogni nuovo membro della comunità possa farla propria, rielaborarla e utilizzarla.

Da questa necessità di trasmissione nasce il processo educativo.

Uomini e animali

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